Tartufi e pecorino nella Cortina del Sud

Il Laceno, detto anche Piano Laceno è una conca di origine carsica dell'Irpinia. Siamo su un altopiano a circa 1.050 metri, ai piedi del Monte Cervialto, che è la cima più alta. Non distante si trovano Montella e gli Altopiani di Verteglia e del Monte Terminio e per questo motivo la zona viene indicata come la "Cortina della Campania". Infatti sono molti gli alberghi e i ristoranti che sorgono intorno al lago di Laceno. Qui i prodotti tipici sono quelli che si ricavano dai boschi e dagli allevamenti. Celebri sono i tartufi neri di Bagnoli Irpino, ma anche i funghi del Laceno. Per quanto concerne il primo, si tratta di un Tuber mesentericum che fruttifica dalla fine dell'estate agli inizi della primavera. Le sue raccolte migliori, per qualità e pezzatura, avvengono a cavallo tra l'autunno e l'inverno, soprattutto a seguito di piogge e nevicate. Una ricetta semplice, che è rimasta in voga, è quella dei "Tartufi del Laceno in tegamino". Bisogna prevedere 50 gr di tartufi neri, 100 gr di pecorino dolce e una noce di burro. Si procede pulendo e tagliando i tartufi, facendo delle fettine dello spessore di un centimetro. Il formaggio va invece sbriciolato in pezzetti grossi. Tartufi e formaggio si mettono in una terrina imburrata, la si inforna finché il formaggio non inizia a fondere. Una volta tolta la terrina, si versa il contenuto su fette di pane abbrustolito. Sotto le feste, non disdegna l'abbinamento con un brut rosè. Trovandoci in montagna, c'è poi un'altra specialità tipica delle alture italiane, ovvero la castagna, che possiede l'Igp e viene indicata come castagna di Montella. La caratteristica principale è quella di avere una buccia sottile, di un colore marrone intenso. In loco viene denominata "Palommina", per indicare la leggerezza, ma anche la fragranza. E infine il Pecorino Bagnolese realizzato con il latte della pecora autoctona. Qui il latte appena munto viene riscaldato a circa 40 gradi e coagulato con caglio di agnello. Dopo una mezz'ora la cagliata viene rotta in pezzi di piccole dimensioni, privata del siero che servirà per la ricotta. La cagliata, invece, viene colata nelle fuscelle di vimini per essere pressata, salata e lasciata stagionare.? Ora, se il pecorino fresco di pochi giorni viene tagliato a fettine e arrostito, quello di tre mesi è utilizzato come pietanza, mentre a 6 mesi, diventa un cacio da grattugia, ottimo per le paste, anche per la sua caratteristica piccante. Acquisti di formaggi prodotti in loco si possono effettuare a Nusco da Antica Bontà d'Irpinia in via SS. Giovanni e Paolo, nel centro storico. Una specialità qui è la Ricotta Nuscana ottenuta con il latte di animali allevati allo stato semibrado. Storico riferimento per i buongustai è poi il Caseificio Gambone di Montella sulla strada Provinciale San Francesco. Pensate che Marsilio Gambone fu citato come esperto casaro già in alcuni documenti del lontano 1500. Oggi Ezio Gambone, suo lontano discendente, è a capo di questo caseificio a conduzione familiare che produce, dal latte di vacche allevate allo stato semibrado tra i 400 e i 1.000 metri d'altitudine, l'ottimo Caciocavallo di Montella, ma anche la scamorza con le olive. L'azienda agricola De Cecca di Ferrara Calitri (contrada Serra) fa invece il Caciocavallo irpino stagionato nove mesi in grotta. Tutti da provare.
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