L'appuntamento è per il Salone del Camper, in programma dall'8 al 16 settembre a Parma. Voglia di libertà, di uscire dai percorsi della tradizionale vacanza stanziale per scoprire "l'altra Italia"


Portandosi dietro la "casa" come una chiocciola. Il turismo en plen air, nonostante la crisi economica e i troppi vincoli che esistono nel nostro Paese per chi ha scelto di passare le vacanze in camper o in caravan, è una realtà dinamica e interessante. Ogni anno, secondo i dati del Ciset (Centro Internazionale di Studi sull'Economia Turistica dell'Università Ca' Foscari di Venezia), sono 5,6 milioni i turisti en plen air che visitano il nostro Paese, di cui 3 milioni di italiani e 2,6 milioni provenienti da altri Paesi. Cifre interessanti, considerando anche che il turista itinerante, se da una parte non spende soldi in strutture alberghiere, dall'altra spesso acquista beni e servizi "altri".
In Italia, esiste dal 1977 Apc, l'Associazione dei produttori Caravan e Camper, che rappresenta 41 aziende con con un fatturato complessivo di 600 milioni di euro, di cui il 58% destinato all'export.


 Quest'anno, Apc ha presentato il primo Rapporto sul turismo en plen air. I dipendenti del settore sono 4mila, a cui se ne aggiungono altri 3mila della filiera; in totale vengono prodotti nel nostro Paese circa 13mila camper all'anno. L'associazione, oltre a rappresentare gli interessi dell'industria del caravanning made in Italy, si propone anche di tutelare i diritti di chi viaggia in camper e in caravan. E proprio su questo fronte c'è sicuramente molto da fare nel nostro Paese. Basta per esempio considerare che in Italia ci sono circa 8.100 Comuni e soltanto 600 aree di sosta camper comunali attrezzate. La stessa Apc fin dal 2001 ha realizzato iniziative come il bando «I Comuni del Turismo all'Aria Aperta», attraverso il quale sono state realizzate 26 aree di sosta comunali.
Per quanto riguarda le immatricolazioni di camper nuovi, la domanda ha continuato a crescere fino al 2007 quando il settore ha raggiunto il suo massimo, con quasi 15mila unità immatricolate, una cifra raggiunta senza mai beneficiare di alcun sostegno. Con l'avvento della crisi, tuttavia, la domanda interna ha vissuto un calo fino alle circa 7mila unità registrate nel 2011. In Italia, il mercato delle caravan ha una dimensione piuttosto contenuta: nel 2011 sono state immatricolate 1.699 unità, con un calo del 5,7% rispetto all'anno precedente. Maggior tenuta, invece, ha dimostrato il mercato dei camper usati: nel 2011 la vendita di veicoli ricreazionali usati ha interessato 21.409 unità, con un calo di solo 1,2% rispetto al 2010.
Se guardiamo al parco circolante, i Paesi con più alta densità di camper e caravan ogni 10mila abitanti sono quelli del Nord e del Centro Europa. L'Italia si posiziona alla metà della classifica europea per quanto riguarda i possessori di camper mentre è in fondo per i caravan.
Dall'indagine del Ciset è possibile anche tracciare un identikit del camperista italiano: età media 39 anni, svolge in media 4 viaggi all'anno, il 50% delle volte recandosi al mare, il 21% in aree diverse, il 14% in montagna. Età più alta invece per i camperisti francesi e tedeschi: 47-48 anni.
Paolo Bicci, presidente Apc, sottolinea come in Italia, pur essendoci un importante flusso turistico en plen air, si debbano ancora potenziare le strutture: «Come associazione, abbiamo tra i compiti promuovere il cosiddetto "camper style". In Italia c'è sicuramente carenza di aree attrezzate, anche perché esiste il falso mito che il camperista non spenda sul territorio. Certo, la spesa è più bassa rispetto a quella di chi risiede in albergo: in media 50-55 euro al giorno per persona. Ma in genere il turista plen air rimane più giorni, e inoltre i viaggi in camper sono destagionalizzati e si preferisce spesso stare fuori dai giri turistici tradizionali, cercando della "piccola grande Italia". E il camperista spesso spende tanto in prodotti locali». Tra le iniziative di Apc ci sono anche accordi per la diffusione del camper style: «Per esempio - ricorda Bicci - abbiamo fatto due accordi con Federparchi e Terranostra: noi offriamo la realizzazione di alcuni camper services e le associazioni si sono impegnate a mappare aree per ricevere camper e consentire la sosta gratuita per una notta negli agriturismi».
L'appuntamento è per il Salone del Camper, in programma dall'8 al 16 settembre a Parma. «In quell'occasione - ricorda Bicci - venderemo un voucher che, per 99 euro, consente di "provare" un camper dal venerdì sera al lunedì mattina».


Franco Sarcina - ilsole24ore.com

Palati in festa, torna la sagra del lardo di Arnad

Realizzato secondo una ricetta che da secoli gli artigiani si tramandano, il lardo di Arnad viene celebrato per il 42/o anno con una sagra ad hoc. L'appuntamento é dal 23 al 26 agosto in località Keya di Arnad, all'interno di una radura dove sono allestiti piccoli chalet in legno, decorati con fiori e panni di canapa ricamati. Protagonista della sagra è il 'Vallee d'Aoste Lard d'Arnad Dop', a fianco del quale vengono presentate altre specialità valdostane. Si caratterizza soprattutto per due elementi: l'alimentazione dei maiali a base di castagne e ortaggi; la stagionatura, per la quale sono utilizzati sale, aromi maturali, spezie, ed erbe di montagna. Il lardo di Arnad matura poi, per almeno tre mesi, nel 'doil', un tipico recipiente in legno di castagno fabbricato dagli artigiani valdostani. Momento clou della sagra il 26 agosto, con animazioni musicali, spettacoli e danze che faranno da corollario alle degustazioni. Per informazioni www.festalardo.it.

ansa

Coldiretti, da 'Caligola' colpo di grazia a colture

L'arrivo della nuova ondata di caldo torrido, prevista nelle prossime ore, rischia di dare il colpo di grazia all'agricoltura italiana che, a causa della piu' grave siccita' degli ultimi dieci anni registra danni per un miliardo di euro. E' quanto afferma in una nota Coldiretti, che ha elaborato la prima mappa della sete regione per regione, sottolineando che si contano gia' pesanti tagli alla produzione nazionale che vanno dal -20% del pomodoro, al -30% del mais, fino al -40% della soia. Forti riduzioni, secondo Coldiretti, sono previste anche per la barbabietola da zucchero (quasi -50%) e per il girasole (-20%), mentre la vendemmia si preannuncia una dellepiu' contenute dell'ultimo secolo anche se di buona qualita'.



''Siamo di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici nei confronti dei quali occorre intervenire con aiuti finanziari per affrontare l'emergenza ma anche con misure strutturali'' sottolinea il presidente di Coldiretti Sergio Marini in una nota, sottolineando ''l'importanza delle opere infrastrutturali per la conservazione dell'acqua con il necessario potenziamento degli invasi per l'avvenuta modifica della distribuzione della pioggia''. Secondo la 'mappa della sete' elaborata da Coldiretti, in Veneto sono piu' di 350 mila gli ettari di coltivazioni in forte sofferenza, con perdite che vanno dal 20% all'80% della produzione. In Piemonte, dove torna piu' che mai d'attualita' l'ampliamento dell'invaso in Valvassera, molti alpeggi hanno esaurito le risorse foraggere e in Lombardia si registrano raccolti di mais e pomodori tagliati di oltre il 20%.



Anche in Emilia Romagna a soffrire sono soprattutto mais e pomodoro da industria, oltre al comparto ortofrutticolo. In Abruzzo sono in difficolta' soprattutto le coltivazioni del Fucino e si registra un caldo del 30% della produzione di finocchi, radicchi e carote. In Toscana la prima stima dei danni della siccita' e' di 60 milioni di euro, persi il 30% dei pomodori, il 50% di mais, girasoli e barbabietole ma anche olio e vino stanno soffrendo. Problemi simili anche in Umbria, dove si riscontrano problemi anche nella produzione di latte, e nelle Marche, dove la siccita' rischia di azzerare la produzione di girasoli, mais e foraggio nella provincia di Pesaro. Codice rosso nel Lazio in alcune zone come il viterbese, dove ormai non piove da mesi: colpiti castagneti, noccioleti, oliveti, vigneti e ortofrutta. mancanza di foraggio e afa mettono a rischio anche gli allevamenti. I danni della siccita' in Campania sono stimabili a circa 50 milioni di euro: a rischio i raccolti dei terreni coltivati a nocciolo e castagne, ma anche pomodoro, mais, uva e tabacco. In Puglia, infine, all'inizio di agosto si registrano 108 milioni di metri cubi di acqua in meno rispetto all'estate 2011, una situazione da allarme rosso per tutte le produzioni ortofrutticole e per gli animali. In calo anche la produzione del latte, che nei giorni piu' roventi e' scesa anche del 50%. (ANSA).