Parmigiano Reggiano, vola l’export

REGGIO EMILIA - Dopo aver fatto segnare l’esatto raddoppio dei flussi tra il 2007 e il 2013, le esportazioni di Parmigiano Reggiano continuano a viaggiare a gonfie vele. I dati del Consorzio di tutela parlano, infatti, di un +4% alla fine del settembre scorso, con previsioni di fine anno che lasciano intravvedere lo sfondamento del muro delle 45.000 tonnellate.
Si tratta, in altri termini, di oltre 1.100.000 forme, pari al 34% di quelle prodotte nel 2011 e oggetto di commercializzazione proprio quest’anno. “Un andamento – sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai, più che soddisfacente, che si accompagna ad una buona tenuta dei consumi interni e alla diminuzione del 7,4% delle scorte alla fine dell’ottobre scorso rispetto allo stesso mese del 2012”. I mercati internazionali restano nel mirino del Consorzio anche per il 2014, con investimenti che sfiorano i 6 milioni di euro.

“Sui Paesi europei – spiega Alai – punteremo ad un ulteriore consolidamento di quei flussi che continuano a crescere a buoni ritmi, ma contemporaneamente metteremo in atto nuove azioni sui Paesi emergenti, su quelle nuove economie che appaiono in crescita e su quelle abitudini di consumo che si stanno decisamente orientando verso prodotti naturali e di grande tradizione”.“Proprio su questo versante – prosegue il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano – è particolarmente rilevante l’aver ottenuto, in questi mesi, la registrazione del marchio in Russia e in Cina, aprendo così la possibilità di sostenere con maggiore efficacia le azioni commerciali degli esportatori”. Proprio a supporto dei progetti delle aziende esportatrici, legati a modalità innovative che consentano di affermare la conoscenza e la distintività del prodotto, il Consorzio interverrà con 4 milioni di investimenti.
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Capodanno: Prosecco batte Champagne con 330 mln bottiglie

- MILANO - Il Prosecco batte ancora lo Champagne: secondo le stime dei produttori dei due consorzi, quest'anno le bollicine italiane più diffuse nel mondo arriveranno a circa 330 milioni di bottiglie prodotte, contro i 300 milioni francesi.

''E' una tendenza che si sta rafforzando e nei primi sei mesi dell'anno in Cina gli spumanti italiani in generale hanno venduto il doppio rispetto allo Champagne'', commenta Gianluca Bisol, che con il fratello Desiderio guida l'omonimo gruppo del Prosecco
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Bollicine tengono sui mercati italiani e volano su quelli esteri. Confagricoltura, così Made in Italy batte la crisi

Brindisi tricolore per festeggiare l'arrivo del 2014 con circa 72milioni di bottiglie da stappare in tutto il mondo. E' la stima di Confagricoltura, sottolineando l'offerta estremamente variegata dei prodotti italiani, più articolata di qualsiasi altro Paese. Bollicine made in Italy che tra gennaio e agosto 2013 hanno registrato una crescita dell'export di quasi il 20%.

Ottime, ricorda la Confagricoltura, le performance nel Regno Unito (+50%) e in Russia (+30,7%), bene anche gli Usa che si confermano un mercato di eccellenza per gli spumanti con un aumento di quasi il 25%. Cresce la voglia di bere made in Italy anche in Svezia, Danimarca, Norvegia, Finlandia e Paesi Baltici, unica battuta d'arresto in Germania con un calo del 22% in volume e del 6% in valore. Infine in Cina, conclude Confagri, gli spumanti italiani hanno avuto una tale accelerazione con fatturato superiore al 120%, da mettere in difficoltà persino i rivali francesi, finora leader del mercato.
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"Modica a Tavola", un viaggio tra barocco e gastronomia

E´ il nono anno di "Modica a tavola". . Ritorna puntuale con le festività natalizie l´appuntamento con la guida del meglio che la città offre. Tanino Di Rosa, ideatore e promotore dell´elegante manuale, è riuscito anche quest´anno ad offrire un panorama completo non solo della gastronomia ma anche dei servizi che visitatori, residenti e turisti possono trovare in città.

Aziende, ristoratori, titolari di bar ed agriturismo sono stati suddivisi in varie sezioni con riferimento alle varie zone di Modica e dintorni. Capitolo a parte anche i prodotti dolciari, da sempre punto forte della tavola modicana a cominciare dal cioccolato. La veste grafica accattivante risulta così di facile leggibilità grazie anche alle foto che testimoniano le peculiarità di ogni inserzionista presente. L´attenzione è incentrata sulla gastronomia che è da sempre il punto di forza della città ma dalle parole e dai volti dei protagonisti emerge anche il valore della tradizione, del territorio, del patrimonio artistico e culturale in generale. Non è un caso dunque la scelta del sottotitolo "Tra barocco e gastronomia".

L´edizione 2014 di "Modica a tavola" non è tuttavia solo gastronomia perchè sono stati anche inclusi i ritrovi, lo shopping e l´abbigliamento. La guida presenta anche una comoda pianta della città a tutto vantaggio di chi non vuole solo gustare ma anche visitare siti e monumenti. Apprezzabile inoltre la versione in lingua inglese che non potrà non essere utile agli stranieri in cerca di prelibatezze.

Cantine e frantoi aperti da Nord e Sud il 7 e 8 dicembre. Degustazioni sotto l’albero con il Movimento Turismo Vino

Le luci del Natale si accendono nelle cantine del Movimento Turismo del Vino, con mostre, eventi di solidarietà, ricette per le feste, assaggi e itinerari golosi tra castelli medievali e frantoi: il 7 e 8 dicembre arriva Cantine Aperte per Natale, un’occasione per passare l’Avvento in compagnia dei produttori nell’ultimo appuntamento Mtv dell'anno. E tra musica, specialità culinarie e degustazioni sotto l’albero, gli appassionati potranno anche dedicarsi agli acquisti natalizi scegliendo i vini da regalare.

In Sicilia, da Don Saro (7-8 dicembre) ad esempio, il ricavato delle vendite di bottiglie sarà devoluto a Telethon per la raccolta fondi sulla ricerca delle malattie genetiche, mentre il 7 dicembre nella cantina Antinori, le etichette delle aziende Mtv Toscana andranno all’asta per aiutare l’Associazione Tumori Toscana. E se nel sud del Chianti (Fattoria del Colle, 7 dicembre), Cantine aperte per Natale diventa anche una festa con dj e balli fra le botti, in provincia di Arezzo (Tenuta La Pineta) quella dell’8 dicembre sarà una giornata dedicata all’arte con una mostra fotografica sui paesaggi toscani.

Più a Sud, in Campania di scena - sabato 7 e domenica 8 dicembre - brindisi, degustazioni e visite in cantina dalla costa d'Amalfi alle terre del Falerno, dal Vesuvio al Sannio beneventano. E per un’esperienza di gusto tra i prodotti tipici locali di Castel del Lago, Venticano e Dentecane, basta approdare da Terredora (7 dicembre) per spaziare tra le eccellenze dell’enogastronomia irpina. La festa continua anche lunedì 9 dicembre a Napoli con l'inaugurazione della “Mostra delle Bottiglie d’Artista”, che prevede le creazioni elaborate da 23 artisti, da ammirare fino al 23 dicembre.

L’arte va a braccetto con il bio invece in Friuli Venezia Giulia: il 7 e 8 dicembre in provincia di Udine, ad esempio, c’è una mostra di sculture in cantina (Aquila del Torre) ma anche una degustazione di vini in abbinamento ai salumi biologici (Borgo dei Sapori).

Itinerari golosi nelle cantine del Lazio, tra castelli medievali, antiche cisterne romane e ville storiche (7-8 dicembre), mentre in Puglia (8 dicembre) doppio appuntamento con “Cantine Aperte a Natale” e “LoVolio Extravergine”, eventi organizzati dal Movimento Turismo del Vino Puglia in collaborazione con l'Assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia. A partire dalle ore 10.00 cantine e frantoi saranno aperti in contemporanea per consentire a turisti, appassionati e curiosi di “gustare” gli inediti itinerari, scoprire le aziende e incontrare i produttori, assaggiando e acquistando i vini e gli oli extravergine di produzione direttamente nei luoghi in cui nascono. “Olio e vino sono gli ori di Puglia, ma sono anche gli ingredienti principe della nostra tavola, compresa quella natalizia – afferma l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni. Pertanto questo tour oltre a mettere in mostra alcune delle nostre eccellenze, fa da richiamo ad una tradizione culinaria che ha nei nostri vini e nei nostri oli ottimi ambasciatori. Un invito anche a consumare pugliese in un mercato, come quello delle feste, che almeno dal punto di vista eno-gastronomico non conosce forti recessioni e che dovrebbe premiare le produzioni tipiche, quelle dell’agricoltura di prossimità e quindi eco-sostenibile e soprattutto di grande qualità”. Dodici le aziende visitabili nel corso della giornata, di cui cinque frantoi – Maria Cristina Bisceglia di Mattinata (Fg), Galantino di Bisceglie (Bt), Oro di Trani di Trani (Bt), Il Frantoio di Ostuni (Br) e Oleificio Stasi di Torre Santa Susanna (Br) – e sette cantine – L'Antica Cantina di San Severo (Fg), Tormaresca di Minervino Murge (Bt), Villa Schinosa di Trani (Bt), Albea di Alberobello (Ba), Terre di San Vito di Polignano a mare (Ba), Apollonio di Monteroni di Lecce (Le) e Tenuta Eméra di Guagnano (Le).

A S. Colombano al Lambro (Pietrasanta) in Lombardia, l’8 e il 15 dicembre arriva “UnAmicoCuoco in Barricaia” per gustare nuove ricette da imparare e riproporre per le feste.

In Umbria, a Montefalco (Arnaldo Caprai) si impara l’arte delle decorazioni natalizie attraverso il gioco (per i più piccoli) e i consigli dell’architetto Walter Capezzali, lo storico del cerimoniale che svelerà i segreti per rendere più bella e accogliente la tavola per le feste. A Torgiano (Lungarotti) l’appuntamento è sabato 7 dicembre con “CHE MITO RAGAZZI! Favole sotto l’olivo”: un laboratorio di teatro-gioco per ragazzi sui miti e le favole dell’antichità.

Racconti di castelli e monasteri in Molise (Cantine D'Uva) con il simposio longobardo. Prodotti tipici e insoliti abbinamenti arricchiranno invece le visite delle cantine dell’Emilia Romagna. Weekend all’insegna di degustazioni guidate in Basilicata, tra eccellenze vinicole e ‘chicche’ gastronomiche, mentre in Veneto c’è spazio per mercatini d’artigianato (Al Canevon) oppure per una visita guidata al percorso museale “Una Storia di Vite” (Zonin).

Nelle Marche (Fiorini) sarà possibile visitare il ‘Tetto d'Uva’ con centinaia di grappoli appesi sul solaio per l'appassimento e destinati al vin santo. Infine, per un ritorno al Medioevo basterà fare un salto in Piemonte (Cattaneo Adorno Giustiniani) e visitare il Castello di Gabiano e il rarissimo labirinto giardino.

L'Associazione Movimento Turismo del Vino è un ente non profit ed annovera circa 1000 fra le più prestigiose cantine d'Italia, selezionate sulla base di specifici requisiti, primo fra tutti quello della qualità dell'accoglienza enoturistica. Per info:
www.movimentoturismovino.it
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Formaggi, vini, salumi, su scaffali tanto falso Made in Italy

Dal parmesan diffuso ormai in tutti i continenti allo 'Spicy thai pesto' prodotto negli Usa, la 'pizza polla cipolla Basilicata' sfornata in Corea, il 'Parma salami' targato Messico e il barbera bianco imbottigliato in Romania. Non manca nulla nella 'dispensa' delle imitazioni che affliggono il made in Italy alimentare. Coldiretti ne fa l'elenco nel giorno della protesta al Brennero contro le importazioni di bassa qualità spacciate come italiane.
Truffe e falsi penalizzano fortemente l'agroalimentare italiano - sottolinea l'organizzazione agricola -, sia sul piano dell'immagine che delle opportunità perse. Coldiretti stima che senza i falsi in giro per il mondo, capaci di realizzare un business di 60 miliardi di euro, l'export tricolore agroalimentare potrebbe crescere di tre volte, così come potrebbero essere creati trecentomila posti di lavoro in più nel settore.

L'organizzazione agricola organizza periodicamente 'cacce ai falsari' negli angoli dei cinque continenti, facendo puntualmente emergere nuovi esempi di contraffazioni. L'ultima proposta di 'Italian sounding' che si sta propagando nel commercio internazionale, soprattutto via internet, è la vendita dei cosiddetti 'wine-kit' che promettono in pochi giorni e con magiche polverine di sorseggiare Chianti, Barolo, Lambrusco e tutti i più rinomati vini nazionali. Ma sono anche in vendita dei 'cheese kit' che dovrebbero trasformare le massaie in mastri casari capace di dar vita a una forma di parmigiano in due giorni con un kit di polverine o, più sbrigativamente, materializzare la mozzarella in trenta minuti.

Proprio le denominazioni Parmigiano Reggiano e Grana Padano sono le più copiate al mondo. Il Consorzio Grana Padano stima che raggiungono un miliardo di euro i danni provocati da falsi e imitazioni del prodotto dop più consumata al mondo. Oltre al fasullo Parmesan, c'è il Parmesao in Brasile, il Regianito in Argentina, il Pamesello in Belgio e il Parmezan in Romania.

Per non parlare del Romano, dell'Asiago e del Gorgonzola prodotti negli Stati Uniti dove si trova anche il Chianti californiano e inquietanti imitazioni di soppressata calabrese, asiago e pomodori San Marzano. Solo negli Stati Uniti il valore di mercato stimato per gli alimenti Italian sounding è di 6,2 miliardi di dollari, contro i 2 miliardi di dollari circa dei prodotti italiani
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Gastronomia & fede: in cucina con... i santi


Saranno contenti Arianna e Maurizio con i loro figli, Amelia e Angelo, Anna e Massimo, Sonia e Alberto, ma soprattutto Antonietta “regina” della canonica della parrocchia dei Santi Gioachino e Anna di Roma. Sì, saranno felici di vedere i loro nomi comparire tra le persone da ringraziare, ma soprattutto perché, ora che “In cucina con i santi. Ricette tra cielo e terra” (San Paolo, pag 153, 17,50 euro) ha visto la luce, potranno smettere di assaggiare i piatti degli autori, don Andrea Ciucci e don Paolo Sartor.

Ciucci Andrea; Sartor Paolo - In cucina con i santi. Ricette di cielo e di terra

In cucina con i santi. Ricette di cielo e di terraTitoloIn cucina con i santi. Ricette di cielo e di terra
AutoreCiucci AndreaSartor Paolo
Prezzo
Sconto 15%
€ 14,88
(Prezzo di copertina € 17,50 Risparmio € 2,62)
Dati2013, 160 p., ill., brossura
EditoreSan Paolo Edizioni   

I due sacerdoti milanesi, amici da una vita con la comune passione per la cucina e i viaggi, da sempre sottopongono le loro sperimentazioni culinarie a un gruppo ristretto di amici e supporter perché niente venga lasciato al caso. E se nel precedente volume avevano dato spazio alle ricette tratte o dedotte dalla Sacre Scrittura (“A tavola con Abramo. Le ricette della Bibbia”, San Paolo, 172 pagine, 18 euro) oggi tocca ai santi ai quali oltre che associare il loro piatto preferito (con ricetta) gli autori dedicano anche ricche note agiografiche e una ricostruzione storica. “Non deve stupire che le vite dei santi, famosi e sconosciuti, antichi o moderni, italiani o stranieri, siano segnate da tante ricette e sapori - spiega don Andrea -. Il ricco ragù di Padre Pio e le tre polente di Papa Giovanni, il sontuoso banchetto imbandito per san Luigi di Francia e la povera ma gustosa zuppa di cavolo rosso del beato Tito Brasdma, la crostata di santa Teresina e le scatolette di tonno di don Puglisi, tutto parla del legame di questi grandi uomini e donne con la loro terra, la loro storia, la Chiesa del loro tempo e di come il Vangelo plasma veramente anche la quotidianità della tavola”.

Ecco che ci imbattiamo nel piatto poverissimo che era sulla tavola di Maria Goretti, gli spaghetti aglio e cipolla, tutto quello che la sua numerosa famiglia di contadini poteva permettersi, soprattutto dopo la morte del padre. Ma che cosa mangiava quel dottore d’altri tempi, Riccardo Pampuri, che trascorreva la giornata visitando i malati e la notte pregando? Seguiva una dieta essenzialmente vegetariana (come molti santi, scopriremo) e qui viene ricordato per la zuppa bianca a base di patate e latte. Era fatta con le foglie più tenere del faggio, olio, porro e pane casereccio la minestra preferita da san Bernardo di Chiaravalle che, entrato nel monastero di Citeaux si trovò ad affontare la Regola benedettina nella sua forma più autentica che comportava anche un cibo frugale.

Mentre per Padre Pio la peperonata era un toccasana per il mal di stomaco, Wojtyla ormai Papa, durante una visita in Polonia, ricordando il dolce dell’infanzia, la “Papieska”, fece riscoprire la ricetta che da allora divenne il “dolce papale”. Insomma una carrellata di sapori veri per vite vere. Fino alla forma paradossale del digiuno o della riduzione minimale della nutrizione, come per Caterina da Siena che si cibava solo di una torta di erbe amare. Il cibo, anche quando è negato o rifiutato, concorre a rendere più saporita la vita degli uomini e ad avvicinarli al Mistero.

Daniela Pozzoli - avvenire.it

Re Panettone, vince il pasticcere campano Sal De Riso

E' Sal De Riso di Minori (Salerno) il vincitore della sesta edizione di Re Panettone-Milano. Manifestazione organizzata dall'Associazione Amici del Panettone, presieduta da Sabrina Dallagiovanna, segretario e ideatore dell'evento, Stanislao Porzio. De Riso, volto noto di Rai Uno, ha vinto il titolo di Re Panettone con il suo classico mandorlato. Sal De Riso fa parte dell' Accademia Maestri Pasticceri Italiani e produce attualmente 10 tipologie di panettoni. Tutti con forte connatazione meridionale. Infatti i suoi prodotti lievitati sono realizzati con prodotti Dop e Igp della Campania. Dall'albicocca del Vesuvio, al limoncello della Costiera amalfitana, dalla Nocciola di Giffoni valle Piana, all'ultimo nato il Cilentano realizzato con fichi e latte di bufala. "Sono felice e orgoglioso" ha dichiarato Sal Riso "per i miei collaboratori, per tanti che mi seguono e soprattutto per la mia Campania che ha al suo attivo 24 tra prodotti Dop e Igp di alta qualità agroalimentare. C'è una Campania "Terra dei Cuochi" che si impegna ogni giorno per portare a tavola la qualità". L'evento milanese richiama ogni anno il meglio della pasticceria italiana e propone ai milanesi e ai buongustai panettoni artigianali e altri lievitati d'eccellenza. Gli assaggi sono, come sempre, gratuiti e si possono acquistare panettoni ad un prezzo controllato.

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Scommettiamo? 12 pronostici sulle mode della gastronomia: inverno 2014

Mode gastronomiche
Abbiamo piluccato formiche ed erbe di campo. Cioè, qualcuno. Incipriato, leopardato, zebrato, muccato lo street food che è diventato altro, uno status da esibire e instagrammare. Abbiamo trasformato pressoché TUTTO il mangiabile nella sua versione hamburger. Abbiamo imparato che le verdure sono davvero buone solo se arrivano dall’orticello confinante con il ristorante, amorevolmente coltivato da un capelluto chef in galosce.
Ora, con l’autunno agli sgoccioli, è tempo di pronostici sulle mode della gastronomia invernale 2014.Abbiamo sushizzato la tartare.
Brunchizzato il pranzo della domenica
Degustato macaron e caffè americano al posto dei biscotti al burro con il tè.
Cupcakizzato la torta della nonna.
Quelli che seguono sono personali, e attendono con ansia di essere sconfessati, contraddetti, quotati e disattesi. Dai lettori di Dissapore prima di tutto. Attenzione. Questa è una wish list per esorcizzare la virulenza delle mode alimentari, una letterina woodoo antifighettismo, che spera di (ri)portare il cibo dentro il sensato binomio bisogno-piacere.
COSA RESTERA’: BENE BRAVI BIS.
Chilometro zero

CHILOMETRO (SOTTO) ZERO

Il chilometro (sotto) zero. Volenti o nolenti, scettici o convinti, facciamocene una ragione: andare al ristorante rischia di diventare un costume molto complicato, talmente complicato che può assumere anche il ruolo di sgravarci la coscienza. Così, noi che insistiamo a comprare zucchine a novembre, prugne californiane e caffè colombiano, ci sentiamo sollevati nel mangiare il trifoglio dell’orticello attiguo all’osteria, costi quel che costi.
Tofu

TOFU

Vegani sì, vegetariani no. Duole dirlo, ma questo è uno dei pochi casi in cui degli integralisti non si fa volentieri a meno. Basterebbe carpire i piaceri della cucina anche provando a sedersi dal lato più etico del tavolo. Il tofu può diventare anche buono, non restare necessariamente una belluria da radical chic.
Crudità

CRUDISMO

Ingredienti frullati, affettati, centrifugati, essiccati, massaggiati e marinati, i crudisti pretendono attenzione dai noi maniaci del cibo, non più salti nel crudo solo all’insegna dellaremise en forme, ma proprio del gusto. Cibi naturali: anche carpacci e tartare italiche, purché senza processi industriali, raffinazione, aggiunta di additivi e conservanti. Non si cucina con il fuoco ma i piatti possono essere molto elaborati, alcuni richiedono tecniche piuttosto complesse e lunghe.
COSA ARRIVERA’/TORNERA’: PERCHE’ NO?
Tè matcha

TE’ MATCHA

Se non avete mai sentito parlare del soft drink pronto per diventare la prossima attrazione, sicuramente lo hanno fatto i monaci buddisti: bevono il tè verde giapponese da mille anni. Ma ora eccolo incollarsi alle esigenze di quanti –e sono molti– cercano qualcosa di salutare purché non troppo estremo. A patto che smetta di costare quanto una piccola manovra economica, cosa che per ora gli ha impedito di uscire dalla ristretta combriccola dei maniaci di health food o, in versione polvere, dalle cucine degli chef stellati innamorati della sua forza aromatica.
Cronut

CRONUT E SIMIL CRONUT

Escono dallo stesso zuccheroso barile della pasticceria americana che pensavamo di aver raschiato con i cupcake e successive gemmazioni (whoopie pie: agglomerati di nulla però multicolor; cake pop: ibridi inspiegabili tra torta e lecca lecca). Come dice il nome, sono incroci tra un croissant e un doughnut, la ciambella americana: strati di pasta sfoglia prima fritti, poi ricoperti di zucchero, infine riempiti di crema. A lanciarli è stata la Dominique Ansel bakery, pasticceria newyorkese che di chic&chip non ha certo la seconda parte. Da allora un diluvio di imitazioni su scala planetaria.
Tortellini alla panna

PANNA

La panna. Non quella da cucina ma quella liquida. Chissà che non si trovi il modo, una volta tanto, di sdoganare la cara vecchia regina delle tavole anni 80. Quella che rendeva artefatto e uguale a se stesso ogni sugo, quella che trionfava irrorando filetti al pepe verde e crespelle ai funghi, quella che negli ultimi decenni è diventata il nemico giurato di tutti gli intenditori. Possibile che davvero non esista un modo di riabilitarla?
Rabarbaro

RABARBARO

Il rabarbaro. No, non esiste solo in forma di caramella dall’involucro vintage. Il rabarbaro domina la pasticceria francese, per esempio, dove si accompagna pungente e asprognolo ai frutti rossi che lussureggiano su brisée diaboliche. Pregusto il momento in cui sbarcherà nelle teche delle nostre pasticcerie.
COSA NON RESTERA’: GRAZIE ABBIAMO GIA’ DATO.
Pasta madre

PASTA MADRE

Per molte massaie prolisse e devote alle faccende domestiche è diventata l’incubo ricorrente. Ci sono casalinghe che hanno smesso di fare spuntini notturni guardando vecchi episodi di Sex and the City perché temono di aprire il frigorifero. Il 2013 ha segnato una lievitazione di locali ibridi come forni-bar, salotti-panetterie etc. La moda/necessità del farsi il pane da soli in tempi di crisi non arriverà alle prossime elezioni. È un augurio che le massaie di cui sopra si ripetono con il bicipite dolorante di mille impastature. Ma ora possono contare sull’abiura di Gabriele Bonci: il lievito madre è una moda ha detto il Michelangelo dei pizzaioli. Augh.
Cupcake

CUPCAKE

Cosa mi hanno fatto di male? Niente in particolare. A parte sabotare i compleanni, detergere le coscienze additando come demoni una fetta di schiacciata alla fiorentina o uno zabaione, trasformare le tavole della colazione in una rivista patinata. A mio modesto parere, yankee go home. Ma non è una questione personale: le azioni dei cupcake sono in caduta libera.
Involtino primavera

CINESE VECCHIO STAMPO

Il cinese al tavolo (quello vecchio stampo con l’involtino a 1 euro e il puzzo di fritto, non quello ultragourmet da potenti gaudenti del politburo, pure sbarcato in Europa). Non resterà, o trasmigrerà fuori dalle rotte battute del traffico cittadino. Polli alle mandorle e wanton fritti, per quanto nostalgicamente siano custoditi nei pertugi agrodolci del nostro stomaco emotivo, scompariranno. Scompariranno quelli serviti nei piattini decorati col bordo d’oro, sui taglieri girevoli, accanto al tovagliolo-origami.
Muschio al Noma

MUSCHI E LICHENI

Il Noma non è più il ristorante migliore del mondo malgrado le trovate del guru di Madfood: il bel René (Redzepi) ha lanciato la formula HRE (Hunt, raise and eat). 200 euri per veder nascere la propria piantina, fare un safari nel formicaio, impiattare e consumare (galosce incluse). E vabbè.
Pizza gourmet

PIZZA GOURMET

È un’altra cosa – dicono di lei gli eterni indecisi, quelli che stanno volentieri con i piedi in due staffe e apprezzano la verace pizza napoletana ma non vogliono rinnegare quella “cosa” viziata da ingredienti lussuosi, che si trova spesso soprattutto nel nord Italia. La diatriba fra pizza degustazione e napoletana è annosa questione, ma lasciando da parte i pregiudizi si potrebbe arrivare a un accordo. O almeno cambiare il prezzo esorbitante della prima.
Perché voi, invece, su cosa scommettete?
fonte: dissapore.com

Rieti 'piccante', per 4 giorni capitale peperoncino

Dal nostrano Diavolicchio al celebrato Habanero, dallo storico Cayenna all'esotico Thai, fino al micidiale Naga Jolokia che, con il suo milione di gradi nella scala Scoville, risulta ai primissimi nella classifica dei più piccanti al mondo: per quattro giorni Rieti sara' 'bruciante', diventando il paradiso del peperoncino nelle sue mille varietà tutte da scoprire. Si scaldano infatti i motori per la terza edizione di ''Rieti Cuore Piccante'', dal 29 agosto al primi settembre, Fiera campionaria mondiale del Peperoncino.

Le principali piazze e le vie del centro storico della città laziale si preparano a ospitare gli eventi che caratterizzeranno uno degli eventi gastronomici più attesi. Una manifestazione sempre più internazionale come testimonia la presenza di Ghana, Honduras, Messico e Sri Lanka, Paesi ospiti dell'edizione 2013, ognuno dei quali avrà a disposizione uno stand dove sarà possibile raccogliere informazioni e degustare prodotti di queste magnifiche terre.

''Sin dall'esordio nel 2011 - spiega Stefano Colantoni, presidente dell'Associazione organizzatrice - abbiamo voluto che l'evento avesse un respiro internazionale, in quanto si tratta di una fiera mondiale, l'unica interamente dedicata al peperoncino, alimento amato e apprezzato in tutti i continenti''. Un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati dell'oro rosso della tavola che a Rieti, da giovedì 29 agosto a domenica 1 settembre, potranno godere di una full immersion tra gli oltre 100 stand espositivi dove sarà possibile degustare e raccogliere informazioni sul prezioso capsicum e, soprattutto, visitare una mostra unica al mondo che raccoglie oltre 1000 varietà di peperoncino provenienti da ogni angolo del pianeta.

Da quelli più comuni ai più rari ed esotici, in un viaggio fatto di colori, profumi e sapori. Ma i 4 giorni di ''Rieti Cuore Piccante'' offriranno spazio anche a musica, spettacolo, arte e scienza. Fittissimo il programma degli eventi dove, intorno al Palazzo Papale, centro della manifestazione, si snoderà un percorso fatto di concerti, perfomance artistiche, installazioni di arte urbana interattiva, presentazioni di libri, convegni e show cooking.

Le giornate di Rieti offriranno anche l'occasione di tracciare un bilancio dell'ultimo anno di attività svolta dall'associazione sia riguardo ai risultati delle ricerche portate avanti in collaborazione con prestigiose Università, sia sul versante normativo, quale l'insediamento di uno specifico tavolo di filiera presso il Ministero delle Politiche Agricole.
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Legambiente, aggressione mafia a made in Italy alimentare

E' in corso una vera aggressione al Made in Italy gastronomico. La denuncia del "nuovo fronte della criminalità ambientale" è di Legambiente in occasione di Festambiente a Rispescia.

I reati, secondo l'organizzazione ambientalista, sono 11 al giorno e oltre 3000 persone denunciate o arrestate. Bel oltre i 672 milioni di euro il valore dei beni finiti sotto sequestro per un affare gestito da 27 clan criminali.

Le produzioni agroalimentari di qualità, l'olio extravergine d'oliva e il vino da contraffare con cui invadere i mercati: anche i simboli per eccellenza del made in Italy sono da sempre sotto attacco.

Secondo il Rapporto Ecomafia di Legambiente nel 2012, grazie al lavoro svolto dal Comando carabinieri per la tutela della salute, dal Comando carabinieri politiche agricole, dal Corpo forestale dello stato, dalla guardia di finanza e dalle capitanerie di porto, sono state accertati lungo la filiere agroalimentari ben 4.173 reati penali, più di 11 al giorno, con 2.901 denunce, 42 arresti e un valore di beni finiti sotto sequestro pari a oltre 78 milioni e 467.000 euro (e sanzioni penali e amministrative pari a più di 42,5 milioni di euro). Se si aggiungono anche il valore delle strutture sequestrate, dei conti correnti e dei contributi illeciti percepiti si superano i 672 milioni di euro.

Con 27 clan censiti da Legambiente con le "mani in pasta". A tavola, secondo gli ambientalisti, "è seduto il gotha delle mafie: dai Gambino ai Casalesi, dai Mallardo alla mafia di Matteo Messina Denaro, dai Morabito ai Rinzivillo.

La scalata mafiosa spesso approda nella ristorazione, dove gli ingenti guadagni accumulati consentono ai clan di acquisire ristoranti, alberghi, pizzerie, bar, che anche in questo caso diventano posti ideali dove lavare denaro e continuare a fare affari''.
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Alla Citta' del Gusto 'La Svizzera nel piatto'

Dolci, aromatici, stagionati, intensi o con i caratteristici buchi: sono i Formaggi dalla Svizzera, un universo di sapori genuini e tradizionali. A partire dal 22 febbraio arriva l’occasione di conoscerli meglio alla Città del gusto di Roma, dove i formaggi, per quattro settimane, saranno protagonisti di una full immersion nel gusto elvetico. In programma 3 cheese lab per la degustazione e 3 corsi Swiss kitchen per scoprire ed apprezzare “La Svizzera nel piatto”.

Si parte venerdì 22 febbraio con un grande evento-degustazione: “La Svizzera nel piatto” (ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria), aperto dalle 19 alle 22 a tutto il pubblico di buongustai e appassionati. Una maxi degustazione in cui sarà possibile scoprire da vicino una selezione di 6 formaggi svizzeri: Emmentaler DOP, Le Gruyère DOP, Tête de Moine DOP, Sbrinz DOP, Appenzeller, Alpentilsiter. Durante la serata alla degustazione dei prodotti in purezza sarà affiancata una selezione di finger food a base di formaggi svizzeri realizzati dagli chef della Città del gusto nelle cucine delle aule a vista. Gli chef realizzeranno 4 ricette a base di Emmentaler DOP, Le Gruyère DOP, Alpentilsiter, Sbrinz DOP in abbinamento a prodotti rigorosamente locali. Una selezione di vini a cura degli esperti della Città del gusto di Roma accompagnerà la serata.

Swiss Kitchen: 27 febbraio, 14 e 21 marzo ore 19-22 (ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria, 20 persone massimo) Il modo più gustoso e rapido di improvvisare un aperitivo o un antipasto è servire un plateau di formaggi semplicemente abbinandoli a pani e marmellate.

Ma che succede se i formaggi diventano i protagonisti di un intero menu? Tre appuntamenti con i mini corsi di cucina Swiss Kitchen in cui ogni partecipante avrà la possibilità di realizzare piatti a partire da tre dei formaggi svizzeri più rappresentativi: L’Emmentaler DOP, Le Gruyère DOP, e lo Sbrinz DOP, protagonisti delle ricette. Cheese Lab: 28 febbraio, 13 e 20 marzo (ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria, 30 persone massimo) – ore 19-22 L’occasione per degustare i grandi formaggi svizzeri in purezza. Laboratori di Degustazione guidata che accoglieranno un massimo di 30 persone. Ogni incontro prevede una verticale di 3 formaggi Emmentaler DOP, Le Gruyère DOP, Sbrinz DOP – e l’abbinamento di vini illustrato dagli esperti di Città del gusto di Roma. Informazioni e prenotazioni:  Città del gusto Tel. 06-55.11.2348 sviluppo.eventi@gamberorosso.it
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5 stelle per annata 2012 Nobile di Montepulciano

E' di 5 stelle, il massimo punteggio, il 'rating' assegnato a Montepulciano (Siena) alla vendemmia 2012 del Nobile. Una commissione tecnica, presieduta per l'occasione dall'enologo Riccardo Cotarella, ha valutato la vendemmi appena trascorsa, in occasione della giornata conclusiva dell'Anteprima del Nobile, la presentazione delle nuove annate.

''Il vino e' come un tavolo, senza gambe non puo' stare in piedi - ha detto Cotarella nell'occasione - e in annate cosi' incerte dal punto di vista climatico e' l'intervento dell'uomo che fa la differenza e mi sento di dire che a Montepulciano questo succede ormai costantemente''.

Secondo il presidente del Consorzio del Nobile Federico Carletti ''questo giudizio di massima qualita' mi fa particolarmente piacere perche' in sei anni del mio mandato siamo riusciti come Consorzio a far passare un messaggio di continuita' qualitativa, certificata non solo dalle stelle alle annate, ma anche dai dati di mercato che ormai da qualche anno ci vede senza giacenze nelle nostre cantine, dato questo che in un periodo così particolare a livello economico dimostra quanto il nostro sistema abbia funzionato e continui a funzionare''.
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Paesi emergenti primi al mondo per colture Ogm

Per la prima volta i Paesi emergenti hanno superato quelli industrializzati nella coltivazione di organismi geneticamente modificati. Non era mai accaduto da quando sono state introdotte le prime colture di questo tipo, circa 20 anni fa. E' quanto emerge dal rapporto pubblicato dal Servizio internazionale per l'acquisizione delle applicazioni nelle biotecnologie per l'agricoltura (Isaaa).

E' aumentato il numero di ettari coltivati nei Paesi in via di sviluppo, che attualmente contribuiscono per ben il 52% alla produzione mondiale, rispetto al 50% dello scorso anno. Il rapporto calcola inoltre che in 20 anni le superfici coltivate con piante biotech sono aumentate di 100 volte, raggiungendo complessivamente 170 milioni di ettari contro l'1,7 milioni di ettari del 1996, anno in cui sono state commercializzate le prime piante geneticamente modificate.

Per uno degli autori del rapporto, Clive James, ''e' un dato che contraddice tutte le predizioni fatte negli anni '90, quando prima che entrassero in commercio le prime colture biotech alcuni esperti dichiararono che le colture biotech sarebbero state accettare solo nei Paesi industrializzati e che non sarebbero mai state adottate nei Paesi in via di sviluppo''.
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Benvenuto Brunello, debutto annata 2008 e vendemmia 2012

Partirà oggi a Montalcino (Siena), l'edizione 2013 di 'Benvenuto Brunello', il tradizionale appuntamento dedicato ai giornalisti e agli operatori del settore, per presentare le nuove annate che entreranno in commercio.
    A 'debuttare' sarà l'annata 2008, che aveva ottenuto un riconoscimento di 4 stelle su un massimo di 5, e quella appena vendemmiata, il 2012. Insieme al Brunello 2008, saranno presentati il Brunello Riserva 2007, il Rosso di Montalcino 2011 e le altre due denominazioni del territorio (Moscadello e Sant'Antimo). Oltre agli assaggi, sabato, presso il Teatro degli Astrusi, si svolgerà la consueta cerimonia per l'assegnazione delle stelle alla vendemmia 2012 e dei premi 'Brunello Leccio d'Orò, e la posa della tradizionale piastrella celebrativa dell'annata sul muro esterno del Palazzo Pubblico di Montalcino. La piastrella é stata realizzata per l'occasione dall'azienda umbra di tessuti Cruciani, famosa per il suo celebre 'braccialettino', diventato un vero e proprio oggetto di culto. L'analisi della vendemmia e le influenze climatiche su di essa saranno i temi di un convegno che vede tra gli ospiti l'enologo Vittorio Fiore e il climatologo, e neo presidente dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Giampiero Maracchi.
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Tecno&Food sbarca al Lingotto di Torino

TORINO - Il Lingotto di Torino ospiterà una nuova fiera dedicata all'enogastronomia, la padovana Tecno&Food, che sbarcherà per la prima volta nel capoluogo piemontese dal 24 al 26 marzo prossimi. L'originale, tenuta a Padova dal 1998 con cadenza biennale, raddoppia. Torino e la città veneta saranno così d'ora in poi sede della manifestazione ad anni alterni.
L'iniziativa, presentata  all'Ascom di Torino, nasce da Gl Events, il gruppo francese al quale appartengono entrambi gli enti fieristici delle due città. Tecno&Food, a differenza del Salone del Gusto di Torino, è riservata agli operatori del settore. Per tre giorni un centinaio di espositori presenteranno i propri prodotti a un pubblico composto esclusivamente da albergatori, ristoratori e baristi. In mostra saranno soprattutto attrezzature alberghiere, per la caffetteria, e tutto ciò che riguarda la tecnologia in cucina. La manifestazione, che si aprirà con una cena di gala dedicata al finger food, prevede una serie di appuntamenti sui temi del cibo.

Si spazierà dalle intolleranze alimentari alle tecniche di assaggio, dal cibo come elemento per incrementare la vendita di bevande ai trend sul consumo alimentare fuori casa.

Per la presidente dell'Ascom torinese, Maria Luisa Coppa, la nuova fiera è "un tassello che si aggiunge nell'unico settore economico oggi in attivo sul territorio", quello legato a enogastronomia e turismo". I visitatori previsti sono circa cinquemila

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La «sublimazione» del taleggio


Dici Val Brembana e subito ti immergi in una storia ancora viva di formaggi e di polente. I campioni della Val Brembana sono nomi come il Branzi e il Formai de Mut, ma soprattutto il Taleggio che, rispetto ai caci italiani, rappresenta una sorta di sublimazione.
Ora, il Formai de Mut si presenta come un formaggio grasso a pasta semicotta dal sapore delicato, poco salato, non piccante. Viene prodotto con metodi tradizionali sugli alpeggi da giugno a settembre (da qui il nome "mut" che sta per monte) e nelle casere di fondovalle nel resto dell'anno; la sua stagionatura minima è di 45 giorni. Il Branzi è invece un formaggio dal sapore dolce e delicato oppure forte e aromatico e leggermente piccante a seconda del grado di maturazione.
Questi due caci sono alla base di numerosi piatti della tradizione, dove il più noto è sicuramente la polenta taragna, servita calda e filante, accoppiata con salsicce in umido. Altra cosa è invece la "polenta cunsada", tagliata a fette e ricoperta di Taleggio e poi condita con burro versato e salvia.
E, a proposito di Taleggio, questo è un formaggio grasso a pasta molle, prodotto esclusivamente con latte di vacca intero. L'odore caratteristico, piuttosto pungente, corrisponde a un sapore dolce e aromatico. Detto questo, la prima tappa del nostro viaggio è alla Latteria Sociale Casearia di Branzi in via San Rocco 41/b. Qui il formaggio tipico lo producono dal 1953, accanto al Bitto, prelibato formaggio della vicina Valtellina, e ad altre perle casearie quali il Formai de Mut, lo stracchino all'antica delle Valli Orobiche, l'Agrì di Valtorta; quindi lo Strachitunt della Val Taleggio, lo Strachinel dalla crosta aranciata e dal sapore intenso, il Gorgonzola malghese, il Mascherpa d'Alpe e il Fiurit con latte di capra orobica. Per continuare il sogno andate nello spaccio di questa latteria, dove trovate anche burro, yogurt di montagna ai frutti alpini e panna cotta di produzione propria, accanto ai vini della Valcalepio, salumi delle montagne bergamasche e mostarde.
Ad Almè merita la sosta al ristorante Frosio, per assaggiare casoncelli di fagianella e tartufo nero, stracotto di bue con polenta taragna. Ma in paese c'è anche la Gelateria Pandizucchero dove il gelatiere Ronald Tellini, nel suo "barach", propone quaranta gusti, tra cui quello al mango di Sicilia e una linea dei semifreddi.
Mitica, a San Pellegrino Terme, è la pasticceria Bigio (che ha anche un ristorante). Qui il must è il biscotto a forma di mezzaluna ideato negli Anni Trenta da Giuseppe Milesi (Bigio), con farina, uova, zucchero, latte, burro, vaniglia e un tocco di sale. Vale anche per la Polenta Osei, un dolce che fa il verso a uno degli antichi piatti tipici della valle.
Salendo a Taleggio, non perdete la sosta da Ercolino, con i suoi formaggi in frazione Sottochiesa.
Come suggerisce il titolo qui i formaggi fanno da padroni, in particolare il Taleggio e lo Strachitunt, prodotti dalla Cooperativa S. Antonio e stagionati dal signor Ercole. 
Ma già che siete giunti fin quassù, scegliete una sosta all'Albergo della Salute, che è anche un ottimo e piacevole ristoro, dove propongono Schizòl, timballo di Strachitunt con la polenta o con i nusècc di ricotta e zucchine al timo (sono involtini gratinati) nonché i casoncelli ripieni di carne.
Il resto della Val Brembana e delle valli intorno è tutto da scoprire.

avvenire.it

In Viaggio con gusto: Timballo gratinato con vino cesanese


La Ciociarìa è un vastissimo territorio che comprende 91 Comuni estesi ben oltre la provincia di Frosinone. Il piatto che più identifica questo territorio è il Timballo alla Ciociara, che richiede 400 gr farina, 6 uova, 400 gr carne macinata, 3 pomodori, cipolla, un bicchiere di vino, basilico,

mozzarella, 100 gr di Grana, 10 gr burro, olio sale e pepe. Con la farina e le uova si procede a preparare un impasto di pasta fresca all'uovo poi ritagliata in grossi quadrati. In una padella andranno a soffriggere la cipolla tagliata a fettine e la carne macinata. E qui si bagna col vino, magari un bianco locale da uve bellone che si farà evaporare in parte, prima di aggiungere i pomodori, le foglie di basilico, il sale e il pepe. La salsa va lasciata a bollire per un'ora. Quindi si cuoce la pasta. In un tegame da forno, a questo punto, si sistemano uno strato di salsa e uno di pasta prelessata; quindi altra salsa, fettine di mozzarella e uova sode, e una spolverata di Grana. L'operazione va ripetuta per tre volte. A quel punto non rimane che far gratinare il tutto nel forno a temperatura moderata per 20 minuti. Data la consistenza del piatto, il vino prescelto sarà un Cesanese del Piglio, che è il vino rosso della Ciociaria. Ma i prodotti della Ciociaria sono tanti, a cominciare dall'olio extravergine di oliva. Eccezionale è quello dell'Azienda Agricola Biologica Quattrociocchi Americo di Alatri, ottenuto dalle olive prodotte dai 15.000 alberi di cultivar Moraiolo, Frantoio, Leccino e Itrana. Con questi oli meritano i lori sottoli: asparagi, carciofi, pomodori secchi, melanzane e peperoncini tondi piccanti ripieni. Quindi le appetitose olive schiacciate, condite con peperoncino e semi di finocchio. Altro campione imperdibile è poi il cacio di Morolo e in particolare quello della Società Artigiana Scarchilli in contrada Madonna del Piano, 12. Il Grancacio di Morolo è un formaggio a pasta filata, affumicato con trucioli di faggio, stagionato dai 5 fino ai 10 mesi e fino ai 18 mesi per il Gran Riserva. Quindi la Ciambella di Morolo, che segue la stessa lavorazione e affumicatura, ma stagionata 20 giorni. Altro campione imperdibile è il peperone Dop di Pontecorvo prodotto da Il Pontecorvese. Oppure il prosciutto di natica e il capocollo dell'azienda Biologica Le Sciuccaglie in località Cervarone di Vallemaio. Ottenuti dal maiale nero Casertano questi prosciutti vengono spesso paragonati ai Patanegra spagnoli. Notevoli sono poi i prodotti della Cooperativa Agricola del Mollarino a Villa Latina fra cui il mitico fagiolo cannellino di Atina. Ad Alvito c'è invece uno dei torroni più buoni d'Italia. Lo produce Paola Macioce della Pasticceria V. M. di piazza Umberto I. La versione classica, a base di pasta di mandorle ricoperta di cioccolato, è da applausi, così come il Torrone Regina di pasta di mandorle e pinoli e il Torrone Elisabetta con mandorle, pistacchi, nocciole, canditi e arancia. Sosta doverosa, poi all'Abbazia di Casamari dove i monaci cistercensi sono famosi per liquori e medicamenti. Da provare l'Elixir San Bernardo al rabarbaro, l'Elixir Sette Erbe, i Rosoli, e il prodotto più celebre: la Tintura Imperiale da 90 gradi. Strettamente medicinali sono lo Joduro di Ferro e l'Amaro Ferrochina, indicati per gli anemici, oltre a unguenti, sciroppi e creme.
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