Ma quali vini, tra tutte le eccellenze italiane, piacciono alle donne?

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Ci siamo. L'hai invitata a cena fuori per la prima volta e lei ha accettato di venire; ti piace e vuoi davvero conquistarla. Scegli con cura l'abito, fai la barba, una doccia, metti un litro di profumo e ti guardi allo specchio: ti senti un vero schianto. Ma ti sei ricordato di fare un breve corso per imparare qualcosa sul vino? No? Allora corri subito ad aggiornarti: secondo un recente sondaggio, realizzato da un'azienda vitivinicola veronese attraverso un'indagine online che ha coinvolto oltre mille donne, per otto donne su dieci la scelta del vino giusto è più importante dei fiori. Insomma è chiaro: rose e cioccolatini non vanno più bene, sono passati di moda, la cosa fondamentale è scegliere il giusto vino a tavola che a questo punto, ammetterai, è fondamentale per la riuscita della serata.

La verità sul colpo di fulmine

Ma quali vini, tra tutte le eccellenze italiane, piacciono alle donne? Quelli leggeri e profumati, con la giusta spinta aromatica, come per esempio un Soave del Veneto. E' tipico delle donne approcciarsi al vino scegliendo le bollicine che danno un senso di freschezza e leggerezza, oppure optando per vini bianchi, con profumi fruttati e leggermente aromatici. Al bando, quindi, i vini rossi corposi, troppo impegnativi e per niente apprezzati dalle signore.

Dietro a questa nuova tendenza femminile si cela un secondo fine dal sapore di test. Già, perché sei donne su dieci dichiarano di riuscire a capire attraverso il gusto per l'abbinamento vino- pietanza com'è fatto l'uomo che siede loro di fronte. Molte, poi, sostengono addirittura di riuscire a valutare se l'uomo in questione è adatto o meno a loro stesse, mentre un'altra buona fetta di signore si basa sulla scelta del vino per valutare la conoscenza delle regole del bon ton. Altro che una pizzetta e una birra!

Appurato ciò a questo punto l'uomo si chiederà: quali sono dunque gli elementi più importanti a tavola per un primo appuntamento indimenticabile? Trovare il perfetto connubio tra cibo e vino, s'intende. Sempre in base al recente sondaggio, moltissime donne amano il giusto accostamento tra ciò che mangiano e ciò che bevono. Naturalmente nasce da sé l'idea che bisogna anche far attenzione al menu che ogni gentiluomo deve essere in grado di saper scegliere. Ben si adattano all'occasione, che un primo appuntamento rappresenta, cibi poco conditi e leggeri ma raffinati. Naturalmente va curato ogni altro dettaglio.

Le cose da dire più sbagliate al primo appuntamento

Si dovrà scegliere un buon ristorante, dotato magari di luci soffuse e buona musica in filodiffusione, che abbia un'ottima cucina e, naturalmente, una cantina ben fornita. E pazienza se i prezzi dei vini barricati o di quelli con le bollicine (champagne in primis) sono altini: a milady piacciono e l'uomo non può tirarsi indietro.

Caro maschio, non dimenticare mai l'etichetta. No, non quella sulla bottiglia, il riferimento è alle regole di bon ton. Ricorda di fare attenzione al suo bicchiere: quando è quasi vuoto chiedile se desidera ancora del vino; chiedile, di tanto in tanto, se è tutto buono o desidera cambiare qualcosa; non bere fino a ridurti ad essere brillo e non togliere la giacca per nessun motivo, non si fa. Se hai appuntamento con lei e stavi pensando di passare dal fioraio ripensaci: fai un salto in una vineria e scegli il vino migliore che hanno. Se lei ti piace vuoi offrirle solo il meglio, giusto?

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Vino rosso e pesce, il matrimonio possibile

di Eleonora Cozzella
Il vino rosso abbinato a piatti di pesce? E' spesso un luogo comune al negativo:  sommelier e appassionati lo hanno (quasi) sempre ritenuto un errore gastronomico. Ma non è proprio così…  Se una volta veniva considerato matrimonio mal riuscito, di recente se ne è ri-scoperta la validità. Non tutti i rossi vanno bene, s'intende. Ma se si trova quello giusto il successo a tavola è sicuro. Un libro ne svela segreti e ricette

In Sardegna le cozze anche crude e le patelle, appena staccate dallo scoglio, si accompagnavano spesso e volentieri a un bicchiere di rosso.
Lo stesso accadeva, come in molti ricorderanno, sul litorale laziale quando i pescatori di ricci uscivano dal mare e si concedevano uno "spuntino" annaffiando col rosso i gustosi echinodermati.

E poi le zuppe di pesce tipiche della cucina delle nostre città costiere non si gustavano proprio col rosso (pensiamo al brodetto di Fano, a quello vastese o al Cacciucco di Livorno e di Viareggio per esempio)?

Poi qualcuno decise che non andava bene e le abitudini popolari dei nostri bisnonni sono diventate errori gastronomici.
Da qualche tempo, per fortuna, sulla via della riabilitazione.

Vino rosso e pesce, il matrimonio possibile

La strada per il recupero di abitudini di un tempo passa anche per lavori come "Pesce e vino rosso - Breve guida tra le eccellenze di un paradosso gastronomico toscano".

Un libro - che sarà presto disponibile nelle Apt della Costa Etrusca - frutto di un lavoro triennale di ricerca da parte di due giornalisti appassionati di gastronomia e legati alla loro Regione, Marco Provinciali e Andrea Leonardi.

Gli autori hanno iniziato con l'idea di marketing territoriale, finendo col coinvolgere medici nutrizionisti, sommelier e chi - dice Marco Provinciali - "in prima persona è il vero collegamento tra i prodotti dell'agroalimentare del territorio e i consumatori, locali o turisti che siano, cioè i cuochi".

Ecco quindi che hanno chiesto a una piccola-grande schiera di chef rinomati (in Toscana e non solo) di fornire per questa raccolta una ricetta a testa, abbinata a un Rosso.

Naturale che l'iniziativa, presentata durante l'appena concluso Vinitaly nello spazio della Toscana, abia riscosso notevole interesse.

Ecco alcune ricette estratte dal libro con i relativi rossi di accompagnamento


corsi-triglia Tra pane e triglia in salsa alla livornese

di Debora Corsi
del ristorante La Perla del Mare a San Vincenzo
Un piatto che cita le classiche triglie alla livornese
abbinato a un Petra, Alto Sangiovese, Igt Toscana Rosso, Sangiovese 100%

martinelli-rosso Pralina di baccalà mantecato con cuore liquido di porcini

di Michele Martinelli

del ristorante Locanda Martinelli a Nibbiaia (Li)
Un antipasto di estrema eleganza, i cui ingredienti sposano mare e bosco
abbinato a La Regola, Podere La Regola, Rosso doc Montescudaio Cabernet Franc


spago-ricci Spaghetti ai ricci

di Enrico Faccenda
del ristorante Nonna Isola a Castiglioncello
Si tratta di un grande classico della cucina marinara, di cui lo chef svela i piccoli segreti
A questo primo piatto è abbinato un Piastraia di Michele Satta, Bolgheri rosso doc (Cabernet, Merlot, Syrah, Sangiovese)


astice-tegame Astice al tegame

di Luciano Zazzeri

del ristorante La Pineta a Marina di Bibbona
Semplice e al contempo grande questa preparazione con il crostaceo pregiato che i locali chiamano "lupicante"
Viene in questo caso accompagnato da un Cifra, Costa Toscana Rosso Igt, Cabernet Franc 100%


baccala-vallini Baccalà in tegame con olive taggiasche e pinoli di San Rossore


di Emanuele Vallini
del ristorante La Carabaccia a Bibbona
Un secondo piatto che conquista occhi e palato per il suo equilibrio e i sentori tipici del Mediterraneo.
Il piatto è abbinato a un Integolo di Sada, Igt Toscana (Cabernet sauvignon, Montepulciano, Alicante)



(30 marzo 2012)

Storie di tv e gastronomia. Ecco in libreria Eat Parade Storie approfondimenti e ricette del "Primo TG del cibo e del vino"

Tra televisione e pagina, tra parola detta e parola scritta. Arriva in libreria Eat Parade, testo di Bruno Gambacorta edito da Rai Eri - Avallardi. 


Il libro è una storia di storie, che dà voce ad alcune delle vicende passate nel corso degli anni su Rai 2, quando la trasmissione di Bruno Gambacorta anticipava i vari programmi attuali sulla gastronomia. Sfogliando, il lettore individua diversi momenti, diverse sezioni narrative.

La prima, la versione scritta di Eat Parade, che Gambacorta chiama "Il primo TG del cibo e vino", capace di anticipare i tempi e conquistare due milioni e mezzo di spettatori.

Poi, una sorta di approfondimento, dedicato a tutti i temi che in TV non trovano spazio o vengono riassunti.

Ancora, "L'enciclopedia", come l'ha definita, Giuseppe di Napoli, presidente dell'Associazione Maitre d'Italia, con 35 racconti e 70 ricette.

I primi sono un'occhiata da vicino al mondo dell'alimentare italiano, vario e non convenzionale.

Come i detenuti del Carcere di Rebibbia, che imparano dalla cucina esotica dei Paesi d'origine per avere un lavoro dignitoso una volta usciti. O come i ragazzi delle botteghe Centopassi, riuniti nelle cooperative contro la mafia.
Il pastore Nunzio Macelli è invece il padre di Adotta una pecora: tramite internet si sceglie l'animale, si paga, e ci si fa arrivare a casa pecorini, ricotte affumicate, calzettoni di lana, carne e salami di agnello.
Le storie possono essere buffe, come quella di Cetona, dove il convento destinato a religiosi insubordinati si è trasformato in un ristorante, dove lo chef Walter Tripodi trasforma in cucina d'autore i frutti del vicino orto.
O avere un retrogusto artistico, come quella del ristoratore Emilio Bei: lui cucinava a domicilio, gli artisti gli decoravano il locale con le loro creazioni.

E poi, le ricette dalle più elaborate a quelle semplici e fulminanti, dai piatti del cuoco di strada Antonio Tubelli, alle ricette TV di Andy Luotto. Un testo che è libro di cucina ma anche scrigno della memoria nazionale, di TV ed alimentazione.


Matteo Clerici 

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