Dopo la siccita' dell'estate 2012, una stagione concentrata ma ricca di funghi, porcini compresi e il raro 'ovulo buono'


Dopo la siccita' dell'estate 2012, una stagione concentrata ma ricca di funghi, porcini compresi e il raro 'ovulo buono'. Ed e' boom di cercatori che, nelle assolate giornate di settembre e ottobre, hanno fatto man bassa di specie fungine, mettendo pero' a volte a rischio la salute, al punto che, nel solo mese di ottobre, per sei volte si e' dovuto ricorrere a trapianto di fegato per epatiti fulminanti, mentre sono anche aumentati gli incidenti nei boschi, con feriti e vittime negli angoli piu' reconditi dei boschi o tra il fogliame umido. A fare il quadro della stagione di raccolta dei funghi e' Pierluigi Fedeli, comandante della stazione del Corpo forestale (Cfs) di Parma e micologo.

''Dal Trentino alla Puglia - dice il dirigente Cfs - sono aumentati a dismisura i cercatori. Negli anni e' diventata una moda e le belle giornate di settembre e ottobre hanno incentivato gli escursionisti. Spesso i cercatori occasionali sono un po' avanti negli anni, e si avventurano nei recessi piu' reconditi, lasciando il sentiero. E cosi' numerose sono le chiamate per cadute tra il fogliame scivoloso, talvolta con feriti, vittime o dispersi. Il bosco e' dunque un ambiente insito di pericolo per i micologi della domenica che poi devono essere in grado di evitare i rischi a tavola. Quest'anno si registra un aumento dei casi di avvelenamento, anche mortali, per l'incauto consumo. Ne bastano 50-60 grammi per produrre effetti letali''.

Simile all''ovulo buono', e' ad esempio la letale amanita muscaria (cappello rosso e pois bianchi) mentre altre tre amanite mortali crescono anche nel giardino di casa. Non esistono regole empiriche per stabilire la commestibilita' dei funghi: ''non e' vero - precisa Fedeli - che i funghi tossici vengono mangiati dalle lumache, ne' che quelli che nascono su tronchi e legno siano sicuri tour court, cosi' come quelli bianchi non sono sempre commestibili e non da' certezze neanche il cucchiaio d'argento che annerisce durante la cottura.

Per il benessere degli amici a quattro zampe, vanno poi evitati prove d'assaggio preliminari del cane''.

Ogni esemplare, ribadisce il forestale, va classificato con certezza e consumato solo se appartiene a specie eduli. Con l'alta frequentazione dei boschi i funghi commestibili vengono raccolti presto, e apparentemente si incontrano piu' specie velenose. Gli appassionati non devono poi fidarsi di "presunti esperti". Gli unici che possono indicare con certezza quali siano i funghi da consumare o quelli tossici sono gli Ispettorati micologici delle Asl. In caso di dubbio, e' assolutamente necessario astenersi dal consumare miceli, anche se di aspetto gradevole: tinte tenui, invitante odore di farina.

E per cautela va buttata tutta la massa raccolta.
ansa

La zucca regina della tavola di Halloween


Simbolo di Halloween più di ogni altro, la zucca è l'ortaggio di stagione che in questo periodo a tavola non può mancare. Ne esistono centinaia di varietà, da quella americana entrata nell'immaginario collettivo di forma tonda, arancione e grande, che ben si presta anche alle decorazioni e agli intagli, alle varietà di forma allungata o più piccole, di colore anche verde e giallo. Alimento versatile, si presta a ricette salate e dolci: dal risotto ai colorati antipasti, dai muffin alle torte, passando per le zuppe e le fette di zucca grigliate per contorno. Il limite è solo la fantasia di chi è in cucina. L'ortaggio fornisce ottimi spunti non solo per variare il proprio menu, ma anche per qualche gita fuori porta, in occasione di feste e sagre a tema. A Mantova la manifestazione "Di zucca in zucca" è stata già inaugurata, a inizio settembre, ma si protrarrà fino all'8 dicembre quindi c'è abbastanza tempo per programmare un fine settimana nella terra dei Gonzaga. I visitatori potranno approfittare di degustazioni, corsi di intaglio, mercati contadini, mostre, incontri per imparare metodi di cottura e conservazione, gare culinarie. Negli agriturismi che aderiscono all'iniziativa saranno proposti menu a tema, dall'antipasto al dolce. A Mantova è d'obbligo assaporare i tortelli con ripieno di zucca. Un appuntamento molto atteso dai bambini è quello della "Festa delle Lumere" il 28 ottobre, occasione per colorare le zucche intagliate e creare maschere. Altro evento di particolare richiamo è la Fiera regionale della zucca a Piozzo, in provincia di Cuneo, dal 5 al 7 ottobre 2012. Quest'anno la manifestazione, già riconosciuta dalla Regione Piemonte come fiera regionale specialistica del settore ortofrutticolo, ha anche ottenuto il patrocinio del Ministero delle politiche agricole e si avvarrà della collaborazione di Slow Food. Di rilievo la mostra tecnico-scientifica sulle 450 qualità di zucca selezionate ed esposte in una via panoramica del paese e gli assaggi di piatti a base dell'ortaggio. Parteciperanno i maestri chef intagliatori di vegetali e un artigiano speciale, del suono, che realizza strumenti e oggetti sonori con le zucche secche. Grande spazio alle famiglie e ai bambini, che potranno cimentarsi in laboratori pensati per loro. Ecco qualche altro appuntamento da mettere in agenda. Nei prossimi due fine settimana (22-23 e 29-30 settembre) c'è la Fiera della Zucca a Reggiolo (Reggio Emilia), dal 28 al 30 settembre la Sagra della zucca anche a Lana (Bolzano), mentre a Bolzano la Festa dell'ortaggio è in programma dal 5 al 14 ottobre. A Castell'Azzara (Grosseto), dal 5 al 7 ottobre c'è il concorso che premierà la zucca più piccola, quella più strana e la più pesante. In provincia di Udine celebrano la zucca Terzo di Aquileia (20/21 ottobre) e Venzone (28 ottobre). Ostellato (Ferrara) propone la sua festa il 28 ottobre, il 4 e l'11 novembre e Campodarsego (Padova) il 4 novembre.
ansa

Olio: 'Assieme', 100% italiano a 'prezzo giusto per tutti'

Italiano, buono, etico e giusto. Riflette i valori del Salone del Gusto, dove e' stato presentato, l'olio extravergine tutto italiano 'Assieme', presentato alla presenza del ministro Catania, da Cia, Cooperative Italiane, e Coop. Si tratta di un prodotto di qualita' che guarda all'etica, e che garantisce una piu' equa ripartizione del valore aggiunto fra i diversi soggetti della filiera, dall'olivicoltore agli scaffali dove da fine ottobre sarà presente in 200mila bottiglie l'anno a un prezzo di lancio di sette euro al litro.

''E' una buona notizia - ha commentato il ministro Catania - perche' da' una quota di valore aggiunto maggiore ai veri protagonisti, senza perdere di riferimento il consumatore che spesso non riceve una completa informazione sull'olio che sta per acquistare. E questo e' un problema acutissimo proprio per l'olio dove la produzione italiana e' al top della qualita' nel Mediterraneo. L'operazione presentata oggi - secondo Catania - razionalizza la filiera e da' al consumatore informazione chiara e netta''. Il presidente della Cia Giuseppe Politi ha sottolineato come ''questo olio sia 'tracciato' anche dall'accordo che c'e' dietro grazie al quale gli olivicoltori hanno certezza del legame tra prezzo d'origine e quello finale nonche' della valorizzazione di questo prodotto nazionale''. Mentre il presidente di Coop Italia Vincenzo Tassinari ha sottolineato come sia ''importante l'innovazione nel settore. E dopo anni di polemiche all'interno della filiera, finalmente si e' deciso di 'fare insieme'. E Coop vuol fare da cerniera tra mondo agricolo e i soci del gruppo di distribuzione moderna - che con due miliardi e 800 milioni di euro e' la quarta industria italiana. Lo abbiamo gia' fatto - precisa Tassinari - col vino e abbiamo venduto 1,8 milioni di bottiglie perche' anche in tempi di crisi il consumatore sa apprezzare la nostra reputazione e un prodotto di alta' qualita' venduto a un prezzo che consente giusta retribuzione del coltivatore. La sfida dell'imprenditoralita' moderna - ha concluso Tassinari - e' garantire un doppio vantaggio, per i consumatori e gli agricoltori''. E anche in tempi di crisi il mercato dell'olio extravergine d'oliva e' cresciuto nell'ultimo del 6% in volume pari a +4,8% in valore. E secondo un sondaggio Coop l'italianita' e' un fattore irrinunciabile per il 74% degli intervistati.
(ANSA)

Salone Gusto: Sicilia mette in mostra suoi 'tesori'

La Sicilia mette in mostra i suoi "tesori" al Salone del gusto di Torino, da domani a lunedì al Lingotto Fiere. Due stand rappresenteranno l'sola: quello istituzionale Sicilia un'isola di biodiversità a cura della Regione e lo stand dell'associazione regionale di Slow Food. Lo spazio della Regione prevede appuntamenti organizzati in collaborazione con Slow Food: un programma denso d'incontri dedicati al patrimonio di biodiversità e al valore della ristorazione dell'isola con ospiti, esperti e addetti ai lavori. Legalità, territorio e salute sono invece i temi portanti dell'area associativa regionale, che vede nell'importanza del cibo il loro filo conduttore. Importante elemento legato alla partecipazione siciliana è il primato regionale, insieme alla Puglia, per numero di nuovi presidi Slow Food alla manifestazione. Sono sei le new entry siciliane appartenenti alla rete dei progetti Slow Food che tutelano la biodiversità e sostengono le piccole produzioni locali del settore agroalimentare: l'alaccia salata di Lampedusa, il carciofo spinoso di Menfi, il cavolo trunzu di Aci, il fagiolo cosaruciaru di Scicli, la lenticchia di Villalba e il pomodoro siccagno.

L'alaccia, presente in grandi banchi nel Mediterraneo meridionale, assomiglia alla comune sardina ma è più tozza e può essere lunga anche 30 centimetri. Un tempo, fresca o salata e conservata sott'olio, era il principale sostentamento nelle lunghe battute di pesca dei lampedusani. Il presidio coinvolge gli ultimi due pescatori isolani che usano i tradizionali cianciolo e lampara e valorizza questo pesce povero ma prelibato. Il carciofo spinoso di Menfi occupa ormai appena 10 dei 600 ettari dedicati alla coltivazione del carciofo, sostituito da ceppi meno pregiati ma più produttivi. Il presidio sostiene un gruppo di agricoltori che hanno scelto di recuperare la tradizione locale, anche grazie alla lavorazione di prodotti sott'olio. Il cavolo trunzu di Aci è tra i tesori dei terreni lavici dell'Etna, dalle caratteristiche striature violacee. Un'eccellenza minacciata oggi dalla crescente urbanizzazione, che ha diffuso l'asfalto su molte zone fertili. Il presidio vuole dare risalto a questa varietà, tutelando gli orti rimasti e incentivando i nuovi coltivatori. Il cavolo viene prodotto nei comuni di Acireale, Aci Sant'Antonio, Aci San Filippo, Aci Catena e Aci Bonaccorsi (provincia di Catania). Il fagiolo cosaruciaru (dolce) di Scicli è ormai quasi scomparso. Il presidio vuole riunire i produttori in un'associazione che preservi e diffonda questa piccola biodiversità locale. La lenticchia di Villalba appartiene alla tipologia a seme grande, tipica delle aree temperate. Il periodo di massima produzione si è avuto fra gli anni Trenta e gli anni Sessanta, quando circa il 30% della produzione italiana arrivava dalla Sicilia. Successivamente il costo della manodopera e le rese limitate hanno costretto molti agricoltori ad abbandonare la coltivazione, che oggi è stata ripresa da un gruppo di produttori. A Villalba e nel nisseno viene prodotto anche il pomodoro siccagno. Nessuna famiglia dell'entroterra siciliano, ancora oggi, inizia l'inverno senza avere preparato, sola o in gruppo, la tradizionale passata di pomodoro. Una delle varietà tipiche e più adatte, il pomodoro siccagno, è diventata però introvabile, abbandonata per via della scarsa produttività. Oggi è un produttore di Villalba, che ha custodito un ecotipo storico, a tentare di rimetterlo sul mercato.
ansa

Salone Gusto: giovane produttore mandorla si racconta

La Sicilia e' terra d'elezione della mandorla e una delle zone piu' vocate si trova in provincia di Siracusa, tra i comuni di Avola e Noto. In questo comprensorio resistono alcune antiche cultivar che offrono prodotti di altissima qualita', ricchi di profumi, dolcezza, aromaticita'. Uno dei giovani produttori della mandorla di Noto e' Concetto Scardaci, la cui azienda e' situata a una decina di chilometri da Noto in contrada Grattaluri, una localita' collinare da cui, in alcuni punti, s'intravede il mare in lontananza. Concetto, che e' il referente del presidio Slow food ''mandorla di Noto'' al Salone del gusto di Torino, ha 31 anni, una laurea in Scienze e tecnologia agraria acquisita nel 2006, seguita dalla specializzazione e dall'iscrizione nell'albo professionale degli agronomi.

''Ho cominciato a gestire l'azienda di famiglia subito dopo essermi laureato, una formazione sicuramente molto utile - ha spiegato -. Ma quello che faccio ogni giorno non e' un lavoro studiato a tavolino, ma si impara facendo. Sono cresciuto in campagna e agosto, per me, e' da sempre il mese di raccolta delle mandorle. Posso seguire sia tecnicamente sia manualmente tutte le fasi della filiera: dal prelievo dei frutti dagli alberi, mediante la tradizionale bacchiatura con lunghe pertiche, alla sgusciatura, poi la smallatura fino al confezionamento e alla commercializzazione''.

Proprio la vendita e' uno dei settori chiave del lavoro di Concetto che usa molto le nuove tecnologie. ''Fino a ora e' stato sufficiente avere il solo indirizzo mail, utilissimo per stabilire un dialogo diretto con possibili acquirenti o comunque personeinteressate a questa realta' - ha aggiunto -. Una visibilita' alla quale ha dato un apporto fondamentale il presidio Slow Food. La mandorla di Noto, definizione con la quale s'identifica essenzialmente il frutto della cultivar Romana dal nome di una famiglia di produttori di Avola che per prima seleziono' la varieta', e' tra le prime produzioni siciliane a essere tutelate dal presidio''.

Anche quella di Concetto, come moltissime aziende che producono la mandorla di Noto, e' a conduzione familiare. ''Mio padre Paolo continua a collaborare, cosi' come lo zio Salvatore, entrambi preziosi nei periodi di raccolta delle mandorle, delle olive e delle carrube, e presenti nei momenti di potatura degli alberi - ha proseguito - Rispetto al complesso aziendale la mandorlicoltura rappresenta il 50% della proprieta', il resto sono ulivi e, nelle zone limitrofe, carrubi con il classico corredo di muretti a secco''. ''Abbiamo avviato - ha concluso - un piccolo allevamento ovino con pecore di razza comisana e dell'ancor piu' rara noticiana, dalle quali produciamo latte, ricotta e formaggio pecorino. Con l'allevamento completiamo il ciclo biologico aziendale e non abbiamo materiale di scarto: mallo, fogliame ed erbe in eccesso sono utilizzati nell'alimentazione delle pecore che, a loro volta, forniscono il concime naturale per le piante''.
ansa

Biella celebra il risotto italiano. Dal 27 ottobre nove giorni di Festival

Ottantuno ricette, 50.000 piatti serviti, 3 tonnellate di riso utilizzato. Secondo gli organizzatori queste le cifre previste per il secondo Festival Nazionale del Risotto, al via il 27 ottobre a Biella presso il polo fieristico Expobinove di Gaglianico. Una kermesse interamente dedicata al risotto, dove fino al 4 novembre, a qualsiasi ora, sarà possibile gustare ogni giorno 9 preparazioni diverse, realizzate da maestri risottieri locali con i prodotti dell'Alto Piemonte, birra Menabrea, toma, Maccagno, Bettelmatt delle Valli ossolane in testa.


Insieme alla paletta, la spalla del maiale cotta tipica della cucina del posto. Celebre nel mondo per i suoi tessuti, il biellese non ha mai esportato la propria cultura gastronomica: il risotto rappresenta invece la sintesi delle varie economie del territorio, come il vino nelle Langhe e il tartufo nell'Albese, e per questo secondo gli organizzatori della manifestazione (Ente fiera, Camera di Commercio, ATL e città di Biella, Regione Piemonte) va promosso e valorizzato. Protagonista delle ricette sarà il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese, l'unico in Italia a potersi fregiare nelle sue 7 varietà (Arborio, Carnaroli, Baldo, Balilla, S.Andrea, Loto e Gladio) dal 2007 del riconoscimento DOP. Coltivato su 24.000 ettari a cavallo tra le due province (solo il 10% della superficie risicola nazionale), nelle zone di brughiera che dalle Prealpi scendono verso la pianura, il Riso di Baraggia presenta caratteristiche di eccellenza assoluta per consistenza e tenuta in cottura, tanto da essere considerato dagli esperti il 're dei risi' e perfetta materia prima per risotti. Alla manifestazione saranno presenti anche altre realtà risicole italiane: i produttori polesani con i risotti del Delta del Po e quelli di Isola della Scala, in provincia di Verona, che proporranno ogni giorno il loro Vialone Nano all'Isolana, con carni di manzo, maiale e verdure.

Testimonial e certificatore del Festival il giornalista e critico gastronomico Edoardo Raspelli. 'Il risotto, una vera leccornia, è la trasformazione in tanti piatti tipici degli ingredienti di una determinata zona. E sintetizza bene il mio slogan Terra, Territorio e Tradizione che ho creato 10 anni fa.

In Italia il riso, al contrario che in India, dove è usato come accompagnamento, è l'ingrediente di centinaia di piatti, anche dolci, persino di merendine'. Raspelli, a due anni dall'intervento di bendaggio gastrico, sabato 27 a Biella festeggerà la perdita di 33 chili. 'Sono sceso da 126 a 93 chili', spiega il giornalista, 'e con il lavoro che faccio è un ottimo risultato. Festeggerò mangiando. Se mi piace il risotto? Com'è noto sono onnivoro, ma adoro i risotti con il pesce'.
ansa


Torna 'Nutrikid' per insegnare alimentazione a scuola. Campagna di educazione alimentare

Qual e' il rapporto dei bambini con il cibo? Ovvero, se i genitori dicono loro che ''gli spinaci fanno bene'' pensano solo a Braccio di Ferro o ne capiscono davvero il significato? Per aiutare genitori e insegnanti in questo difficile compito tornano fra i banchi di scuola i Nutrikids, sette protagonisti della campagna di educazione alimentare promossa da Nestle' Italiana in collaborazione con la Nutrition Foundation of Italy e Giunti Progetti Educativi.

Il progetto Nutrikid, arrivato alla quinta edizione, si propone di portare nelle scuole ''le regole fondamentali per mangiare sano e con piu' gusto'', e da quest'anno lo fa utilizzando la multimedialita'. Alle scuole viene infatti donato un kit che contiene il cd rom 'Esploriamo il mondo degli alimenti' e un leaflet interattivo ''ricco di giochi e quiz come il 'Cruciverba alimentare' o 'Un cibo per ogni stagione'''. Tra il materiale c'e' anche un DVD con un film d'animazione ''che racconta le avventure dei Nutrikids alla scoperta di una misteriosa piramide'' ma anche una guida per gli insegnanti con una premessa sull'obesita' in Italia, informazioni scientifiche e consigli per ideare nuove attivita' da proporre in classe.

''Nutrikid nasce per accompagnare i piu' piccoli in un viaggio alla scoperta di un'alimentazione equilibrata - commenta Giovanni Praderio, Nutrition Health and Wellness Manager di Nestle' Italiana - portare l'educazione alimentare nelle scuole e' un compito impegnativo ma entusiasmante. Per questo motivo, da quest'anno si e' deciso di puntare sull'innovazione e sui nuovi strumenti multimediali, capaci di coinvolgere i ragazzi della generazione 2.0 in modo semplice e soprattutto divertente, adattandosi al loro modo di agire e di pensare''.
ansa

Storia champagne Perrier-Jouet in 3 tappe e annate storiche

Un po' meno glamour, e piu' tradizione vinicola da quest'anno per lo champagne Perrier-Jouet, quello con la bottiglia decorata con fiori in stile Art Nouveau e tecnica artigianale di incisione del vetro in smalto e oro. Per la prima volta nella sua storia bicentenaria la maison, fondata nel 1811 a Epernay in Francia, rende disponibile una limitata quantita', circa 50 bottiglie per annata, di annate storiche della sua cuve'e Belle Epoque, che segna l'inizio della collezione 'L'Art du Millesime'. A selezionare le tre annate (1996, 1985 e 1982), che saranno distribuite ad un numero estremamente limitato di clienti in Italia, lo Chef de Cave di Perrier-Jouet, Herve' Deschamps, che da 30 anni firma una produzione che, in una serata di presentazione a Roma delle cuve'e del progetto 'L'Art du Millesime', ha dimostrato grande longevita', equilibrio e ricchezza di espressione tra un millesimato e l'altro.

Deschamps ha sottolineato come ''finora sia stato impossibile fare delle 'verticali', una comparazione delle diverse annate dunque. Ora l'Italia e' il primo Paese dove arriveranno in commercio annate storiche, tutte con de'gorgement naturale, che potranno raccontare agli enoappassionati l'evoluzione in tre tappe della cuve'e Belle Epoque, di cui il Blanc de Blancs e' la produzione piu' rara mentre il rose' ha ottenuto il ricnoscimento di miglior rose' al mondo''.

Perrier-Jouet, azienda vinicola di dimensioni medio-piccole,, vende in Italia circa 150mila bottiglie l'anno, mentre gli Stati Uniti e il Giappone rappresentano i principali Paesi di sbocco. Il lancio di questa nuova collezione segue la leggendaria degustazione 'Art du Vintage', tenutasi nel 2009 presso la Maison Perrier-Jouet dove esperti mondiali ebbero la fortuna di poter degustare rare gemme della cantina privata dello Chef du Cavve, inclusa la piu' vecchia annata di Champagne esistente e oggi conosciuta, un Perrier-Jouet del 1825. (ANSA)

Il Bacio Perugina compie 90 anni

I Baci Perugina spengono 90 candeline. I famosi cioccolatini - messi tutti in fila, quelli venduti fino ad ora, farebbero dieci volte il giro della terra - si apprestano infatti a celebrare i 90 anni di storia. Se ne vendono 300 milioni ogni anno e 1.500 al minuto; e vengono esportati in 55 Paesi del mondo. Sono inoltre stati utilizzati fino ad oggi oltre 18.000 chilometri di cartiglio per le celebri fasi, pari alla distanza che copre la tratta Perugia-Melbourne. Il Bacio Perugina - ricorda la Nestlé in una nota - entrò nelle case degli italiani nel 1922, grazie a Luisa Spagnoli, l'intraprendente moglie di uno dei quattro fondatori della Perugina, che cercava un sistema per utilizzare la preziosa granella di nocciole, derivata dalla lavorazione di altri prodotti. Nato con il nome di "Cazzotto", a causa della sua forma, fu poi ribattezzato da Giovanni Buitoni "Bacio". Negli anni '30 vennero introdotti i cartigli, invenzione di Federico Seneca, allora direttore artistico di Perugina, che ebbe l'intuizione di aggiungere al piacere del cioccolato quello di un messaggio che veicolasse affetto, calore, simpatia, insomma tutte le facce dell'amore. Con un esplicito riferimento a un altro "Bacio", il dipinto di Hayez, Federico Seneca ideò anche la scatola blu e argento con la coppia che si bacia sotto una pioggia di stelle. Rodolfo Valentino, Clark Gable, Frank Sinatra e Vittorio Gassman furono i primi testimonial degli spot televisivi. I Baci Perugina hanno poi subito diverse trasformazioni, cambiamenti anche significativi che racchiudono la strategia di comunicazione del brand: nel 2011 è per esempio arrivato il Bacio bianco ed oggi il noto cioccolatino ha un suo sito internet (www.baciperugina.it), mentre la pagina facebook "Baci Perugina fun club" conta oltre un milione di fan. (ANSA)

A Fiera Genova sfilano le eccellenze enogastronomiche

Una sinergia tra prodotti, territori e turismo per valorizzare le produzioni di nicchia e di eccellenza italiane dando risalto all'enogastronomia, all'artigianato e al patrimonio storico-culturale dei Comuni. E' questa la sfida del Salone delle identita' territoriali, che debuttera' alla Fiera di Genova dal 23 al 25 novembre.

Presentato oggi in Senato, il Salone punta a dare l'opportunita' agli enti pubblici e ai produttori locali di promuoversi a livello nazionale, con particolare attenzione anche all'estero e in particolare ai Paesi emergenti. ''Le microproduzioni incontrano difficolta' ad accedere al mercato internazionale, che invece guarda con interesse a questo tipo di ricchezza italiana'', ha evidenziato Sara Armella, presidente della Fiera di Genova.

Al Salone, organizzato da Fiera di Genova in collaborazione con Anci Liguria e Fondazione Carige, hanno gia' aderito 160 Comuni, ha detto Armella, precisando di voler raggiungere il traguardo dei 200 Comuni. ''Il nostro obiettivo e' rappresentare l'Italia da Nord a Sud con un evento che abbia respiro internazionale e che - ha aggiunto - possa crescere di anno in anno''.

''Le infinite eccellenze locali, dal pecorino di Fossa alle lenticchie di Castelluccio, vanno valorizzate in un processo che va visto in un'ottica non di polverizzazione ma di ricchezza delle diversita'', ha dichiarato il senatore Pd Giovanni Procacci, secondo cui la riscoperta delle identita' territoriali ''non coinvolge solo l'enogastronomia ma il Paese a 360 gradi''.

''Investire nelle reti di tipicita' - ha spiegato il presidente di Res Tipica Anci, Fabrizio Montepara - significa far crescere le popolazioni dei comuni interni e contrastare l'abbandono delle campagne e delle zone montane, incrementando l'economia. Basti pensare - ha concluso - che quello enogastronomico e' l'unico settore turistico in crescita, di circa il 5%''.
ansa

Salone del gusto, tutto il buono dell'Italia. Ma anche dal mondo con 'Terra Madre' open free per l'edizione 2012

Con 20mila biglietti prenotati in pre-vendita, comincia domani al Lingotto Fiere-Oval, la 9/a edizione del Salone del gusto, con la novità dell'apertura totale al pubblico di Terra Madre, la rete di 400 comunità del cibo di tutto il mondo.

"Torino - ha detto il presidente di Slow Food, Roberto Burdese - si conferma non solo come una delle capitali della gastronomia, ma anche per le politiche del cibo". Sugli 80mila metri quadri allestiti nei padiglioni fieristici, 15mila in più rispetto all'ultima edizione (nel 2010), sarà presente per cinque giorni, da domani a lunedì 29, un migliaio di espositori.

"Il 56% dell'area è stata venduta per attività commerciali - ha spiegato Burdese - il restante 44% ad altre attività, educative, culturali e di intrattenimento". In crescita anche il numero dei giornalisti accreditati: gli stranieri sono oltre 300 (contro i 240 di due anni fa), gli italiani ad oggi 857 (643 nel 2012). "Il settore dell'agroalimentare di qualità - ha aggiunto il presidente di Slow Food - può essere strategico per uscire dalla crisi, anzi lo sta già facendo".

Alla conferenza stampa della vigilia hanno partecipato anche l'assessore regionale alla Cultura Michele Coppola e l'assessore comunale all'Ambiente Enzo Lavolta. Il Salone del gusto-Terra Madre è organizzato da Slow Food con la Regione e la Città di Torino. Domani sarà inaugurato dal ministro delle Politiche Agricole Mario Catania.
ansa

Belgio: spopola museo delle patate fritte

Il 'Frietmuseum', il museo delle patate fritte, situato a Bruges, nella parte fiamminga del Belgio, fa parte dei dieci "musei alimentari più strani al mondo", segnalati dalla guida "Best in Travel 2013" della Lonely Planet. Lo riporta l'agenzia stampa Belga.

La guida stabilisce che tutti quelli che dubitano dell'origine belga delle 'frites' troveranno a Bruges le loro risposte, anche se le patate fritte nei paesi anglosassoni sono meglio conosciute come 'French Fries'. Lo scorso anno il museo ha registrato 70 mila visitatori, un terzo dei quali vi ha anche mangiato.
ansa



Al debutto manifestazione Milano Espresso

Con sette miliardi di tazzine bevute all'anno, il caffé è senz'altro un aspetto centrale nella quotidianità degli italiani ed è proprio al mondo del caffé e della caffetteria che si rivolge il nuovo evento Milano Espresso, in programma domenica 11 novembre nella sede di Confcommercio a Milano.
Realizzato con la formula dello showroom e rivolto a tutti gli operatori della filiera, Milano Espresso è organizzato dall'associazione Altoga e patrocinato da Fiera Milano e dal salone dell'ospitalità Host.

La manifestazione vedrà tra le altre cose la seconda edizione del Gran Premio della Caffetteria, una sfida tra i migliori maestri del caffé italiani, la cui prima edizione avevsa debuttato nel 2009 proprio a Host. A completare il tutto, ci sarà infine una serie di incontri per fare il punto sui trend e gli scenari di un mercato in continua evoluzione
ansa



Le comunità del cibo

Le comunità di contadini, casari, allevatori, pescatori e trasformatori che si sono unite alla rete di Terra Madre finora sono circa 2500 in 150 Paesi.

Dall’Indonesia al Brasile, dall’Italia al Marocco, ogni comunità si impegna a preservare il cibo locale e stagionale di qualità, il paesaggio e i saperi tradizionali del proprio territorio.

I primi nodi della rete, nata nel 2004 per iniziativa di Slow Food, sono stati i Presìdi. Oggi le comunità del cibo di Terra Madre coinvolgono in 150 paesi migliaia di produttori uniti da un desiderio comune: difendere i prodotti locali dall’omologazione dei sapori e promuovere un modello di produzione che rispetti l’uomo e la fertilità della terra. Le comunità presenti nel Mercato del Salone del Gusto e Terra Madre sono oltre 400. Per la prima volta, ognuna di loro ti aspetta con uno stand nell’area dedicata al territorio di appartenenza per raccontarti la propria storia attraverso i suoi prodotti.

Scopri la grande rete delle comunità del cibo su www.terramadre.org

salonedelgusto.it

Quanto "non-cibo" mangiamo? Gli additivi, ospiti indesiderati

Gli additivi, ospiti indesiderati

Nel nostro piatto arrivano spesso cibi ricchi di tecnologia e poveri di gusto e proprietà nutritive. L’industria alimentare ci offre cibi facili da reperire e a basso costo a scapito di alimenti completi che non contengono ingredienti estranei al mondo dell’edibile.

Quanto tempo dedicate a leggere le etichette quando fate la spesa? Sappiamo che, per la maggior parte di noi, la risposta è (purtroppo) poco, o pochissimo.

Eppure, la lettura delle etichette dovrebbe essere una delle cose alle quali dedicare più attenzione: è qui che si possono reperire informazioni su ingredienti, origine o produttori, ed è sempre qui che, spesso scritti in piccolo o camuffati fra i vari ingredienti, si possono scovare gli additivi. Secondo la definizione ufficiale, un additivo è una «qualsiasi sostanza normalmente non consumata come alimento […] e non utilizzata come ingrediente tipico degli alimenti […] aggiunta intenzionalmente ai prodotti alimentari per un fine tecnologico nelle fasi di produzione, trasformazione, preparazione, trattamento, imballaggio, trasporto o immagazzinamento degli alimenti».

Tra le tante funzioni che svolgono, tre sono di particolare rilievo: prolungare la durata di conservazione (conservanti, antiossidanti), facilitare la lavorazione degli alimenti (antiagglomeranti), migliorare le caratteristiche sensoriali del prodotto (coloranti, dolcificanti, esaltatori di sapidità).

Gli additivi attualmente permessi nell’Unione Europea sono circa 400, segnati con la lettera E seguita da un numero a tre o raramente a quattro cifre. Si tratta di un numero molto alto, e viene inevitabile chiedersi se e quali danni possano provocare alla nostra salute. Per ognuno è stata fissata la Dga (=Dose Giornaliera Ammissibile) espressa in milligrammi di additivo ingerito per chilogrammo di peso corporeo (mg/kg). Più la Dga è alta, più è facile che l’additivo sia innocuo per la nostra salute, più è bassa più il suo potenziale nocivo aumenta. La Dga può anche essere non specificata (senza limiti), se l’additivo è presumibilmente sicuro, o non assegnata, se risulta tossico anche a basse concentrazioni o non ci sono dati sufficienti per stabilire se l’additivo è tossico oppure no.

Meno additivi, più gusto!

Come possiamo difenderci dall’eccesso di additivi? Scegliere prodotti biologici aiuta, ma non esaurisce il problema (il biologico permette 50 additivi, anche se quasi tutti con DGA alta o senza limiti). Impariamo quindi a leggere le etichette, a evitare alimenti nei quali normalmente ci sono molti additivi (dolciumi industriali, caramelle, gomme da masticare, aperitivi alcolici e analcolici, salse, piatti pronti) e a privilegiare prodotti freschi. Ricordiamoci che cibi freschi posseggono al massimo grado le qualità nutrizionali, organolettiche e salutistiche mentre i prodotti trasformati di norma scadono notevolmente in qualità. Inoltre, se l’industria impiega additivi per produrre un dato alimento, vuol dire che la materia prima e/o i processi di lavorazione e conservazione che adotta non sono di qualità. Comprando cibi senza additivi ci guadagna la nostra salute, ma anche il nostro gusto!

Al Salone del Gusto e Terra Madre questo tema sarà trattato nella conferenza Quanto “non-cibo” mangiamo, sabato 27 ottobre alle 12.
Fonte:

M.Giannattasio, «Gli additivi alimentari: questi sconosciuti», in Valore alimentare magazine, 30, 2010

M. Giannattasio e C. Rucabado Romero, Gli additivi alimentari: una guida, II edizione, edizioni L’Aratro, Napoli, 2010 (www.laratro.net)
A cura di Giorgia Cannarella
salonedelgusto.it

E' partito il Simposio Nazionale sulle rotte dell'arte e del gusto mediterraneo


Tre giorni di buona tavola. Un'occasione unica per scoprire talenti in un settore in cui è riconosciuta all'Italia una vera eccellenza. L'iniziativa, giunta alla ventinovesima edizione, è nata grazie alla collaborazione tra diversi attori toscani: l’Accademia Italiana Gastronomia Storica, il Centro Studi Chianciano “G.Sanchini”, l’Associazione Albergatori di Chianciano insieme alle Istituzioni Economico-Turistiche locali ed il patrocinio delle Province di Siena e Arezzo, le Terme di Chianciano SpA e la rivista "Italia a Tavola".

L'obiettivo ultimo è lo studio dell’ospitalità del benessere e della enogastronomia mediterranea. A farlo ben intendere è il professor Mario Giorgio Lombardi, Governatore Generale dell' Accademia Italiana Gastronomia Storica che sintetizza:"il cibo è salute e dunque dobbiamo dedicare ad esso la massima attenzione".


Il professore crede moltissimo nell'efficacia di una manifestazione che si propone con aspetti organizzativi unici: a confermarlo la predisposizione di un programma intenso. Questo pomeriggio si è iniziato con un seminario formativo dal titolo "Un quadrifoglio per l'arte bianca gastronomica". Protagonista la farina. A cena “arte bianca gastronomica in pizzeria e il pentolo sprech": pane ,pasta , pizze ,pasticceria secondo le tradizioni regionali.


Successo assicurato per il vero "re" della serata: il "pentolo" (
nella foto) con il pomodoro fresco ciliegino una grande novità per questa edizione. In altre parole, la possibilità di cucinare sugo e pasta fresca, contemporaneamente, anche per un numero superiore ai 200 commensali. Realtà o prodigio? Se si assaggia è facile rispondere: pura magia per il palato.
nove.firenze.it

Caprarola, una festa della castagna tra gastronomia e cultura. Dal 20 ottobre la sesta edizione con cene al Cantinone e visite ai sotterranei di Palazzo Farnese


Gastronomia, musica, teatro, cultura, divertimento all'insegna del frutto autunnale per eccellenza dei Monti Cimini. Sono i contenuti della sesta Festa della Castagna di Caprarola, in programma dal 20 ottobre al 10 novembre e inserita nel cartellone delle Feste della Castagna della Tuscia promosse dalla Camera di Commercio di Viterbo. La manifestazione, organizzata dalla Pro Loco, ha il sostegno e la collaborazione di Comune di Caprarola, assessorati all'Agricoltura di Regione Lazio e Provincia di Viterbo, Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici del Lazio, Comunità Montana dei Cimini e di una serie di realtà caprolatte: Compagnia di Teatro Popolare "Peppino Liuzzi", Centro Studi e Ricerche, Pro Loco Giovani, Associazione Culturale La Casa di Archimede, Protezione Civile.

Si parte sabato 20 ottobre con le visite accompagnate al Museo Multimediale nei sotterranei di Palazzo Farnese, dove è allestita la mostra “La Tuscia Farnese” dedicata alla storica casata nobiliare. Qui, dalle 15 alle 18, con ingresso dal Cantinone in Piazza Romeo Romei, è possibile immergersi nel mondo del Rinascimento e degustare prodotti tipici (anche venerdì 19). Alle ore 19.30 la Compagnia "Peppino Liuzzi" proporrà un aperitivo con spettacolo d'intrattenimento dal titolo "Storie d'amore e de sudore", mentre alle 20.30 avrà inizio la fase eliminatoria del 1° Premio Gastronomico Città di Caprarola, con cena presso il Cantinone di Palazzo Farnese. Partecipano i ristoranti e le trattorie del paese e il ricavato sarà devoluto all'Avis.

Domenica 21 ottobre si terranno visite guidate al Palazzo Farnese a cura di A.G.Tur., con partenze alle ore 10, 12, 15 e 17, mentre le visite accompagnate al Museo Multimediale nei sotterranei ci saranno dalle 10 alle 18.

Le date successive della Festa della Castagna di Caprarola sono il 26, 27, 28 e 31 ottobre e il 3, 4 e 10 novembre. La prenotazione alle serate è obbligatoria ai numeri 327.3136637 e 0761.647619 o presso la sede della Pro Loco in Via Filippo Nicolai 126 dalle ore 16 alle 20.

Per ulteriori informazioni: www.prolococaprarola.it - www.museomultimediale.it - tel. 0761.646157 (ufficio turistico comunale).

Civrin, il formaggio legato alla flora

Per raggiungere questo luogo fantastico, di valli aperte e prati verdissimi mi sono fatto guidare da Loredana Aprato, originaria di Lugnacco, che è uno dei paesini di quella valle incantata, rimasta intatta nel tempo. Per raggiungere la Valchiusella, dal nome del torrente che l'attraversa, si esce ad Ivrea e da qui si seguono le indicazioni.

La Miniera di Traversella è il secondo posto al mondo per varietà di minerali e questo la dice lunga sulla composizione dei terreni e sulla ricchezza di ciò che si trova, in particolare erbe spontanee. E proprio attorno alle erbe spontanee è nata un'associazione, il Club amici della Valchiusella, fondata nel 1957.
Dal 1990 hanno avviato un progetto di "turismo rigenerativo", lanciando la manifestazione El sabat d'le erbe, ovvero le passeggiate alla ricerca delle erbe selvatiche che, oltre alla conoscenza dell'aspetto naturalistico, ha incentivato la produzione dei formaggi tipici del luogo, come il Civrin della Valchiusella, ottenuto esclusivamente da latte intero di vacca lavorato crudo. È un cacio con crosta liscia e regolare, di colore paglierino; pasta morbida; un aroma caratteristico, armonico e delicato, legato alle varietà stagionali della flora, che risulta più intenso e fragrante con l'invecchiamento. Il disciplinare di produzione prevede che il bestiame
debba essere alimentato per almeno il 50% con foraggi locali. Per il Civrin d'Alpe invece il foraggio dev'essere in esclusiva quello dei pascoli. La stagionatura va dai 10 ai 30 giorni ed ha una dimensione tonda dal peso di circa 800 grammi. Ma l'associazione è anche referente per La Toma 'd Trausela, un formaggio di dimensioni più grandi e di stagionatura più lunga (cercateli al Salone del Gusto a Torino). Tutte informazioni che si possono evincere andando anche alla Casa Ruella, dove è stata allestita la Cà dël Tëimp, Centro di documentazione, depositaria della memoria valligiana per le nuove generazioni, con oltre 1.500 documenti su carta conservati. In questo contesto, a fine settembre, ho partecipato a una di quelle "Giornate di resistenza umana" dove si rende omaggio alla gente che, nonostante le difficoltà, si ostina ad abitare questi luoghi. Laura Lancerotto, anima dell'associazione, è riuscita a coinvolgere grandi e piccini e, tra le attività, oltre alla diffusione della conoscenza delle varietà di erbe spontanee, vi è la produzione di salse come la rara gelatina dei fiori di tarassaco, la salsa d'aglio orsino o i crusciot sott'olio. In zona sono poi due le soste imperdibili. Una è a Gauna, dove Matteo Villa, prosegue l'attività del padre che è quella di stagionatore di tome. La sua cantina "Le Tome in Villa" è un caveau di formaggi di svariate stagionature, che danno l'idea del valore di un'attività del genere per l'economia di tutta la valle. Ma qui si produce anche un miele buonissimo, come quello di Roberto Bolzanello di Alice Superiore, che produce campioni di miele di acacia, di tiglio, di rododendro, di castagno, millefiori e poi liquore di grappa e miele, miele d'acacia con nocciole e crema di nocciole. L'altra sosta imperdibile è il ristorante Miniere, che è anche albergo. Lo gestiscono i fratelli Arsini, gemelli, con la cura di una cucina tradizionale che in questa stagione propone tartare di fassone piemontese con julienne di porcini profumati all'olio di noce, tagliolini della casa ai funghi finferli e porcini, zuppa di reali e porcinello al forno, polenta di pignoletto rosso con funghi trifolati e strudel di mele renette ai sapori d'autunno. 
avvenire.it

Happy Food - Tante ricette per vivere sani e felici

 I segreti del cibo che puo' contribuire a una vita piu' lunga e in salute, senza rinunce

Brown Donna - Happy food. Tante ricette per vivere sani e felici

Happy food. Tante ricette per vivere sani e felici TitoloHappy food. Tante ricette per vivere sani e felici
AutoreBrown Donna
Prezzo
Sconto 15%
€ 15,30
(Prezzo di copertina € 18,00 Risparmio € 2,70)

I muffin, le focacce, colorati smoothies da bere, oppure gustose zuppe fino ai primi con pasta e cuscus, passando per croccanti biscotti a hummus, e poi riso, pesce, legumi e ricche insalate. Senza rinunce a colazione, pranzo, merenda e cena. E' la formula della felicita' di Donna Brown, autrice di 'Happy Food - Tante ricette per vivere sani e felici' (Edizioni Gribaudo, 160 pagine, 18 euro).

Nell'agevole volume si traccia un percorso culinario ideato in collaborazione con una nutrizionista della Fondazione IEO, che affianca l’Istituto Europeo di Oncologia fondato da Umberto Veronesi nel 1991, con prefazione di Marco Bianchi, biochimico e noto chef che collabora con la Fondazione IEO.


La proposta di questa canadese di nascita e italiana di adozione, e' di tutto benessere, un mix di mangiare sano e di socializzazione, con ricette per il pranzo con le amiche cosi' come per cio' che e' bello gustare intorno al camino o le 'dritte per risolvere un invito last minute.


Nel volume sono suggeriti interi menu per pasti golosi e bilanciati, senza rinunce. Happy Food, infatti, fa parte del progetto della Fondazione IEO dedicato all’alimentazione come strumento di prevenzione. Perché “il cibo può anche contribuire a farci condurre una vita più lunga e in salute – spiega l’autrice – le linee guida seguite nel creare le ricette di questo volume sono pensate proprio per questo: aumentare la qualità della nostra vita mangiando meglio, come forma di medicina preventiva”.


Scordatevi dunque insipide minestrine e porzioni da fame: basta dare un’occhiata all’indice per rendersi conto che il percorso indicato dall’autrice passa (anche) attraverso gelati e sorbetti, “merende cioccolatose” e sostanziosi primi piatti. E per chi non ha ancora scoperto il tofu sappia che “è un alimento facile da digerire, ricchissimo di calcio (20% in più del latte vaccino), potassio, ferro e fosforo. In più, ha pochissime calorie”. Assaggiare per credere.
Del resto il cibo, scrive Bianchi nella prefazione, ''deve essere un modo per nutrire non solo il corpo ma anche lo spirito. Fin dai tempi antichi il cibo era utilizzato per festeggiare, calmare, alleviare la noia e sconfiggere la depressione. E spesso erano associate agli alimenti proprieta' e virtu' magiche, che oggi potremmo definire terapeutiche. Il cibo puo' essere considerato un analgesico in alcune situazioni di disagio psicologico: esiste infatti un legame tra quello che mangiamo e il nostro stato d'animo. Il cibo e' emozione, oltre che principale elemento per saziarci''. Parte dei proventi del volume sono destinati a Fondazione Ieo - Istituto Europeo di Oncologia - per finanziare progetti di ricerca

Salone Gusto, 1.000 espositori per la rivoluzione del cibo: dal 25 al 29 ottobre al Lingotto di Torino

Usare la testa nelle scelte alimentari, perche la 'rivoluzione' dopo la grande crisi puo' partire dal cibo. Per questo la 9/a edizione del Salone del Gusto, presentata stamani a Torino, avra' come immagine simbolo la mela di Newton e come sintesi il tema 'Cibi che cambiano il mondo'. Per la prima volta il Salone, che ad ogni edizione richiama a Torino quasi 200 mila visitatori, sara' una sola cosa (e completamente aperta al pubblico) con Terra Madre, l'incontro che riunisce le Comunita' del cibo di tutto il pianeta.
La rassegna, con oltre mille espositori, si terra' dal 25 al 29 ottobre al Lingotto Fiere  al vicino Oval, organizzata da Slow Food, Regione Piemonte e Citta' di Torino, in collaborazione con il ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. 
 ''Le storie di chef, artigiani e comunita' del cibo di 150 paesi - sottolinea Slow Food - dimostrano che possiamo fare qualcosa di buono per la nostra salute, l'ambiente e il sistema produttivo senza rinunciare al piacere del cibo e alla convivialita'''. 
La ricchezza agroalimentare minacciata dall'omologazione delle abitudini e dal monopolio di multinazionali proprietarie anche di gradi estensioni terriere, verra' portata a Torino da ogni angolo del mondo, dai produttori riuniti nei Presidi tutelati da Slow Food e della Comunita' del cibo raccolte nella rete mondiale creata nel 2004.
Tra gli stand del Salone-Terra Madre si potranno scoprire, ad esempio, le vecchie varieta' di caffe' di Lowero dell'Uganda, o le fragole bianche di Pure'n nel Cilo o la pasta katta di Timbuctu e Gao in Mali.
Sei Mercati della Terra spiegheranno come si puo' accorciare, se non proprio arrivare ai famosi km zero, le distanze tra produttore e consumatore. E i promotori del progetto 'Mille orti in Africa' dimostreranno come attorno a quelle piccole coltivazioni create con il supporto di Slow Food, si sono formate reti di contadini, agronomi, cuochi, studenti.
Nell'anno del vertice Rio+20, Slow Food porra' l'accento sul rapporto tra cibo e cambiamenti climatici: secondo il Food Climate Research Network - e' stato ricordato - il sistema agroalimentare e' tra le prime cause di inquinamento e si calcola che in Europa sia responsabile di un terzo delle emissioni di gas serra.
Intanto il crescente fenomeno del land grabbing, l'accaparramento dei terreni agricoli da parte di multinazionali e fondi sovrani di Stati stranieri in Africa, Su America, Asia, Australia ed Europa orientale, ''rafforza - sottolinea Slow Food - un modello basato sulla concentrazione delle proprieta' e su un monocolture intensive che impoverisce il suolo, cancella i saperi tradizionali, crea una dipendenza crescente da quattro colture (riso, mais, grano e soia''. 
Un modello diametralmente lontanissimo da quello ispirato al cibo 'buono, pulito e giusto' che e' il manifesto di Slow Food.
ansa

Dove il gusto incontra l’arte. Cena a Rovescio, dal caffe' all'aperitivo, a mo' dei futuristi

Sara' un fine settimana denso di eventi incentrati sul connubio enogastronomia e arte quello che aspetta Treviso in occasione della prima edizione di Treviso: Dripping Taste, manifestazione del Gruppo Ristoratori della Marca Trevigiana con il contributo di Promotreviso e delle associazioni di categoria, Coldiretti, Unindustria e Confartigianato. Il più curioso sarà certamente l’omaggio a “Il Manifesto della Cucina Futurista di F.T. Marinetti e Fillia”: Marinetti considerava la cucina un’importante espressione artistica in cui la sperimentazione poteva trovare ampio spazio. In suo onore i Ristoratori Trevigiani si ispireranno, sabato 20 novembre alle ore 19.00 presso la Camera di Commercio I.A.A. di Treviso, alla famosa “Cena a Rovescio” tenutasi a Trieste nel 1910, in cui i futuristi invertirono completamente l’ordine delle portate, dal caffè all’aperitivo.

Ma il programma degli eventi partirà ufficialmente venerdì sera alle 18:00 con l’apertura dei Salotti del Gusto: a Palazzo Giacomelli l’inaugurazione della mostra fotografica di “No Seconds” di Henry Hargreaves (il fotografo neozelandese ha fotografato quelli che sembrano dei semplici vassoi da mensa, ma sono in realtà l'ultima cena dei condannati a morte nelle carceri degli Stati Uniti) accompagnata dai finger food; in contemporanea all’Odeon – La Colonna sarà allestito “…di acqua, luna ed Anguane “, performances dove la musica di Alberto Grollo, Luigi Vitale ed i reading di Sandro Buzzatti si accompagnano con i cicchetti della tradizione e della magia dell’acqua. no spazio fondamentale sarà quello dedicato ai Cooking Show (sabato 10:30-15:53, domenica 10:30-18:00), allestito in Camera di Commercio I.A.A., vere e proprie lezioni di cucina dedicate all’ Arte nel Piatto: un critico e storico dell’arte affiancherà gli chef trevigiani nello spiegare la realizzazione di ricette originali dove il prodotto a Km Zero trova la sua espressione artistica. Durante le lezioni si potranno degustare i piatti e seguire gli abbinamenti dei vini proposti dai Sommelier dell’AIS.


Una particolare sezione dei Cooking Show sarà dedicata allo chef Fabio Tacchella, responsabile della pluri-premiata Nazionale Italiana Cuochi, con le sue lezioni di “nuova tecnologia in cucina” e a Sergio Grasso, l’antropologo del buon cibo, che, dall’analisi sensoriale dei prodotti al retroterra culturale di ogni ingrediente, arricchirà ogni ricetta di “gustoso sapere”. La Mappa dell’Arte del Gusto si può consultare e scaricare dal sito
www.trevisodrippingtaste.it o sulla pagina Facebook dell'evento.

ansa
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Qui si voleva fare il miglior vino del mondo

Il mio viaggio in Val d’Orcia, un mese or sono, è stato fatto apposta per andare a vedere la storia di una rinascita, che mi ha lasciato di stucco. Quindici anni fa, a Castiglione d’Orcia, arrivò un imprenditore di successo, Pasquale Forte, che aveva un forte desiderio di tornare alla terra. Così acquisì un podere e con una squadra di lavoro iniziò a piantare viti di sangiovese e non solo, e a pensare come potesse fare il miglior vino del mondo. Una nuova sfida, quasi a voler pareggiare i suoi successi nell’elettromeccanica. Però la vera innovazione, qui, è stata quella che si dice un "ritorno al futuro", fino a sposare le leggi della biodinamica, ma senza l’occhio dell’ideologia che assolutizza sempre tutto. Se andate a fare visita nel suo podere, vi colpirà scoprire come la vite che deve fare il miglior vino del mondo, necessita di un ecosistema, dove tutto serve a rivitalizzare un terreno. Quindi gli animali, il campo di compostaggio per fertilizzare i terreni, la sperimentazione delle viti, che devono cercare linfa in profondità, il laghetto. Tutto serve affinché un sistema naturale ricominci quel processo di scambi continui. E cosa c’entra con il vino? «Se io ho dato vita al suolo - risponde Pasquale Forte - il terreno si ossigena, non è stressato, e gli elementi che concorrono alla formazione del grappolo sono più completi, più ricchi». Beh, quando si esce da questa visita, dopo aver visto i maiali di cinta senese, le chianine, i polli e gli animali di bassa corte che ripopolano quello che una volta era l’antico podere contadino toscano, si va via col senso di aver appreso qualcosa. Ma usciti di lì dove si va? A Rocca d’Orcia, in un borgo del 1200 che ha una storia importante se pensiamo che qui, nel 1207, è nata la carta della libertà, che ha fissato le regole del vivere civile. Quarant’anni fa, in questo borgo raccolto e fascinoso, chiuse l’ultimo negozio e così Pasquale Forte ha scelto di ridare vita anche a una socialità. Oggi Rocca d’Orcia è uno spettacolo: ci sono due negozi, uno pieno di cose buone, anzi buonissime, da acquistare (si chiama Perdiquà) attiguo a un’osteria che porta il nome di Perillà. Poi c’è un negozio di artigianato toscano, molto raffinato, e presto ci sarà un hotel, con un altro ristorante, dalla cui terrazza si vede un panorama mozzafiato. A partecipare a questo progetto c’è un team di giovani, come il cuoco Antonello Sardi, che m’ha fatto la miglior pappa al pomodoro dell’anno. Ma qui si assaggiano anche i salumi tratti dalla carne dei maiali di cinta del Podere, la trippa ai porri, la guancia di vitello con crema di cavolfiore e funghi e un gelato al miele della Val d’Orcia che è uno spettacolo. Se volete poi bere un sorso di birra locale, andate a San Quirico d’Orcia, nell’omonimo birrificio, dove si producono birre ad alta fermentazione non pastorizzate né filtrate, realizzate solo con cereali biologici della Val d’Orcia. In omaggio al fiore di questa terra, la Blonde Ale Iris, dal profumo fresco e dalle note floreali e la Giulitta, con note di cereali tostati, frutta secca e datteri, che al palato si rivela morbida e corposa. Bisogna partire subito, anche per vedere come la ricchezza del nostro Paese, in momenti di crisi, possa essere valorizzata con successo. 
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I tortelli cotti sulla lastra di pietra

Il Tosco romagnolo è quel territorio di confine che alla fine del Quattrocento era governato da Firenze; nel 1923 confluì nella provincia di Forlì, mentre altri comuni sono nell'Alto Mugello. Una terra ricchissima di prodotti, che offre spunti di creatività a due ristoranti emblematici come il Ristorante Paolo Teverini a Bagno di Romagna oppure, in località San Piero, il ristorante Gambero Rosso, dove Giuliana Saragoni mette in scena i piatti della tradizione di queste terre. E, a proposito di piatti, uno decisamente avvincente è il tortello cotto sulla lastra. Ora, per la sfoglia sono necessari 1 kg di farina di grano, acqua, sale. Per il ripieno - detto anche
"compenso" - occorrono 1 kg di patate, 200 gr di lardo, 2 uova, 2-3 spicchi d'aglio, sale e pepe. Si inizia con le patate lessate e passate nello schiacciapatate, unite alle uova e condite con battuto di lardo soffritto nell'aglio. Si tira col mattarello una sfoglia ridotta a quadrotti per farne un tortello che andrà poi posto in cottura (circa 3-4 minuti) su di una lastra di pietra ben calda finché la pasta non imbrunisce, bruciacchiando sulla superficie. In questa stagione si fanno anche i tortellini di marroni fritti
che richiedono, per sei persone, mezzo kg di marroni sbucciati, 2 etti di zucchero, mezzo bicchiere di liquore misto (alkermes, rum, liquore al cioccolato, cognac), un quadretto piccolo di cioccolato fondente da copertura, mezza bustina di vaniglia, scorza di limone, olio d'oliva per friggere. In zona sono celebri, in questa stagione, i marroni di Marradi coi quali si fa anche un birra buonissima. In paese, in località Popolano, cercate quindi la birra artigianale Cajun. Il mastro birraio Gianfranco Amadori realizza la Lom, con il Marron Buono di Marradi, con note fruttate e una leggera tostatura data dalla cottura del marrone sulla fiamma. A Dovadola, invece, c'è la festa del tartufo bianco, che impreziosisce i piatti di pasta molto in voga nella tradizione locale, ma anche un formaggio dal gusto fresco come il Raviggiolo (da Germano Bresciani, in località Monteguidi a Bagno di Romagna). Viene prodotto in alcune vallate dell'Appennino romagnolo nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi (ad esempio l'alta valle del fiume Bidente) con latte vaccino crudo e caglio senza rompere la cagliata, ma solo scolando la massa e salandola in superficie. Il Raviggiolo ha origine nel Rinascimento ed è sopravvissuto grazie agli abili artigiani che ne hanno salvaguardato tradizione e processi di lavorazione. È citato da Pellegrino Artusi che ne parlava persino come di «un ingrediente fondamentale» per la preparazione dei cappelletti. Tondo, privo di crosta, dal gusto fresco e delicato - richiama al palato un leggero sapore di latte - è talvolta servito su foglie di felce. In zona, a Galeata (Fc), in località Val di Francia 42, cercate l'Agriturismo La Barroccia. Un'altra specialità che, per chi scrive, è una tappa d'obbligo è la focaccia di Sarsina, ovvero una pasta lievitata, semidolce, con la quale si abbinano i salumi. Cercatela da La Corte di Raffaello Rossi dolci...Tradizioni in piazza Plauto 33/35, mentre i dolci del territorio sono a Modigliana ovvero alla Modigliantica-La Bottega degli Antichi Sapori (via Garibaldi, 37): qui il Biscotto Ambriaco, senza uova e con Albana passita di Brisighella e uvetta. Questo territorio è proprio la festa dell'autunno.
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A ottobre torna 'Equo per tutti' per promuovere qualità e gusto del Commercio Equo e Solidale

Torna anche quest’anno Equopertutti: due settimane per promuovere la qualità ed il gusto del Commercio Equo e Solidale. Dal 13 al 28 ottobre, tutte le Botteghe Altromercato aderenti (l’elenco completo è consultabile sul sito www.altromercato.it),saranno coinvolte in animazioni, incontri sul tema della solidarietà e del commercio equo e solidale.

Equopertutti ribadisce ancora una volta come il commercio equo sia un modello economico concreto pensato per rispondere ai diritti e alle esigenze di tutti, dai produttori marginalizzati del sud del mondo ai consumatori, oggi sempre più attenti alla qualità e all’impatto ambientale delle loro scelte.

Si trata di un’iniziativa che si inserisce nel quadro della campagna IO.EQUO Inoltre effettuando una spesa minima di 30 euro, si riceverà un buono spesa da 10 euro da utilizzare nel mese di novembre per l’acquisto di prodotti Altromercato e Solidale Italiano Altromercato. I supermercati Esselunga, NaturaSì e CuoreBio invece proporranno uno sconto del 20% su tutti i prodotti Altromercato. 
ansa 

Montalcino nuova sede Movimento Turismo del Vino

MONTALCINO -Sarà Montalcino la nuova sede del Movimento turismo vino nazionale, l’associazione delle mille tra le più note cantine d'Italia che ha fatto da apripista all’enoturismo in Italia.

"Montalcino è stata una delle prime realtà in Italia - sottolinea Daniela Mastroberardino, presidente del Movimento - a puntare sul connubio tra viaggi e vino per crescere, rendendo negli anni questa piccola area un brand territoriale conosciuto da milioni di enoappassionati, dimostrando che il sistema 'enoturismo' funziona e può fare da volano allo sviluppo economico del territorio, dalle grandi realtà a quelle più piccole". Ed è proprio alle singole cantine, aggiunge la presidente, che si darà una particolare attenzione promuovendo un percorso di crescita dell’enoturismo come 'stile di vita', attraverso eventi ed iniziative di carattere nazionale, i nuovi media e gli strumenti offerti dal web 2.0.


"Il Movimento turismo del vino è nato idealmente qui nel 1993 e qui ritorna - afferma Silvio Franceschelli, sindaco di Montalcino - in un’ottica di sinergia virtuosa che costituirà un vantaggio sia per Montalcino, sia per l’associazione da sempre è impegnata nel promuovere la cultura del vino attraverso i luoghi di produzione".
ansa 

La casa accogliente e la buona tavola in mostra. 6-14 ottobre 2012

Il calore della casa, il sapore della buona tavola. In un mix che combina qualità, tipicità e grande accoglienza. Casa & Tavola è tutto questo e molto altro ancora: propone tutto il meglio del suo classico repertorio, con un tocco di novità di grande interesse. Il "menù" offre un vero e proprio viaggio all'interno del gusto e della tradizione culinaria reggiana e non solo, un percorso attraverso modi di vivere ed abitare sempre di grande qualità. Casa & Tavola vedrà l'ormai classica presenza dei prodotti gastronomici tipici locali, che verranno distribuiti gratuitamente in grande quantità ogni sera ai visitatori. Tradizionale, ma anche tantissimi provenienti da diverse altre regioni italiane. Per l'arredamento, ci sarà spazio per le innovative proposte delle ditte espositrici, con tutto quello che serve in casa, dalle fondamenta alla parabola, dal condizionatore ai tappeti, dalle cucine ai lampadari, e ancora complementi d'arredo, oggetti di design. Non mancheranno nemmeno gli appuntamenti tradizionali, come lo Spazio Sposi, area espositiva nella quale trovare tutte le idee, le ultime proposte e le novità per il giorno del fatidico "sì". Ma Casa & Tavola non finisce qui. Ci sarà ampio spazio per le mostre collaterali: Casa & Tavola ospiterà lo spazio curato da LegnoLegno, Consorzio di Cna, con espositori di artigianato e quello della Confartigianato Apa. Tutto questo, ed altro ancora, è Casa & Tavola, la fiera d'autunno di Reggio Emilia. 

I Numeri di Casa & Tavola 2012
Edizione: ventiquattresima
Svolgimento: dal 6 al 14 ottobre 2012
Espositori totali: 180
3 Padiglioni
21.000 metri quadrati di superficie espositiva
Circa 73mila visitatori nel 2011

Inaugurazione sabato 6 ottobre alle ore 17,30 al centro esposizioni alla presenza del Presidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia, Enrico Bini
GLI EVENTI E LE NOVITA’
NotediLibri-salotto letterario musicale (www.notedilibri.it); SpazioDesign; show cooking & finger food; Pause e Reggio Children; lo Spazio Lounge; la guida Terre di Lambrusco;  le serate gastronomiche con gli assaggi gratuiti; le iniziative dei panificatori, lo spazio sposi; le sfilate di abiti e acconciature da sposa; i ristoranti, l’area sport & show, l’area infanzia.
Informazioni generali:
Il biglietto d’ingresso costa 6,00 euro (Biglietto promozionale a 5 euro scaricabile dal sito www.casaetavola.itMartedì 9 ottobre: ingresso gratuito per le donne
Orari: sabato dalle 17 alle 24; domenica dalle 10,30 alle 23; feriali dalle 19.30 alle 24
Informazioni: Reggio Emilia Fiere
Tel 0522/503511 fax 0522/503555
e-mail: info@fierereggioemilia.it
Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.


Casa & Tavola 24 edizione  - 
6-14 ottobre 2012
Ingresso: 6 Euro
Orari: sabato dalle 17 alle 24
domenica dalle 10,30 alle 23
feriali dalle 19.30 alle 24
21.000 mq di superficie
70.000 visitatori nell'edizione 2011
Informazioni:
Reggio Emilia Fiere
Tel 0522/503511
fax 0522/503555
e-mail: info@reggioemiliafiere.it
 
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci
turismoculturale@simail.it
cell. 3207505116

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Grapperie Aperte, le distillerie svelano i propri segreti

Dai classici con il cioccolato o con i sigari, agli abbinamenti piu' insoliti con formaggi e prosciutti tipici: e' solo una delle tante iniziative previste per la domenica del 7 ottobre in cui l'arte della distilleria italiana aprira' le porte al grande pubblico per svelare i suoi segreti.
   Metodi tramandati da generazioni saranno cosi' svelati a curiosi ed appassionati nel corso di ''Grapperie Aperte''(www.grapperieaperte.it), un'iniziativa fortemente voluta dall'Istituto Nazionale Grappa. Giunto alla nona edizione, l'appuntamento vedra' 34 distillerie di tutta Italia impegnate a presentare e promuovere un prodotto distillato in tutto lo Stivale con tecniche simili ma risultati differenti. Dal Piemonte al Trentino, dalla Valle d'Aosta alla Toscana, il filo conduttore sara' dato dalle degustazioni del prodotto e dalle visite agli impianti. In ogni distilleria si trovera' un programma diverso, oltre agli abbinamenti studiati sulle caratteristiche di ogni prodotto, saranno presentate le nuove linee di grappa, eventi culturali e giochi. ''Gli ospiti - ha detto Elvio Bonollo, Presidente dell'Istituto Nazionale Grappa - scopriranno che non esistono due grappe uguali. Ciascun distillatore ha i propri segreti e crea la propria opera d’arte con grande orgoglio, pronto a raccontare un mondo inedito ed appassionante in cui si respira il profumo della tradizione e della storia del territorio''.
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Al via 'Girolio d'italia 2012', tocchera' 18 regioni. Da Puglia al Trentino, iniziativa Associazione Citta' dell'Olio

Dalla Puglia al Trentino torna 'Girolio d'Italia 2012', la staffetta dedicata all'olio d'oliva made in Italy organizzata dall'Associazione nazionale Città dell’olio in collaborazione con 18 coordinamenti regionali.

Diciotto gli appuntamenti in programma, da Otranto e Uggiano la Chiesa nel Salento il 13 ottobre, a Tenno il 22 dicembre, con un unico filo conduttore che quest’anno è il paesaggio olivicolo.

  
  Oltre mille km separano in linea d'aria le due Città dell'Olio, ma molti di più saranno quelli che la carovana dell'oro verde percorrerà in undici settimane per toccare tutte e 18 le regioni olivetate ospitanti una tappa del Girolio d'Italia 2012. Dalla Puglia, il testimone  sia quello ideale sia quello reale disegnato da Ro Marcenaro appositamente per la manifestazione con i colori del Mediterraneo che gli assessori regionali all'agricoltura firmeranno a ogni tappa passerà a Selci Sabina nel Lazio , poi a Falerone nelle Marche , a Montecchio in Umbria , a Muggia in Friuli Venezia Giulia , a Marone in Lombardia , a Sestri Levante in Liguria , a Brisighella e Imola in Emilia Romagna , a Oliena in Sardegna , a Cerreto Sannita in Campania , ad Arquà Petrarca in Veneto , a Seggiano in Toscana , a Ficarra e Sant'Angelo di Brolo in Sicilia , a Matera in Basilicata , a Vallefiorita in Calabria , a Larino in Molise e a Pescara in Abruzzo , prima di arrivare alla tappa finale trentina di Tenno.
Il progetto di promozione e valorizzazione di una delle produzioni più importanti dell’agricoltura è stato presentato questa mattina al ministero delle Politiche agricole, dove ha partecipato, tra gli altri il coordinatore degli assessori regionali per l’agricoltura, Dario Stefano.

Secondo Stefano, l’Italia deve fare di più in Ue per quanto riguarda la tracciabilità dell'olio, "avendo più coraggio nel portare avanti la sua battaglia per l’etichettatura".

"Il paesaggio olivicolo è un patrimonio da tutelare", ha detto il presidente dell’associazione, Enrico Lupi, ricordando che negli ultimi 100 anni in Italia sono stati abbandonato oltre 10 milioni di ettari di superficie olivetata, un dato da non sottovalutare essendocene oggi 30 milioni. Da qui l’appello di Lupi a mettere in atto strategie di tutela ma anche di promozione e valorizzazione del prodotto e quindi del paesaggio olivicolo.
ansa

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Il formaggio superbo delle malghe

Ai piani di Asiago ci sono stato a inizio settembre e già iniziavano i primi movimenti verso l'autunno: i funghi nei cesti nei negozi di Asiago (le Specialità di Valente in corso IV Novembre 10), le confetture di piccoli frutti (qui c'è anche un gigante di questo genere, che è Rigoni, con un negozietto sfizioso nella via principale della città), e naturalmente l'Asiago, formaggio superbo della malghe dell'altopiano da assaggiare in svariate stagionature. A ottobre, con le belle giornate, è ancora possibile fare qualche passeggiata, in cerca della castagne, sicuri di imbattersi, come è capitato a me nella suggestiva Val Formica, in qualche casaro che ti offre la ricotta e naturalmente l'Asiago. La caratteristica delle montagne dell'altopiano è la dolcezza, con sguardi ampi. Come quello di Gallio, un paesino cartolina, raccolto, distante appena cinque chilometri da Asiago. Qui merita il Gaarten, un hotel che guarda le montagne, con tanto di prati e parco giochi di fronte, ma anche una spa per coccolarsi e una cucina eccellente. Dall'hotel, quattro passi e si è subito nel centro storico, di fronte alla chiesa col campanile slanciato e imponente. E colpiscono la Pasticceria Carli dal 1909 (corso IV Novembre) che offre la Torta Ortigara, specialità locale, oppure il Panificio Plebs (piazza Italia 31) col pane Petra, preparato con la farina del Molino Quaglia di Vighizzolo d'Este e ottimo per una zuppa coi funghi. Il ristorante d'autore è invece l'Appaloosa di Gallio, dove Pippo insieme alla moglie prepara una cucina dell'amore. Dei miei assaggi
ricordo gli gnocchi con finferli su fonduta di Asiago, ma anche i tortelli di quaglia in zuppa d'uva moscata, il petto di faraona farcito con bottaggio di verdure e porcini.
Ad Asiago si va invece a La Tana dove, in un ambiente caldo e informale, preparano il risotto al formaggio Asiago con gemme, aghi, resina e pino mugo e il piccione cotto nel fieno con meel-kraut (stufato di erbe di campo). Mentre per acquistare un buon formaggio c'è solo l'imbarazzo della scelta. L'Asiago è un formaggio a pasta semicotta prodotto con latte vaccino in due tipologie: pressato, ovvero fresco, e d'allevo, ovvero stagionato. Due sapori che non si distinguono solo per la stagionatura, ma per la lavorazione: l'Asiago pressato, delicato e dolce come il latte appena munto, è prodotto con latte intero; viene salato sulla pasta appena tolta dalla caldaia e poi dopo la pressatura e stagiona dai 20 ai 40 giorni. L'Asiago d'allevo, che ha un gusto più deciso, è più o meno saporito a seconda dell'invecchiamento (dai 3 ai 12 mesi); si ottiene con latte scremato, viene salato a secco o in salamoia leggera e stagiona da 3 a 5 mesi (il mezzano) e oltre 9 mesi (il vecchio).
Sarà divertente, una volta in tavola, provare l'abbinamento ideale coi vini. A proposito, se scendete per la strada che porta a Bassano del Grappa, in viale Asiago 174, c'è la somma cantina Due Santi di Zonta, che ha tutti i tipi di vini: dalla Malvasia secca al Torcolato di Breganze dolce.
I caseifici? Andate da Antonio Rodeghiero e al Caseificio Pennar di Asiago, all'Azienda Agricola Waister di Riccardo Rela di Canove di Roana, oltre che alla Latteria Sociale di Trissino.
avvenire.it OkNotizie

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