Per la prima volta i Paesi emergenti hanno superato quelli
industrializzati nella coltivazione di organismi geneticamente
modificati. Non era mai accaduto da quando sono state introdotte le
prime colture di questo tipo, circa 20 anni fa. E' quanto emerge dal
rapporto pubblicato dal Servizio internazionale per l'acquisizione delle
applicazioni nelle biotecnologie per l'agricoltura (Isaaa).
E' aumentato il numero di ettari coltivati nei Paesi in via di sviluppo,
che attualmente contribuiscono per ben il 52% alla produzione mondiale,
rispetto al 50% dello scorso anno. Il rapporto calcola inoltre che in
20 anni le superfici coltivate con piante biotech sono aumentate di 100
volte, raggiungendo complessivamente 170 milioni di ettari contro l'1,7
milioni di ettari del 1996, anno in cui sono state commercializzate le
prime piante geneticamente modificate.
Per uno degli autori del rapporto, Clive James, ''e' un dato che
contraddice tutte le predizioni fatte negli anni '90, quando prima che
entrassero in commercio le prime colture biotech alcuni esperti
dichiararono che le colture biotech sarebbero state accettare solo nei
Paesi industrializzati e che non sarebbero mai state adottate nei Paesi
in via di sviluppo''.
ansa