Idee per Capodanno

Le proposte dei locali della Riviera per cenare, brindare e divertirsi nella notte più lunga dell'anno

riminiDall’aperitivo all’alba. Sarà un lungo San Silvestro, anche per chi deciderà di viverlo tra la giungla della movida by night che, come ogni anno, ne offre davvero per tutti i palati. Gli organizzatori si augurano sia un successo l’iniziativa della Rimini Movida Pass, il braccialetto che - con soli 59 euro - permetterà di entrare gratuitamente in sette locali della Marina, usufruendo anche del servizio di navetta. A partire dal Coconuts che, dopo la cena, riproporrà le sonorità ibizenche del collaudato format Jueves Es Desigual. A picco sul molo, il Rockisland propone invece musica per tutti i gusti, dal rock all’afro, mentre al Rose&Crown spettacolo dal vivo con Ricky fino alle 6 del mattino. Musica e bomboloni caldi sin dalle 3 del mattino al The Barge e solito energico dj set per il Mucho Macho, mentre al Bounty - tra crespelle, filetto e ritornelli d’annata - sarà come vivere la serata su un vero vascello dei pirati. Infine l’IoClub che, per la lunga maratona di San Silvestro, propone una notte dal sapore tutto orientale: The Secret of India.
Fuori dall’offerta Rimini Movida Pass, tutti gli altri locali della Marina che, ugualmente, propongono menù di prima scelta. Come quello con piatti ricercati e vini di qualità, del Nettuno e il suo Mare d’Inverno(la musica è selezionata Davide Nicolò). O come quello, tutto rock e baldoria, del Satellite MusiClub (Una notte da leoni 2). Serata giovane e dal sapore estivo al Carnaby, mentre il Gotha è sempre più latino con lo staff Grancaribe. Sotto la Vecchia Pescheria, in centro storico, il Caravaggio Art Bar presenta Blue Diamonds 2012: insieme ad Andrè Cardillo in consolle, la voce sensuale di Saraxè Maletti. Mentre l’Altromondo Studios - in collaborazione con lo staff del Papeete di Milano Marittima - propone il grande schiuma party d’inizio anno.
Rock, pop e suoni elettronici nelle tre sale del Velvet, con la partecipazione del gruppo C.I.A.S: il biglietto è sempre 5 euro. All’Ecu il Capodanno è addirittura... Globale, con tutti i generi musicali che negli anni hanno caratterizzato il club di via Feleto. Per una notte Ecu, Opèra, Doryan Gray e Mecca lavoreranno in sinergia. Torna anche la “festa privata” nella splendida cornice di Palazzo Guidi (a Sant’Ermete), dove in consolle - nello splendido palazzo del '500 - si alterneranno dj Chicco Giuliani, Tony Lovely e Diego Nanni. Dal sapore più rustico sarà la festa della solidarietà a Viserbella dove, tra musica e prelibatezze romagnole, sarà allestita una mega torta di dodici metri: il ricavato andrà in beneficenza. Al Centro polivalente di Poggio Berni la festa Garrincha Anno Zero - L’ultimo Capodanno prima dei Maya. Si mangia e si balla anche al Rio Grande tra liscio e latino, tra cappelletti e cotechino, fino all’alba. Così come, sempre a Bellaria Igea Marina, al Pjazza Club, con il menù dello chef Leonardo Sasso e la voce di Monia Angeli. Baracca italiana e rock a Gualdicciolo, presso la discoteca La Scala, con il Capodanno Magic. In zona Marano, Capodanno Fil Rouge al Moscabianca. Al ristorante La Conchiglia show con Ciri Ceccarini. Al Dejà Vu di Cattolica cenone e a seguire party a ingresso libero.
C’è poi la collina di Riccione che, con i suoi prestigiosi club, offre il solito ventaglio di gastronomia e soprattutto musica, con i migliori dj set. A partire dal Pascià che, sotto lo storico lampadario, propone una serata stile Miami e la partecipazione, direttamente da Radio 105, di Tania Vulcano. A rendere indimenticabile la notte del Peter Pan un’altra splendida donna della notte: Sarah Main, la dj australiana che ha incantato Ibiza. Con lei in consolle Nicola Zucchi e Mappa, accompagnati dalla voce sensuale di Tanja Monies. E il Cocoricò? C’è anche la mitica Piramide, che per San Silvestro va sul sicuro: 12 ore no stop di deep house e techno con Loco Dice e Marco Carola. A Misano c’è invece la nuova proposta del Mediterraneo (ex Bobo): cenone di gala con live performance di Francesco Trezza, celebre chitarrista e animatore delle notti capresi, direttamente dal locale Anema e Core. Non si scherza nemmeno a Gabicce, dove alla Baia Imperiale - tra spettacoli, musica e animazione - torna l’imperatore del porno, il ‘re della patatina’: mister Rocco Siffredi. E, per chi volesse spostarsi fino a Milano Marittima, c’è sempre il Pineta by Visionnaire che, con una serata dal sapore vintage, tra lusso ed eleganza in bianco e nero, propone una festa dal titolo inequivocabile: La dolce vita.

nqnews

Al via da questa sera la cinque giorni di ''Birra e Sound Christmas”

Al via da questa sera, presso il quartiere fieristico di piazza Palio a Lecce, “Birra e Sound Christmas” la prima versione invernale del grande evento estivo che ogni anno si svolge ad agosto a Leverano.
Per cinque giorni, il “Lecce Fiere” si trasformerà così in una cittadella internazionale della birra: uno spazio espositivo di seimila metri quadri all’interno del quale sarà concentrato il mondo europeo della birra in un percorso teso a far rivivere l’atmosfera caratteristica di pub inglesi, danesi, spagnoli, tedeschi, irlandesi, scozzesi e di altre culture birraie.
Bionda o rossa, classica o doppio malto, i visitatori potranno degustare oltre 100 tipologie di birra alla spina e specialità in bottiglia, rigorosamente artigianali, abbinando ad ogni buon boccale i migliori piatti tipici della tradizione salentina. Allo stesso tempo, potranno ammirare e apprezzare il fascino dei classici luoghi di produzione, dei profumi intensi di birre non sempre conosciute al pubblico, all’interno di un’ambientazione folkloristica tipica dei Paesi di tradizione birraia. Gli stand di “Birra e Sound Christmas” saranno aperti ogni giorno a partire dalle 19 e l’ingresso è gratuito.
Confermate le aree che sono il “fiore all’occhiello” dell’evento: la prima è riservata agli intolleranti al glutine, un’area dedicata al beverage “gluten free” affinché Birra e Sound sia un momento dove tutti, senza nessuna distinzione, possano divertirsi e godersi la serata; la seconda è l’area destinata alle birre artigianali di qualità, dove saranno presenti i più importanti birrifici artigianali italiani che proporranno le loro specialità birraie, e dove sarà possibile visitare un impianto di produzione di birra artigianale; la terza, infine, è l’area dedicata alla solidarietà, in cui diverse associazioni raccoglieranno fondi destinati ai meno fortunati.
Tra le novità, il festival propone un’area destinata alla promozione e vendita di prodotti gastronomici legati sia alle tradizioni locali sia alle culture straniere che presentano buone affinità con il gusto della birra.  Altra novità è l’area “Terre di Barocco…Salento da gustare”, riservata alla promozione di prodotti tipici della gastronomia salentina. Ciò contribuirà alla valorizzazione e allo sviluppo delle aziende alimentari locali, e permetterà ai frequentatori della manifestazione di scoprire, con nuovi abbinamenti, gusti diversi e un’esperienza gastronomica inedita.
“Un evento così inteso – spiegano gli organizzatori - rappresenta un momento di collegamento importante tra le peculiarità del territorio, con il suo patrimonio storico e culturale, le sue tradizioni gastronomiche e aspetti culturali nuovi che permettono accostamenti tra una bevanda come la birra e prodotti tipici salentini per esaltare gusti e profumi di questa terra”.
 Il programma è disponibile anche sul sito www.birraesoundfestival.com.
 PROGRAMMAZIONE LIVE
 28 dicembre
Apertura stand ore 19
Inaugurazione ore 20.30 (diretta su TeleRama)
Degustazioni e dj set con Cesko, Puccia e Rekkia (from Apres la classe)
29 dicembre
Apertura ore 19
Concerto dei Fracmiré, suoni e ritmi dal Salento
30 dicembre
Apertura ore 19
Concerto Quelli della frisa – Bambini Latini
31 dicembre
Apertura ore 19
“Aspettando il 2012…” con: Toromeccanica, spettacolo ballerine brasiliane, conto alla rovescia con i dj di Telerama
1 gennaio
Apertura ore 19
Concerto di Risonanze Folk
 Tutte le sere, divertentismo e dj-animazione con Mauro Stiky e parata musicale tra gli stand con la New Orleans Dixie Band
ilpaesenuovo.it

Cultura: Roma ospita 'Signore e signori la Serbia'. Un mese di eventi per avvicinarsi a storia e tradizioni Paese

Un mese per avvicinarsi alla storia, alla musica, alla lingua, alla letteratura, alla cinematografia e alla gastronomia serbe. 'Signore e signori.la Serbia', è questo il titolo della manifestazione che da ieri e fino al 27 gennaio prossimo la Capitale ospita al Museo della Civilta' Romana. Si parte con le mostre di cinque artisti che vivono e lavorano a Roma: Ljiljana Petrovic Vavalli, Ana Kapor, Vladimir Pajevic, Srdja Mirkovic e Marta Jovanovic. Il 10 gennaio, sempre alle 17.00, protagoniste saranno la cultura e la lingua serbe con le mostre ''Cultura serba - viaggio attraverso i secoli'' e l'''Alfabeto cirillico'. All'imperatore Costantino I e alle sue riforme giuridiche e religiose verra' riservato l'incontro 'Costantino I al Museo della Civilta Romana'.Altro sguardo sulla Serbia lo daranno, i giornalisti italiani che hanno vissuto e coperto alcuni dei momenti più caldi della storia recente del Paese. Nel programma non poteva mancare la musica, in particolare quella popolare. In occasione del capodanno ortodosso serbo, il 14 gennaio (ore 11.00), sarà possibile assistere all'esibizione del chitarrista Tibor Tepic. Mentre il 19 gennaio (ore 18.00) si terra' il concerto di musica da camera di uno dei migliori quartetti di archi serbi, il quartetto TAJJ, proveniente da Novi Sad (Vojvodina). Il 22 gennaio, gli studenti italiani della Cattedra di Serbo dell'Università "La Sapienza" terranno una lezione introduttiva pubblica di lingua serba. Importante aspetto per comprendere la cultura di un popolo è la letteratura. Il 25 gennaio, saranno presenti due scrittori tradotti e pubblicati in italiano: Ljiljana Djurovic Habjanovic e Dusan Kovacevic. La manifestazione si concluderà il 27 gennaio con la festa di San Sava, primo arcivescovo serbo (1219-1233) e figura di spicco nel panorama politico e culturale della Serbia medioevale. La comunità serba a Roma lo festeggerà con il concerto del gruppo VED che eseguirà brani di musica tradizionale e popolare della Serbia meridionale con strumenti antichi. Il mese della cultura serba rientra nell'ambito del progetto ''Arte e cultura dell'Europa dell'Est a Roma'', promosso dall'Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico e dal consigliere assembleare aggiunto per l'Europa, Tetyana Kuzyk.

(ANSAmed).

Il magazine sulla cucina Mondadori “Sale & Pepe” arriva su iPad

L’italianissima Mondadori porta sui nostri iPad uno dei magazine più apprezzati nel mondo della gastronomia. Il magazine, dal nome “Sale & Pepe“, approda su AppStore proponendo al suo interno già più di 7000 ricette e varie video-guide.

Questa edizione digitale del magazine risulta essere un vero e proprio punto di riferimento per tutti gli amanti della gastronomia, poiché al suo interno non troviamo soltanto ricette, approfondimenti culinari o rubriche particolari, ma anche varie descrizioni su tutto quello che ruota attorno al mondo del cibo, grazie alle tante interviste ai miglior chef italiani e soprattutto grazie ai moltissimi itinerari nei luoghi del gusto proposti.

Le 7000 ricette che compongo l’offerta iniziale dell’applicazione sono tutte riportate con foto, tempi di preparazione, ingredienti, livello di difficoltà e rapporto calorico. Inoltre, un dettagliato motore di ricerca vi aiuterà a trovare in modo semplice ed intuitivo il vostro piatto preferito.

All’interno dell’applicazione, oltre a tutto ciò, troviamo una interessantissima sezione, nominata “Speciali di Sale&Pepe”, nella quale, attraverso un piccolo aggiornamento gratuito, vengono proposte nuove gustosissime ricette perfette per tutte le occasioni, tramite alcuni video girati all’interno della “Cook&Books Academy”, scuola situata all’interno del “Mondadori Multicenter Duomo di Milano”, famosa per la presenza dei migliori chef del bel paese.

In aggiunta a tutto questo, l’applicazione offre anche la possibilità di creare una propria lista della spesa aggiungendo solamente i singoli ingredienti di una ricetta e visualizzarne successivamente il contenuto sia tramite e-mail, dopo averla spedita, o direttamente dall’applicazione.

Infine, non mancano di certo le integrazioni con i migliori social network come Twitter e Facebook, grazie ai quali potrete condividere le proprie ricette preferite con gli amici.

ipaddisti.com

Le ricette di Natale

La stagione natalizia può esser intesa non solamente nel senso strettamente religioso legato alla nascita del Dio Cristiano, o in quello puramente folcloristico legato ai festeggiamenti effettuati nelle varie città come i "Presepi Viventi", ma anche dal punto di vista culinario legato alle tipiche ricette isolane.
La fantasia popolare, unita allo sfarzo delle pietanze qui proposte che molto spesso costituiscono un piatto unico grazie all'abbondanza degli ingredienti usati ed all'elevata elaborazione della ricetta, vanno a creare degli spettacoli unici non solo per il palato ma anche per gli occhi.
Molto spesso le stesse ricette possono avere delle varianti locali, ma la bontà del piatto è sempre assicurata.

gallina 
ripiena - timballo di risoIL TIMBALLO DI RISO
o GALLINA RIPIENA
Il "timballo di riso" è un tipico primo piatto natalizio della Sicilia orientale. Gli ingredienti sono:
  • 600 grammi di riso vallone,
  • una gallina con le uova nonnate,
  • 300 grammi di polpette di carne di vitello trita,
  • 200 grammi di tuma,
  • 150 grammi di pecorino col pepe stagionato grattugiato,
  • sei uova fresche,
  • 150 grammi di caciocavallo di provola fresco,
  • 150 grammi di cotenna di maiale,
  • 200 grammi di salsiccia di maiale,
  • quattro pomodori pelati,
  • 50 grammi di estratto di pomodoro,
  • due cipolle medie,
  • due gambi di sedano,
  • un trito di aglio e prezzemolo,
  • 50 grammi di mollica di pane,
  • 50 grammi di pan grattato,
  • una spruzzata di latte,
  • burro o strutto,
  • olio d'oliva, sale e pepe.
Una prima fase della ricetta prevede la preparazione del brodo di gallina insaporito con la cipolla, poco pomodoro, prezzemolo e sedano e le polpette precedentemente preparate impastando la carne di vitello - o di manzo - trita con uova, formaggio pecorino grattugiato, prezzemolo e aglio tritato, mollica di pane ammorbidita nel latte, sale e pepe.
Quando la gallina è ben cotta, la si toglie dal brodo, la si priva di pelle ed ossa e la si divide in pezzettini che poi si conservano insieme alle polpette lessate. Si filtra il brodo e lo si riporta in ebollizione aggiungendo il sale. Qui si cuocerà il riso al dente.
A cottura ultimata, occorre mantecare il riso denso con il pecorino grattugiato. Umettare una teglia con burro e pan grattato e stendere il primo strato di riso che deve esser alto due centimetri.
Su esso occorre stendere pezzetti di gallina, popettine, le uova nonnate lesse e fettine di tuma. Si aggiunge un secondo strato di riso e poi si le polpettine, salsiccia e pezzi di caciocavallo di provola; se si vuole, prima della seconda fascia di ripieno si può stendere un velo di ragù.
Si ricopre il tutto con un ulteriore strato di riso che sarà a sua volta coperto con la "conza", una salsa di uova battute, pecorino grattugiato, sale e pepe. La pietanza va infornata e la cottura sarà ultimata quando il piatto avrà ottenuto una crosta dorata e compatta.
LASAGNE CACATE
Un altro piatto tipico del periodo natalizio, ed esattamente servito per la fine dell'anno a Modica - Rg -, è costituito dalle così chiamate "Lasagne cacate". Gli ingredienti utilizzati sono:
  • 500 grammi di farina bianca,
  • 4 uova intere,
  • 300 grammi di ragù (di concentrato di pomodoro, salsiccia e cotenna di maiale),
  • 250 grammi di ricotta fresca setacciata,
  • 50 grammi di pecorino grattugiato,
  • sale e pepe.
La farina va impastata con le uova intere ed un pizzico di sale sciolto in acqua tiepida; la pasta così ottenuta va stesa sullo spianatoio e tagliata in listarelle di tre-quattro centimetri di larghezza da lessare in acqua moderatamente salata. Intanto si prepara il ragù utilizzando un chilo e duecento grammi di carne di maiale o di vitello, 300 grammi di estratto di pomodoro, 1 cipolla, 100 grammi di strutto, vino rosso e sale. La carne va legata con lo spago e rosolata nello strutto finchè non raggiunge una perfetta doratura.
La carne va riposta da parte e nel grasso ottenuto durante la sua cottura va soffritta la cipolla tritata. Al soffritto così ottenuto va aggiunto l'estratto sciolto in poca acqua ed il tutto si lascia amalgamare un pò.
Successivamente si aggiunge un litro d'acqua circa e si aggiunge la carne. Il tutto va cotto per circa due ore e mezza a fuoco lento aggiungendo, a metà cottura, un bicchiere di vino rosso e sale. A fine cottura, il pezzo di carne va separato dalla salsa così ottenuta. In molti casi, tale ricetta prevede che la carne sia tagliata a fette, condita con tale salsa e servita. In questo caso, il ragù occorre per condire le lasagne. In effetti, una volta che le lasagne sono state lessate, occorre immergerle nel tegame del ragù e condite col formaggio, cosparse di ricotta ed insaporite con pepe nero appena macinato.
IL PASTICCIO DI SPINACI O BROCCOLI
Il "pastizzu" di spinaci o broccoli è il tipico piatto della vigilia di Natale a Modica - Rg -.
Innanzitutto occorre preparare mezzo chilo di pasta, simile a quella delle focacce. Gli ingredienti sono:
  • la farina di grano duro,
  • lievito di birra (mezzo cucchiaio per ogni 250 grammi di farina),
  • acqua,
  • sale e olio d'oliva.
Versare la farina in un ripiano in modo da creare una fontana, versarvi nel centro il lievito con un pò d'acqua tiepida ed un pizzico di sale. Impastare il tutto in modo da ottenere un impasto amalgamato e morbido; durante la lavorazione, se occorre, si può aggiungere dell'altra acqua.
Mentre si impasta, occorre bucherellare la pasta con le dita in modo da aggiungere l'olio e poi lavorare l'impasto fino al completo assorbimento dell'olio stesso. Poi si stira la pasta fino a formare due sfoglie rotonde dello spessore di un centimetro, una sfoglia più grande per versarvi il ripieno ed una più piccola per ricoprire il tutto.
Come si è detto, il ripieno può esser a base di spinaci o di broccoli.
Per il primo caso occorrono:
  • 800 grammi di spinaci freschi,
  • capperi,
  • pan grattato,
  • noci,
  • uva passa,
  • olio e sale.
Gli spinaci vanno lavati abbondantemente e passati in tegame senza nessun condimento in modo da fargli perdere il loro gusto amaro, poi vanno aggiunti:
  • i capperi,
  • il pan grattato,
  • le noci e l'uva passa già precedentemente rosolati in olio e condire il tutto con olio e sale.
Il ripieno così ottenuto va riposto nella sfoglia più grande precedentemente preparata ed il tutto va coperto con la seconda sfoglia. Occorre far aderire bene le due sfoglie e arrotolare il bordino. La superficie della pasta va unta con olio ed il pasticcio può esser infornato in un forno ben caldo (da pane). Il piatto è pronto quando avrà raggiunto un colore dorato.
Se si utilizzano i broccoli per il ripieno, occorre, al solito, lavare abbondantemente la verdura, lessarla e condirla con sale, aglio tritato e olive nere snocciolate e procedere alla continuazione della ricetta in base alle indicazioni già date.
IL PASTICCIO DI NATALE
Per preparare il "Pasticcio di Natale" della città di Noto - Sr - per una decina di persone occorrono:
  • 600 grammi di pasta di grano tenero lievitata,
  • 400 grammi di ragù di polpa magra di maiale,
  • 400 grammi di pomodori,
  • 1 cipolla,
  • prezzemolo,
  • 1/2 bicchiere di vino rosso vecchio,
  • 400 grammi di maccheroni di casa - facoltativi -,
  • 300 grammi di cime di broccoli lessate e soffritte,
  • 1 limone,
  • 250 grammi di ricotta,
  • 100 grammi di piacentino grattugiato,
  • olio d'oliva,
  • sale,
  • pepe.
La pasta di pane va lavorata con olio e succo di limone e la si stende in due dischi sottili. Uno di essi, avendo cura che i bordi della pasta siano rialzati, va riposto in una teglia rotonda unta d'olio e l'altro sarà conservato come copertura.
Per ottenere il ripieno occorre soffriggere in un tegame contenente dell'olio la cipolla tritata, il prezzemolo ed i pezzi di polpa magra del maiale. Ad esso vanno aggiunti i pomodori nettati e spezzettati per farne il ragù, mezzo bicchiere di vino vecchio, sale e pepe. Le cime dei broccoli vanno lessati e saltati in padella a parte. Si lessano e si scolano i maccheroni che vanno successivamente conditi con il sugo, avendo precedentemente tritato la polpa di maiale cotta.
Adagiare i maccheroni ed il resto dell'impasto nel disco di pasta posto come base nella teglia e su essi vanno riposti le cimette dei broccoli soffritte, la ricotta e il formaggio grattugiato.
Al ripieno così ottenuto va aggiunto sale, pepe e olio ed il tutto va ricoperto con il secondo disco di pasta. Si devono far combaciare i bordi delle due sfoglie e bucherellare il coperchio.
La teglia va infornata e cotta finchè non ottiene un colore dorato. L'ultima fase della ricetta prevede di umettare la copertura del pasticcio con olio o sugna. Il piatto va servito caldo.
IMPANATA
Una variante del "pastizzu" è "l'impanata". È un piatto tipico siciliano dovuto alla passata dominazione spagnola, conosciuto in tutta l'isola con numerose varianti nel ripieno.
Qui viene proposta innanzitutto quella natalizia tipica della provincia di Caltanissetta.
Mentre la ricetta tradizionale preparata in questa provincia prevede, per il ripieno, tocchetti di anguille in umido con broccoli "affucati", cioè cotti in casseruola "affogati" in tre bicchieri di vino rosso, quella tipica natalizia prevede un altro tipo di ripieno.
La base per quattro persone prevede l'uso di 500 grammi di pasta di pane livitata che deve esser spianata in modo da formare tre sfoglie spesse. La prima verrà usata per foderare una teglia oleata.
Il ripieno si ricava utilizzando filetti di baccalà da infarinare e friggere in olio bollente finchè non otterrà una doratura omogenea. I filetti vanno conditi con una salsina precedentemente preparata utilizzando pomodori maturi cotti alla griglia, spellati e nettati dei semi, sfilacciati con una forchetta, salati, pepati e cosparsi di aglio tagliuzzato, origano e olio.
I filetti e la salsa rossa così ottenuta vanno mescolati insieme.
Una prima parte di questo ripieno va posto nella prima sfoglia di pasta di pane riposta nella teglia; si inserisce una seconda sfoglia di pasta di pane sulla quale inserire il rimanente ripieno. Dopo si inserisce l'ultima sfoglia di pane. L'impanata va cotta in forno caldo per circa mezz'ora e servita.
IMPANATA JONICA Una variante di questa ricetta è "l'impanata jonica" conosciuta nei vari paesi sparsi lungo la costa jonica. Il procedimento di preparazione è simile, unica variante è il ripieno, stavolta preparato con salsiccia di maiale aromatizzata con semi di finocchietto selvatico e sbriciolata, fettine di tuma, erba cipollina e olive nere snocciolate.
IMPANATA AL PESCE SPADA
Un'ulteriore variante dell'impanata è quella conosciuta a Giardini Naxos - Me - il cui ripieno è a base di pesce spada.
SFINCIONE DI SAN VITO
Lo "Sfincione di San Vito" è una particolare pizza che si gusta in Sicilia per la notte di San Silvestro. Gli ingredienti sono:
  • un chilo di farina di grano duro,
  • 500 grammi di patate,
  • mezzo litro di latte tiepido,
  • 40 grammi di lievito di birra,
  • sale.
In un tegame occorre impastare la farina con le patate passate al setaccio, il latte in cui è stato preventivamente sciolto il lievito di birra ed un pizzico di sale. Occorre battere la pasta con forza finchè diventa ben morbida ed amalgamata.
La pasta così ottenuta deve lievitate per un paio d'ore in un recipiente capiente perchè essa tende a raddoppiare il proprio volume e protetta da un coperchio ed una coperta di lana.
Si unge e si infarina una teglia, preferibilmente rotonda e larga, nella quale, a lievitatura ultimata, si stende uno strato di pasta spesso un paio di centimetri. Si condisce con una abbondante dose di salsiccia leggermente stufata e fette sottili di pecorino fresco o caciocavallo e ricoprire con un altro strato di pasta. La superficie va spolverata con pan grattato e un leggero filo d'olio.
La pizza così ottenuta va cotta in forno a 200 gradi per circa 40 minuti.
IL PANE
Anche il pane ha un ruolo importante nella tavola siciliana.
La sua preparazione, in base a forme particolari, si lega con numerose feste patronali, a maggior ragione si evince che la sua presenza nelle tavole natalizie è quasi scontata.
Antiche tradizioni a noi tramandate ci parlano del "cannizzu", un recipiente di canna utilizzato per contenere il grano del quale il pane prende il nome e la forma approssimativa. La pasta preparata per il pane in questione è lavorata in modo da ottenere la forma di semisfera alla quale si danno tre tagli trasversali in modo che possa aprirsi lievemente per raggiungere una buona cottura. Questa particolare forma di pane, che in genere pesa un chilo circa, è preparata la Vigilia di Natale e consumato per la notte di San Silvestro.
Una seconda forma di pane, sempre del peso di un chilo e sempre consumata per il pranzo di San Silvestro, è denominata "Uoi", cioè buoi. Il nome deriva dalla forma stessa del pane ottenuta dall'unione di due parti a forma di mezza luna che raffigurano due buoi.
Un tipo particolare di pane consumato abbondantemente durante le Vigilie più importanti del periodo natalizio - per l'Immacolata, per il Natale e per la notte di San silvestro - a Bagheria - Pa - è lo "sfincione".
Non è la tradizionale forma di pane, ma una forma più elaborata che può diventare quasi un piatto unico. La pasta che lo compone è fatta lievitare due volte. Essa è sciacciata lievemente con le mani e la si lavora in modo che assuma una forma circolare. Al suo interno sono inserite tre sarde salate, fette di pecorino fresco, mollica mista a pecorino grattugiato, cipolla appassita in padella, origano e olio. Il pane così ottenuto va cotto al forno.
Le particolarità di questo tipo di pane sono l'elevato grado di morbidezza ottenuta con la maggiore presenza di acqua, la mancanza della particolare crosta che caratterizza le altre forme di pane e l'abbondante uso di olio per il suo condimento.
I DOLCI
La dolceria siciliana è il settore privilegiato della gastronomia isolana dove, meglio di ogni altro, si uniscono la fantasia soggettiva del cuoco professionista o quella della più comune e popolare massaia alla tradizione secolare isolana che presenta ancor oggi le reminescenze delle dominazioni subite dall'isola. Le ricette dei dolci siciliani preparati per le feste contribuiscono, con il loro sfarzo ed ingredienti base come il pistacchio, la mandorla, il miele, la cannella e lo zucchero, ad accentuare il clima eccezionale della festa alla quale il dolce stesso è collegato, contribuendo così ad accentuare il distacco dalla quotidianità.
Discorso a parte merita la frutta secca. Da sempre essa simboleggia l'abbondanza e la ricchezza nelle leggende popolari, si evince così come essa ha un posto di primo piano nella dolceria siciliana prodotta nel periodo natalizio.
Un dolce che inaugura le festività natalizie è la "Cuccìa" di Santa Lucia, pietanza preparata, appunto, per il 13 dicembre, il giorno della festa patronale.
Gli ingredienti base sono 500 grammi di frumento tenero, 50 grammi di ricotta fresca, 300 grammi di zucchero, 100 grammi di cioccolato fondente, mezza bustina di vaniglia e il sale.
Il frumento va messo a bagno tre giorni prima della preparazione del dolce; occorre cambiare l'acqua spessissimo. Il giorno prima della preparazione del dolce, occorre scolare il frumento, metterlo in abbondante acqua leggermente salata e cuocerlo a fuoco lentissimo per sei/otto ore e lasciarlo riposare nello stesso tegame per l'intera nottata. Il giorno seguente il frumento va scolato
accuratamente e messo da parte in una zuppiera. Intanto si prepara la crema di ricotta cuocendo a fuoco moderato fino a lieve bollore la ricotta e lo zucchero e, dopo aver fatto raffreddare il composto, si aggiunge la cioccolata a pezzetti e la vaniglia. La crema così ottenuta si aggiunge il frumento e si otterrà il dolce.
Altro dolce siciliano natalizio è il "Buccellato".
Una ricetta isolana prevede l'utilizzo di 500 gr. di farina, 4 uova, 200 grammi di strutto, 200 grammi di zucchero, 200 grammi di latte, 2 grammi di ammoniaca, scorza di limone, 300 grammi di conserva, 200 grammi di fichi secchi, 100 grammi di uva passa, 50 grammi di nocciole, 50 grammi di mandorle, 200 grammi di noci, 100 grammi di buccia d'arancia candita, 1 chiodo di garofano, miele e frutta candita mista.
La ricetta prevede di impastare la conserva con l'uva passa, i fichi secchi tritati, le nocciole e le mandorle pelate e tritate, la buccia d'arancia candita a dadini, le noci spellate e tritate grossolanamente ed il chiodo di garofano tritato finemente. Tutto questo serve per la preparazione del ripieno.
La seconda fase della ricetta prevede di impastare la farina con lo strutto, lo zucchero, il latte, la scorza di limone grattugiata, l'ammoniaca e tre uova.
L'impasto così prodotto deve esser ridotto ad una sfoglia rettangolare molto sottile che sarà poi farcito con la conserva candita ed arrotolato in modo da richiudere la pasta a ciambella. Il buccellato così prodotto deve esser adagiato su di una teglia unta ed infarinata, spennellato con l'uovo battuto e cotto al forno. L'ultimo tocco prevede di scaldare 4-5 cucchiaiate di miele per
poi versarle nel buccellato in modo da renderlo lucido e la guarnizione del dolce con della frutta candita mista.
Una variante della ricetta appena citata è quella dei "buccellatini". Gli ingredienti in questo caso sono: 1 kg di farina doppio zero, 600 grammi di fichi secchi, 350 grammi di zucchero, 10 grammi di mandorle abbrustolite e tritate, 275 grammi di sugna, 100 grammi di uva passa, una bustina di vanillina, una manciata di cioccolato fondente, scorza di limone, di arancio e di mandarino, un cucchiaio di miele, un bicchiere di caffè e 50 grammi di confetti di zucchero.
Il ripieno si prepara macinando i fichi secchi, le scorze degli agrumi e le mandorle spellate e tritate e mescolando il tutto con il miele, il caffè tiepido ed il cioccolato a pezzi. Il ripieno si lascia riposare.
La seconda fase della ricetta prevede di impastare la farina con la sugna, lo zucchero e la vanillina. La pasta va stesa in una sfoglia e ritagliata in due sagome speculiari con un motivo a scelta. Una sagoma va usata come base del dolce, che deve esser bagnata leggermente con un vino liquoroso, e la seconda come copertura. Si dispone un pò del ripieno nella base e la si ricopre con la copertura premendo nei bordi delle due sfoglie per farle aderire. Con un coltello si possono rifinire meglio le sagome dei dolci così prodotte. I dolci vanno riposti in una teglia unta d'olio e cotti al forno già caldo a 180 gradi. I buccellatini appena sfornati devono esser spennellati con gomma arabica o albume montato a neve e cosparsi con i confetti di zucchero, lasciati raffreddare e serviti.
Un altro dolce siciliano tipicamente natalizio è il "torrone". Una variante di tale ricetta prevede l'utilizzo di un chilo di mandorle e di un chilo di miele - oppure 700 grammi di miele e 300 grammi di zucchero -. Occorre sbucciare e tostare al forno le mandorle e metterle successivamente sul fuoco in una casseruola insieme al miele - eventualmente insieme allo zucchero -.
Gli ingredienti si mescolano di continuo finchè non si rapprendono bene.
Successivamente il composto si versa in un piano ben umido e lo si taglia in base alla forma desiderata.
Un dolce natalizio molto noto per il quale si hanno alcune varianti nella ricetta è la "Cobaita". Gli ingredienti che occorrono sono un chilo di semi di sesamo, 600 grammi di miele, 300 grammi di zucchero e 250 grammi di mandorle ben abbrustolite. Occorre sciogliere il miele o lo zucchero in un tegame sul fuoco e dopo si versano i semi di sesamo e le mandorle. L'impasto si mescola contiunamente con un cucchiaio di legno finchè si raggiunge l'ebollizione.
Quando il composto è amalgamato lo si versa su di un piano umido e lo si spiana con un mattarello altrettanto umido finchè esso raggiunge lo spessore di un centimetro circa, quindi lo si taglia a quadrati o a rombi.
I "Nucatili" sono dei tipici biscotti natalizi.
Una variante di questa ricetta prevede una doppia lavorazione, una per la pasta e l'altra per il ripieno.
Gli ingredienti per la pasta sono la farina e del miele. Occorre far bollire il miele e versarlo tiepido nella farina da aggiungere nella quantità necessaria per ottenere un impasto omogeneo e morbido. Il tutto va lasciato riposare per circa cinque ore. La pasta così ottenuta serve per ottenere delle listarelle larghe circa 3-4 centimetri all'interno delle quali verrà versato il ripieno. Quest'ultimo si prepara utilizzando noci e nocciole sgusciate e lievemente tostate al forno, miele, scorza d'arancia e cannella. Porre le noci e le nocciole in un tegame e farle cuocere col miele, mescolando continuamente.
A metà cottura si aggiunge la scorza d'arancia tagliata finemente e la cannella a piacere. L'impasto si cuoce, sempre mescolando, finchè non si stacca dalle pareti della pentola.
Ultimata la cottura, occorre far raffreddare il ripieno e quando è tiepido lo si pone nelle listarelle di pasta precedentemente preparate, quindi si avvolgono tali listarelle in modo stretto in modo che il ripieno sia completamente coperto dalla pasta, si da al biscotto la forma di "S" e lo si decorara con un impasto morbido di farina sciolta nel cacao caldo.
Per preparare i "Mostaccioli" o "Mustazzola" occorre un chilo di farina, scorza di arancia tritata, miele a volontà ed un uovo. Occorre impastare tutti gli ingredienti per ottenere una pasta compatta da tagliare successivamente in modo da ottenere delle strisce di almeno un centimetro da tagliare ogni tre centimetri circa. Tali strisce vanno infornate in modo da lasciarle scurire e così si otterranno questi biscotti.
Le frittelle, in dialetto denominate "Sfinci", hanno il loro posto d'onore nella cucina natalizia siciliana.
Ad esempio, a Sortino si ha l'abitudine di condirle col miele e gustarle proprio per il pranzo delle feste.
La ricetta prevede l'uso di 500 grammi di farina, 3 uova, 25 grammi di lievito di birra, scorza di limone, zucchero a velo o miele e olio per friggere.
Occorre impastare la farina con le uova, un pò di scorza di limone grattugiata, il lievito diluito in acqua tiepida ed il quantitativo d'acqua necessario per ottenere un impasto morbido. Coprire l'impasto così ottenuto e lasciarlo lievitare in un luogo tiepido. La pasta così ottenuta deve esser divisa in piccoli pezzi a forma di ciambelline che vanno fritte in abbondante olio bollente. Dopo la cottura, occorre scolare gli sfinci in carta assorbente, decorarle con zucchero a velo o miele e servirle.
Un'ulteriore variante di questo dolce, consumato sempre durante il periodo natalizio nella Sicilia Occidentale, prevede un ripieno particolare per le sfinci. Gli ingredienti per queste frittelle farcite sono: 800 grammi di majorca doppio zero, 800 grammi di acqua, 100 grammi di sugna, 2 uova, 25 grammi di cremor di tartaro.
Si porta ad ebollizione l'acqua e vi si scioglie la sugna e la farina. L'impasto così ottenuto va versato sul marmo, vi si aggiunge il cremor di tartaro e lo si lavora fino ad ottenere una palla soffice. In una pentola si scioglie la sugna per friggere; appena bolle vi si versano pezzetti della pasta fatti a palline. Occorre batterle durante la doratura mentre gonfiano in modo da creare un vuoto all'interno della frittellae, a frittura ultimata, tale vuoto sarà riempito aggiungendovi, con una siringa, crema di ricotta o crema pasticcera.
"L'Aranciata" è un antichissimo dolce natalizio della Contea di Modica, dolce che può esser preparato utilizzando scorze d'arancia oppure, in alcune varianti, cedri, limoni, mandarini e mandaranci. È un dolce che si può consumare singolarmente oppure da utilizzare come decorazione per altri dolci.
Occorre sbollentare le scorze degli agrumi e lasciarle macerare per un giorno, cambiando l'acqua più volte. Le scorze vanno poi tagliate a strisce e sgocciolate. A fuoco dolce occorre preparare lo sciroppo con un ugual peso di zucchero e quando comincia a caramellare si uniscono le scorze e, dopo cinque minuti, si rovescia tutto l'impasto su di una superficie piana unta di olio di mandorla. Quando il dolce è raffredato, lo si conserva in un barattolo da chiudere ermeticamente.
La "Cedrata" è un altro tipico dolce modicano consumato preferibilmente per il periodo natalizio. È un torrone molto duro ottenuto cucinando scorze tritate di cedri ed arance insieme al miele, cannella e vaniglia. All'impasto deve esser data una forma rettangolare e lo si deve far raffreddare, ottenendo così la sua caratteristica forma compatta.
I "Dolcetti con fichi" sono un tradizionale dolce natalizio siciliano che anticamente era offerto alla fine delle novene natalizie.
Gli ingredienti da utilizzare sono: 1 kg di majorca doppio zero, 650 grammi di fichi secchi, 350 grammi di zucchero, 275 grammi di sugna, 100 grammi di mandorle abbrustolite, 100 grammi di uva passa, 1 bustina di vaniglia, un pò di cioccolata, 1 scorza di limone, 1 scorza d'arancia, 1 scorza di mandarino, 1/2 bicchiere di caffè liquido, 1 cucchiaino di miele.
Il ripieno si prepara macinando i fichi secchi, le scorze di agrumi e le mandorle abbrustolite. Il tutto va riposto in un barattolo dove si aggiunge anche la passolina, la cioccolata a pezzi, il miele ed il caffè liquido; il tutto va mescolato e lasciato riposare. Nel frattempo si impasta la farina sciogliendovi la sugna con poca acqua calda alla quale va aggiunta lo zucchero e la vaniglia. L'impasto va stirato e tagliato secondo delle sagome volute, come quelle rappresentanti degli animali, che poi andranno ad accogliere il ripieno. Una volta unita la pasta al ripieno, si attuano dei tagli a zig-zag sul dorso in modo da far intravedere il ripieno e per dare una sorta di decorazione al dolce.
I dolci vanno infornati e, a cottura terminata, vanno spennellati con gomma arabica o albume d'uovo.
La "cassata" è un dolce tipico siciliano conosciuto in numerose varianti in base alla ricorrenza in cui si prepara.
Una variante palermitana preparata per il Natale richiede, come ingredienti, il pan di spagna, la crema dei cannoli e la glassa di zucchero.
Gli ingredienti per il pan di spagna sono: 100 grammi di farina, 250 grammi di zucchero, 8 uova, 25 grammi di burro, 80 grammi di fecola di patate, scorza di limone e sale.
I tuorli delle uova vanno battuti in una casseruola insieme allo zucchero finchè il volume iniziale si triplica. Si aggiunge lentamente la farina, la scorza di limone grattugiata ed un pizzico di sale. Passare la casseruola sul fuoco a "bagnomaria", si mescola continuamente ed intanto si versano gli albumi montati a neve, la fecola di patate ed il burro fuso. Il composto non va portato ad ebollizione e quando è ben amalgamato lo si versa in una pirofila rotonda di venticinque centimetri di diametro e con i bordi alti 15 centimetri. Il tutto va cotto al forno moderatamente caldo per quaranta minuti.
Gli ingredienti per il ripieno sono: 250 grammi di ricotta fresca setacciata, 125 grammi di zucchero a velo, 20 grammi di dadolini di frutta candita, 20 grammi di cioccolata amara a pezzetti, 12 scorze di arancia candita, 12 ciliege sciroppate, 30 grammi di pistacchio verde tritato.
La ricotta va setacciata ed unita allo zucchero a velo, alla frutta candita ed alla cioccolata.
La glassa o sciroppo di zucchero va preparata con lo zucchero fondente sciolto a fuoco, ma evitando di raggiungere l'ebollizione, con poca acqua ed un pizzico di vaniglia.
Per preparare la cassata palermitana occorre preparare una tortiera di venticinque centimetri di diametro e di quattro centimetri d'altezza sulla quale si ripone una fetta di pan di spagna che va ricoperta con la crema già preparata; il tutto si ricopre con un'altra fetta di pan di spagna.
Il prodotto così ottenuto va capovolto su di un disco di cartone coperto con carta a pizzo, operazione da svolgere con molta cura per evitare di rompere il preparato.
La cassata così ottenuta va decorata per intero utilizzando la glassa di zucchero a velo tiepida e fatta asciugare. L'ultima fase della ricetta prevede di guarnire la cassata con frutta candita a fantasia.
Il "Cuscus dolce" è una tipica ricetta agrigentina natalizia. Si tratta di un dolce dalla forma rotonda o semisferica preparato adagiando su di uno zoccolo di pasta frolla o Pan di Spagna uno strato di conserva di pistacchio ed uno di crema pasticcera. Il tutto è completato e fermato da un colletto di pasta reale. Il tutto può esser arricchito aggiungendo all'impasto uno o più vini dolci.
I "Cuddureddi" sono dei dolci natalizi tipici della città di Grammichele - Ct -. Essi hanno la particolare forma ad anello, il loro involucro è creato impastando farina, acqua e zucchero ed il loro ripieno è costituito da un impasto costituito da vino cotto, spezie, mandorle, cannella e canditi di arance locali.

fonte: sicilyweb

Nel Salisburghese la più alta birreria d’Europa

Per molti una giornata sulla neve non significa soltanto passare da un impianto di risalita all’altro, da una pista di sci all’altra. Significa anche una sosta ristoratrice in un rifugio in quota, magari riscaldato da un fuoco acceso in una stufa di maiolica o in un caminetto. Ci si aspetta di trovare questo in un rifugio, per assaggiare un piatto di würstel con la senape o per dissetarsi con un bicchiere di “Apfelsaft”. Nessuno – salito in funivia o in telecabina a quasi 2000 metri di quota – si sogna di potervi trovare una birreria, anzi, un’autentica birreria bavarese, come quelle ospitali dell’Oktoberfest di Monaco.

Da domani l’impossibile diventa possibile a Leogang, nel Salisburghese. Anzi, per essere più precisi, non a Leogang, ma in località Asitz, a quota 1760 metri sopra Leogang, in un punto di snodo delle piste di sci che dalla vallata di Leogang superano la dorsale per scendere dall’altra parte, nel comprensorio di Saalbach-Hinterglemm. Qui, a due passi dalla stazione a monte della telecabina Asitz II, che sale da Leogang, è stata realizzata la più alta birreria d’Europa, per ricrearvi l’atmosfera di un’autentica “Hofbräuhaus” bavarese.

Per rendere “possibile l’impossibile” sono state “sacrificate” due birrerie storiche della Baviera: la Bürger-Bräu in Hof dell’Alta Franconia e l’Hirschbräu di Launingen sul Danubio, nella Svevia. Tutte le suppellettili e l’armamentario delle due birrerie è stato portato ad Asitz, comprese le caldaie e le vasche necessarie per la fabbricazione della birra. L’idea e la realizzazione sono di Sepp Altenberger, albergatore e gastronomo, che a Leogang gestisce l’hotel “Der Krallerhof”.

Se nella struttura a valle Altenberger punta sul wellness, con piscina, saune e massaggi, nella nuova birreria ad alta quota punta sulla tradizione e sui piatti tipici della Baviera, quelli proposti abitualmente nei menu delle birrerie di Monaco. Non solo. Per far conoscere agli ospiti le origini della fabbricazione della birra, Altenberger ha allestito anche un apposito museo, dove viene spiegato come veniva preparato un tempo la bevanda e dove i visitatori avranno la possibilità – ma questo solo su prenotazione – di spillare personalmente la propria birra dalle botti.

Domani, dunque, è in programma l’inaugurazione della birreria dell’Asitz. Una cerimonia nello stile bavarese, tanto che ad allietare la festa saranno le note dei “Sumpfkröten” (letteralmente “rospi di palude”), il gruppo leggendario che tradizionalmente suona all’Oktoberfest.

repubblica.it

Gastronomia, Turismo, Vienna

Il 31 dicembre, ultimo giorno dell’anno, il centro di Vienna si trasforma in un gigantesco party. Lungo il cosiddetto “Silvesterpfad” (percorso di San Silvestro), che partendo dalla Rathausplatz si snoda per le stradine del centro storico, i visitatori non soffriranno la fame e la sete, grazie a 70 chioschi che serviranno punch e prelibatezze gastronomiche. Il tutto nella cornice di un ricco programma di spettacoli e di tutta la musica che si può desiderare, dal valzer al pop. Particolarmente amato è il “miglio della classica” al Graben, dove le scuole di danza viennesi offrono crash-course di valzer, e il Prater, dove a mezzanotte in punto si svolge un grande spettacolo di fuochi d’artificio.

Il nuovo anno a Vienna viene festeggiato anche al Ballo imperiale nella Hofburg e in occasione di galà di Capodanno al Municipio e nei più eleganti hotel. Il treno di lusso “Majestic Imperator” permette di entrare nel nuovo anno nel modo più esclusivo, mentre all’Opera di Stato la tradizione vuole la rappresentazione de “Il pipistrello” di Johann Strauss. Inoltre nel programma del Capodanno viennese si possono trovare concerti, opere e operette oltre ai grandi musical “Ich war noch niemals in New York” e “Sister Act”.

La mattina del primo giorno dell’anno a Vienna ci si ritrova tradizionalmente nella piazza davanti al Municipio, per una colazione ricostituente dopo le bevute della notte e per assistere al tradizionale Concerto di Capodanno dei Wiener Philharmoniker, proiettato su maxischermo.

Per saperne di più sui programmi delle singole iniziative si rinvia ai seguenti siti web: Percorso di San Silvestro nel centro storico, www.wien-event.at; Ballo imperiale alla Hofburg, www.kaiserball.com; treno di lusso “Majestic Imperator”, www.imperialtrain.com; Galà di San Silvestro al Municipio, www.silvestergala.com.

Nella foto, i fuochi d’artificio di Vienna fanno da sfondo alla ruota gigante del Prater nella notte di Capodanno
repubblica.it

Insalata di Finocchio, Rucola e Parmigiano

Ingredienti:

2 bulbi di finocchio
2 tazze di rucola
1 limone
Parmigiano
olio extravergine di oliva
pepe macinato fresco

Indicazioni
Lavare la rucola, se necessario, e asciugateli con un asciugamano. Disporre la rucola sul fondo di una scodella poco profonda insalata. Tagliare i gambi e le foglie delle cime di finocchio, quindi affettare sottilmente il bulbo di finocchio e organizzare in cima alla rucola. Tagliate il limone a metà, spremere un pò di succo di limone sopra il finocchio e rucola, irrorare con l'olio d'oliva. Aggiungete un po 'di pepe fresco terreno a piacere. Shave il parmigiano con un pelapatate Lighty copertura l'insalata con il formaggio rasato. Servire immediatamente.

fonte http://gastronomia-cidfernandez.blogspot.com/

Gastronomia: I giudici del Gambero Rosso sono partiti alla ricerca della pasticceria perfetta

I giudici del Gambero Rosso sono
partiti alla ricerca della pasticceria perfetta e hanno
incoronato la Pasticceria Veneto di Iginio Massari, a Brescia,
con 93 punti su 100 e tre torte. La prima guida 'Pasticceri &
Pasticcerie 2012' ha selezionato 500 locali in tutta Italia e
assegnato il massimo riconoscimento, equivalente alle tre
forchette dei ristoranti, a otto presidi del gusto.
''La guida vuole essere una valorizzazione dell'arte
dolciaria italiana - ha detto la curatrice, Laura Mantovano - e
uno stimolo a seguire l'esempio dei grandi maestri pasticceri
come Massari, che ha fatto per la pasticceria quello che
Gualtiero Marchesi ha fatto per la cucina del nostro Paese''. In
seconda posizione, a pari merito a 91 punti, ci sono Biasetto di
Luigi Biasetto, a Padova, Gino Fabbri Pasticcere di Gino Fabbri,
a Bologna, Nuovo Mondo di Paolo Sacchetti, a Prato, e Pasquale
Marigliano, a Ottaviano (in provincia di Napoli). Seguono, a 90
punti, Cristalli di zucchero, di Marco Rinella, a Roma, Dalmasso
di Alessandro Dalmasso, ad Avignana (in provincia di Torino), e
L'Orchidea di Giuseppe Manila, a Montesano Sulla Marcellina (in
provincia di Salerno). Con 14 locali tra i primi quaranta e' la
Lombardia la Regione largamente piu' rappresentata, seguita dal
Veneto, dalla Sicilia (entrambe a cinque) e dalla Campania
(quattro). Sono stati assegnati anche tre premi speciali, in
collaborazione con Bravo, Michel Paquier della Douce di Genova
e' il pasticcere emergente 2012, Pasquale Marigliano ottiene
(oltre alle tre forchette) il riconoscimento per il miglior
packaging e Andreas Acherer di Brunico (in provincia di Bolzano)
viene premiato per il migliore sito web e l'innovazione
nell'abbinamento tra pasticceria e composizioni floreali. (ANSA)

Nasce il menù interreligioso

Sergio Dussin serve il pranzo in Vaticano ai quasi 400 rappresentanti delle religioni di tutto il mondo reduci da Assisi. Niente latticini, aglio, cipolla e vino nelle cotture, “sì” al broccolo di Bassano, al sedano di Rubbio e all'olio di Pove 

 di Alessandro Tich - bassanonet

E' stato, per sua stessa ammissione, il pranzo più difficile della sua carriera.
Ma proprio per questo, a evento concluso, anche una delle sue più grandi soddisfazioni.
Perché le persone da servire a tavola non erano commensali qualsiasi, ma i 390 rappresentanti delle fedi e delle religioni di tutto il mondo che giovedì scorso, ad Assisi, hanno partecipato alla “Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo” presieduta da Papa Benedetto XVI nel 25esimo anniversario del primo incontro interreligioso voluto da Giovanni Paolo II nel 1986.
Una responsabilità non da poco per Sergio Dussin, ristoratore bassanese, che pure in Vaticano è di casa e che già diverse volte ha avuto l'occasione di organizzare i pranzi ufficiali del Santo Padre.
Ma questa volta l'impegno era molto diverso: il cibo, per molte confessioni, è uno degli elementi alla base della stessa pratica religiosa. Nel menù studiato dallo staff di Dussin è stato quindi evitato di inserire qualsiasi ingrediente, vietato dalle singole tradizioni, che potesse provocare incidenti diplomatici.
Una selezione di pietanze e di prodotti che ha dovuto tener conto della contemporanea presenza a tavola di personalità delle diverse confessioni cristiane e ancora musulmane, ebraiche, buddiste, taoiste, shintoiste, hindu, bahai, rappresentanti delle religioni tradizionali di Africa, America e India, di diverse altre nuove religioni non ancora classificate e persino quattro intellettuali non credenti.
“Abbiamo predisposto un menù - spiega il ristoratore - privo di latticini, senza aglio né cipolla e senza vino nelle cotture. Si tratta di ingredienti espressamente vietati da alcune religioni. Il vino in bicchiere, Bianco di Zonta, Gambellara Vignato e Moscato per il dessert, non è stato servito ai musulmani, che hanno bevuto succo di arancia. Per tutti, c'era anche acqua naturale. Ai vegani abbiamo servito un menù differenziato, a base esclusivamente di verdure. Per i dieci rappresentanti della religione ebraica ci siamo avvalsi della collaborazione di un ristorante kosher di Roma. Era molto importante che tutto funzionasse alla perfezione perché un incontro conviviale di questo tipo non era mai accaduto prima.”
Il pranzo con le religioni del mondo, intitolato “Con diversità alla stessa tavola” e offerto dal segretario di Stato card. Tarcisio Bertone, si è svolto ieri alle 13 nell'atrio dell'Aula Paolo VI del Vaticano a seguito dell'incontro degli stessi partecipanti con Papa Ratzinger, sempre in Vaticano, nel giorno successivo alla manifestazione di Assisi.
“Sediamoci attorno alla stessa tavola - è stato l'invito rivolto agli ospiti dal segretario di Stato Bertone all'inizio del pranzo -, con tutte le nostre diversità e con l'impegno comune di metterci con tutte le nostre forze al servizio della causa della pace.”
“Abbiamo proposto un menù a base di pesce - rivela ancora Dussin - perché ieri era venerdì e la nostra tradizione cristiana richiede il pesce invece che la carne, e la proposta è stata accettata dalle autorità vaticane. E' stata anche la prima uscita ufficiale del broccolo di Bassano, un prodotto che sarà alla base delle campagne future della ristorazione bassanese. Tra gli ingredienti a tavola abbiamo inserito anche il sedano di Rubbio e l'olio di Pove. Noi portiamo avanti il nostro territorio, e quando usciamo dai confini di Bassano vogliamo essere gli ambasciatori dei nostri prodotti tipici.”
Sono state quattro, in tutto, le portate servite: come antipasto, trancio di salmone bollito con sedano di Campese; per primo, fusilli fatti in casa con pomodoro e cubetti di melanzane; per secondo, filetto di orata con broccolo di Bassano bollito e condito con olio di Pove e come dessert semifreddo all'ananas con salsa di fragole.
Oltre al personale di sala e di cucina del ristoratore locale, all'evento era presente anche un gruppo di persone giunte appositamente da Bassano, tra cui l'esperto di cultura enogastronomica Otello Fabris, che hanno collaborato al servizio a tavola.
“Il pranzo è durato poco più di un'ora - conclude Dussin - e si è svolto nella massima semplicità, nonostante l'importanza del momento.”

Gault Millau Südtirol assegna gli ambitissimi quattro cappelli ad uno chef altoatesino

Per la prima volta nei suoi dieci
anni di pubblicazione, Gault Millau Südtirol assegna gli
ambitissimi quattro cappelli ad uno chef altoatesino: Norbert
Niederkofler, lo chef Norbert Niederkofler dell'Hotel Rosa
Alpina di San Cassiano in Badia. Anche "Le Guide de l'Espresso
Alto Adige-Südtirol" gli hanno riconosciuto il massimo del
punteggio.
Negli ultimi anni il numero dei ristoranti inseriti nelle
guide non ha subìto variazioni significative. E' invece
aumentata la fascia più alta. Il secondo voto più alto infatti,
ovvero i tre cappelli, sono stati assegnati quest'anno a ben
quattro ristoranti. Lo "Schöneck" di Falzes e lo "Jasmin" di
Chiusa hanno conquistato il terzo cappello raggiungendo una
valutazione di 17 punti a testa; la "Gourmetstube Einhorn" di
Mules fa il suo ingresso trionfale nella guida collezionando
subito 17 punti e tre cappelli; con 18 punti infine conferma la
propria qualità il ristorante "Castel" di Tirolo, che ormai da
dieci anni sfoggia i tre cappelli da cuoco. Per capire meglio:
nel 2002 la guida "Gault Millau Südtirol" elencava appena un
locale con tre cappelli. Situazione pressoché identica nella
guida regionale edita dall'Espresso, giunta all'undicesima
edizione, nella quale è possibile constatare un salto di qualità
altrettanto notevole. (ANSA).

28 hotel corrispondenti trovati a San Cassiano

In controtendenza rispetto ai tanto proclamati brunch, "Il pranzo della domenica" attinge alla migliore tradizione italiana

- Si e' fatto conoscere dal pubblico televisivo soltanto un anno fa con il programma "Casa Alice" ed e' gia' un volto noto agli appassionati di cucina. E' Daniele Persegani che oggi porta il libreria il suo primo libro di ricette, "Il pranzo della domenica", edito da Sitcom Editore.
In controtendenza rispetto ai tanto proclamati brunch, "Il pranzo della domenica" attinge alla migliore tradizione italiana, gastronomica e sociale, nata negli anni Sessanta. Un modo di vivere il giorno della festa, della famiglia e, piu' in generale, della convivialita', che oggi Daniele Persegani rivisita e propone ai lettori grazie a una ricca raccolta di ricette. "Il pranzo della domenica" sara' presentato oggi a Roma, alle 18.00, presso la libreria Melbookstore di Via Nazionale 254, alla presenza dell'autore, di Francesca Topi, Responsabile del canale Alice, e di Giulia Macri', Vice Direttore del mensile Alice Cucina. Il nuovo volume arricchisce l'offerta della Collana Alice legata ai volti del canale televisivo Alice: al fianco di Franca Rizzi, in "Casa Alice", Daniele Persegani ha dato visibilita' alle sue doti di chef, ristoratore e insegnante. In questo libro, con oltre cinquanta ricette e una sezione dedicata al decoro e alla mise en place, lo chef romagnolo rende un tributo alla migliore tradizione italiana, quella che invita a riunirsi intorno a una tavola ben apparecchiata per trascorrere i giorni festivi, allietati da una piacevole compagnia e dal buon cibo.

agi

Cinema e gastronomia tra i due fiumi

Il Turing Club italiano dedica un'intera guida al Polesine. Sette itinerari e dieci film d'autore per raccontare la terra compresa tra i due fiumi

Rovigo - Il polesine tascabile. Il Turing Club italiano ha presentato in accademia Olvia il volume che racconta il Polesine: “Rovigo e Delta del Po: Cinema e gastronomia”. La nuova guida del Tci, promossa e realizzata dalla Fondazione Banca del Monte di Rovigo con il contributo della Regione Veneto, della Provincia di Rovigo, e dell'Ente Parco Regionale Veneto del Delta del Po, è stata presentata nella Sala Oliva dell'Accademia dei Concordi alle 17,30 di venerdì 15 luglio, presenti le autorità delle istituzioni polesane e un folto pubblico di studiosi e appassionati della terra polesana. Sette itinerari e dieci film d'autore per raccontare il Polesine.

La nuova pubblicazione dal Tci, è un volumetto tascabile ben stampato e dalla grafica semplice e facilmente leggibile, conduce “passo passo” a visitare Rovigo, l'Alto Polesine e il Delta del Po in sette itinerari. La guida, della collana Itinerari, segue la realizzazione della guida verde Tci Rovigo e Provincia, in continuità con il progetto di valorizzazione del Polesine, con il fine di far conoscere le specificità del territorio, proponendo di riscoprire la cultura della tradizione gastronomica e rivisitare il cinema girato nella grande area polesana. Gli itinerari proposti dall'autore si snodano tra paesaggi, monumenti e musei, ville venete e chiese, i grandi fiumi e curiosità che diventano opportunità, scopo e mezzo per svelare il legame tra il Polesine e i set cinematografici. Un territorio unico in Italia che ha ispirato famosi registi (Soldati, Visconti, Antonioni, Montaldo, Pupi Avati, e molti altri) per le riprese di film che hanno introdotto il Polesine nel cinema d'autore.

Dopo i saluti del Presidente dell'Accademia, Professor Costato, e del Sindaco Bruno Piva, il presidente della Fondazione Banca del Monte, Adriano Buoso, ha illustrato il progetto editoriale, che prevede di valorizzare le specificità del Polesine, gli aspetti culturali e gastronomici. In particolare, Buoso ha segnalato che ...”i ristoranti usano poco o non usano per niente i prodotti della nostra terra e la nostra cultura gastronomica rischia di essere dimenticata”. Diventa fondamentale per l'economia valorizzare i prodotti e le eccellenze del nostro territorio. Ha poi annunciato che la guida Rovigo e Delta del Po: Cinema e gastronomia verrà presentato con conferenze nel Delta, a Milano e a Venezia. Inoltre, la guida verrà inviata a tutte le biblioteche civiche d'Italia. Di seguito gli interventi dei rappresentanti delle Istituzioni Pubbliche che hanno contribuito alla realizzazione dell'iniziativa. Il presidente della Provincia, Tiziana Virgili, ha affermato che la guida è uno strumento per contribuire allo sviluppo del Turismo, che significa migliorare l'economia polesana. Il territorio polesano e, in particolare il Delta, è una grande area verde che deve essere tutelata e valorizzata. Il presidente dell'Ente Parco e sindaco di Porto Viro, Geremia Gennari, ha sottolineato l'importanza di fare una corretta comunicazione: in passato non abbiamo saputo comunicare e comunicare è la base per fare marketing. Si spiega così il fatto che il Delta del Po è più conosciuto dalla parte ferrarese, dove nei lidi d'estate ci sono milioni di turisti, mentre da noi si insiste a dire che: “l'Isola di Albarella si trova vicino a Chioggia”. La nuova guida del Tci sarà utile allo scopo che ci siamo proposti di realizzare. Il Console del Tci di Rovigo, Davide Pavanello, ha fatto i complimenti all'autore per come ha saputo cogliere gli aspetti più interessanti e particolari del territorio. Ha ricordato che, grazie all'attività della locale rappresentanza del Touring, lo scorso anno circa 25.000 soci del Tci hanno visitato il Polesine. L'ultimo intervento è stato quello dell'autore, Francesco Soletti, che si è detto innamorato del Polesine, lui che è nato a Milano, e ha ringraziato per la collaborazione Sergio Garbato, autore del testo “Dieci film d'autore”. Culturalmente una bella conferenza e gli applausi non sono stati sprecati, ma tra il pubblico si sussurrava: “Nessun cenno alla riconversione a carbone della Centrale di Polesine Camerini. Che ne sarà del Delta polesano?”. In prima fila, tra il pubblico, c'era anche Laura Negri, assessore al Turismo della Provincia di Rovigo: che abbia sentito i sussurri? Dopo i saluti di rito del moderatore Adriano Buoso, a tutti i presenti è stato fatto omaggio di una copia della nuova guida.

Giovanni Boschetti / rovigoggi

Corso di Alta Specializzazione in giornalismo eno-gastronomico



Il Corso di Alta Specializzazione in giornalismo eno-gastronomico, organizzato dall'Istituto Superiore di Giornalismo di Palermo, in collaborazione con Belle e Buone Arti, l'Italia delle Eccellenze e con la Federazione delle Strade del Vino e dei Sapori di Sicilia, nasce dalla necessità di migliorare la preparazione dei giornalisti e degli operatori della comunicazione, per una più ampia ed appropriata conoscenza del mondo delle specificità/tipicità territoriali e per rispondere ad una crescente domanda di informazione da parte di un pubblico sempre più sensibile alla qualità nell'agroalimentare, una grande platea di eno-appassionati in continua costante crescita, che pratica il turismo enogastronomico, prezioso volano di sviluppo dei territori in un momento delicato per tutta l'economia.

Il progetto ha valenza regionale e nazionale ed è orientato quindi, sia a candidati provenienti dalla Regione Sicilia, sia ad aspiranti corsisti provenienti dalle Regioni Italiane che hanno aderito al "Catalogo interregionale dell'Alta Formazione", nel cui sito è appena stato pubblicato il programma del corso che inizia il prossimo 17 ottobre 2011. Il corso avrà la durata di 330 ore, di cui 180 di formazione in aula, 30 di outdoor e 90 di stage presso le cantine siciliane; lezioni e stage si svolgeranno al sabato e domenica.

Il progetto si pone l'obiettivo di operare interventi di alto contenuto professionale, un "background" integrato ed articolato. Una particolare attenzione sarà rivolta a chi svolge attività di implementazione e gestione dell'editoria online, per una maggiore specializzazione in un settore in grande crescita, dove sono sempre più richieste figure professionali evolute. Opportunità lavorative: giornalista specializzato, comunicatore e redattore di contenuti multimediali, ufficio stampa, addetto alle pubbliche relazioni, addetto e/o responsabile comunicazione e marketing.

Il corso gode del Patrocinio dei più prestigiosi organismi di settore, tra cui le Strade del Vino e dei Sapori di Sicilia che attiveranno una preziosa collaborazione per gli stage nelle cantine e nelle strutture associate.

Il percorso didattico è diviso in sette aree/fasi: da "formazione/professione" al "comunicare l'agroalimentare nei media tradizionali e multimediali", dalla "ristorazione - territorio/tipicità" al "turismo enogastronomico"… Un fattore determinante e significativo nella formazione, è rappresentato dal modulo "stage-workshop-tutoring - outdoor learning" con eventi sul territorio ed in cantina, in un ricco calendario con appuntamenti mensili, fin dalle prime lezioni. Tra i Docenti figurano i più qualificati giornalisti specializzati, liberi professionisti e manager delle principali aziende del settore.

Il costo è totalmente coperto da una borsa di studio delle Regioni aderenti al Catalogo Interregionale dell'Alta Formazione; per richiedere il contributo ci si deve rivolgere, entro e non oltre il prossimo 4 agosto 2011, alla propria Regione di residenza; maggiori informazioni si possono ottenere collegandosi al sito www.altaformazioneinrete.it.

La realizzazione e la gestione ottimale del progetto formativo è garantita dall'Istituto Superiore di Giornalismo di Palermo, organismo di Formazione riconosciuto dalla Regione e dall'Ordine dei Giornalisti della Sicilia, con sede in Palermo, Via Maqueda, 334 - Tel. 091 7495197. Info ed approfondimenti:

www.istitutogiornalismo.it


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