Amate la lettura e la buona tavola? Ecco Serate dell'Enogastronomia

Versami, reading musico-letterario. Gravina in Puglia (Bari), 2 dicembre 2012, ore 17.00. Amate la lettura e la buona tavola?
Fate allora un salto a Gravina in Puglia, splendida città d'arte a meno di 60 km da Bari e 30 da Matera, per partecipare alle Serate dell'Enogastronomia e ai Laboratori del Gusto, una serie di appuntamenti enogastronomici e culturali, organizzati dall'Assessorato al Turismo e al Marketing Territoriale del Comune, guidato da Sergio Varvara. Scoprirete un territorio unico attraverso la degustazione di prodotti e vini locali.
Domenica 2 dicembre, alle ore 17.00 presso il Seminario Diocesano in Via Giardini 18, sarà la volta di "Versami". Il vino: poesie, aforismi, detti e ... musica, un reading musico - letterario di e con l'attrice Fabiana Aniello, che sarà accompagnata da Vito della Valle di Pompei al pianoforte e Luigi Fatigati, alla chitarra e bouzouki.
Lo spettacolo si propone come un percorso conoscitivo di poesie e letture sul vino e sui ruoli che assume nel privato e nel sociale, attraverso testimonianze e opere di artisti di tutto il mondo e di tutte le epoche: latini, greci, inglesi, francesi, argentini, cinesi, e così via. Uno spettacolo che fa riflettere su come il rapporto uomo -vino sia rimasto immutato nei secoli, nonostante siano cambiati i costumi e le condizioni storico - geografiche. In un presente atemporale, il vino dunque si racconta in prima persona e coinvolge il pubblico, accompagnandolo in un percorso emotivo cognitivo, attraversando tralicci di vigne, osterie, salotti bene, luoghi solitari. Seguirà una degustazione dei vini delle Cantine Botromagno di Gravina in Puglia.
Info: Iat Gravina, via Matteotti ang. Largo Plebiscito, t/f: 0803269065 - 3331030365, www.iatgravina.it
Prossimi appuntamenti: I Laboratori del Gusto - 8 dicembre ore 19.30, I Laboratori del Gusto - formaggi, Palazzo Sottile Meninni, via A. D'Ales, 11. 9 dicembre ore 19.30, I Laboratori del Gusto - funghi, Palazzo Sottile Meninni, via A. D'Ales, 11.

Un'occasione per scoprire la gastronomia franco-russa, rivisitata da duo di chef russi e francesi

Approda nel Principato di Monaco un'occasione per scoprire la gastronomia franco-russa, rivisitata da duo di chef russi e francesi: si tratta della 3a edizione del Festival della Gastronomia franco-russa che ha animato la riviaera francese: tra il 1° e 5 settembre a Cannes, poi a Juan-les-Pins e Nizza, ora è la volta del Principato di Monaco: rendez vous dal 28 novembre al 2 dicembre 2012.  
Giovani chef da Sanpietroburgo e Mosca saranno a Monte-Carlo a proporre numerosi ateliers gourmands in un ambiente di vera festa, obiettivo: realizzare per la settimana un menu unico, l'unione del savoir-faire e la composizione di accostamenti inediti. Dimostrazioni spettacolari, ambiente da « Festival » e un'atmosfera particolare saranno all'appuntamento gastronomico.
Dal 28 novembre al 2 dicembre 2012 ci saranno i duetti composti da uno chef francese e uno russo: SHURUPOV-BRUGEL e RIVKINE-RAVIN a proporre nei loro rispettivi stabilimenti menu inediti (Accenti a Mosca Jean-Claude BRUGEL, Le Café de Paris di Monte-Carlo; Andrey RIVKINE , Pantagruel, Mosca e Marcel RAVIN Le Blue Bay Monte-Carlo).
Alle serate: Cocktail Dinatoire al Café de Paris, a partire dalle 19h30 serata russa al Salon Bellevue al 1° piano del Café de Paris, degustazione di specialità franco-russe presentate sottoforma di buffet dagli chef Jean-Claude Brugel e Igor Shurupov, musica con DJ, champagne e vodka  85 euro a persona bevande incluse.

Marocco tra cucina e cultura



Se è vero che il prestigioso marchio alberghiero Sofitel cerca sempre di mettere in contatto la cultura francese con le culture locali, questa volta il Sofitel Rome di villa Borghese fa di più. Non è il primo anno che la capitale ospita l’importante evento culinario denominato La settimana gastronomica marocchina. Un evento che racchiude esperienze di gusto e cultura, che fa immergere in un mondo ricco di sapori e profumi speziati. La Terrasse cousine e lounge, spazio dell’albergo dedicato all’evento alle spalle di villa medici, sarà allestita con musiche, decorazioni e arredi che vogliono portare all’interno dell’universo marocchino non solo da un punto di vista gastronomico.
A capo dell’evento dal Sofitel di Agadir, arriva direttamente Fatima Targa, uno tra i più rinomati chef del paese. Il programma culinario prevede la preparazione di appositi menu, previsti sia per il pranzo che per la cena, che raggruppano alcune tra le più raffinate ricette del morocco: cous cous royal d’agnello, gamberi alla charmola, coda di rospo all’uva, pollo alle mandorle e ai frutti di mare e ancora tutta la pasticceria marocchina. La settimana dedicata alla famosa cucina etnica è ancora una volta la dimostrazione del taglio internazionale di Sofitel e dell’interesse sempre propositivo per iniziative artistiche e contemporanee che diventano punto d’incontro della vita culturale capitolina.
fino al 2 dicembre
La Terrasse cuisine & lounge , via Lombardia 47, Roma
info: www.laterrasseroma.com

di Irene Canale - insiderart.eu

Vi invitiamo in cucina con Arturo Nuova rivista con l'Unità

Vi invitiamo a entrare in cucina con noi. E poi passare nei luoghi dove si produce quel vino, quel formaggio, quell’olio. Vi invitiamo a fare la spesa con più testa e meno occhi, a ridurre gli sprechi, a imparare il senso della ecosostenibilità. Da mercoledì 28 con l’Unità per quattro settimane di seguito, troverete Arturo, un settimanale nuovo di zecca che parla di enogastronomia, di viaggi, di cultura, di percorsi che dalla buona tavola portano alla buona terra. E viceversa.
La rivista ha 108 pagine a colori. E nasce da una joint venture tra il nostro quotidiano e Nuovi punti di vista Sitcom Editore (che porta in edicola riviste come Alice Cucina, MarcoPolo, Case&Stili) che a sua volta fa parte del Gruppo Lt Multimedia presente nel bouquet Sky con i canali Alice, Nuvolari, Leonardo, Marcopolo e Arturo. Quotidiano e magazine costano 2 euro in totale, così come accade ogni sabato con Left
LO CHEF DEL COLLE E I VINI CON ALESSIO BONI
Nelle pagine della rivista insieme allo staff di esperti di food e viaggi, di artigianato ed enogastronomia, troverete anche firme storiche del nostro quotidiano. Marcella Ciarnelli, ad esempio, che per il primo numero del settimanale ha accompagnato lo chef Mattia Poggi nelle cucine del Quirinale a incontrare Fabrizio Boca, chef executive della cucina presidenziale. Un servizio curioso, inedito e molto divertente tra babà e cene al Colle. In copertina invece un volto notissimo della tv, l’attore Alessio Boni, ci guiderà allo scoperta dei vini novelli in un itinerario che si snoda attraverso dieci agriturismo tra Toscana, Veneto e Pimonte.

«Potrà sembrare strana un’accoppiata del genere: un giornale politico e una rivista che parla di gusto, territorio e cucina - ha detto il direttore Claudio Sardo nel corso della presentazione di Arturo -. Ma in realtà l’Unità ha avuto e ha radici popolari ben salde. E vogliamo rimarcare questa identità». Per Fabrizio Meli, amministratore delegato di Nie «si tratta di amalgamare la qualità con gli aspetti più popolari del nostro quotidiano. C’è la cucina, certo, ma anche la spinta a far conoscere e a promuovere le eccellenze italiane. Arturo è un altro passo in un percorso strategico che l’Unità sta realizzando: dall’incontro con Left all’ebook store su Unita.it, una libreria con oltre 35mila titoli e che ogni giovedì propone una collana di gialli formidabili a prezzi imbattibili».

È fiducioso Mario Bianchi, presidente di Lt Multimedia. «È di vitale importanza, in questo momento di crisi e difficoltà, fare sistema. Noi ci siamo riusciti mettendo insieme il nostro carnet di periodici, i canali tv e i siti Internet dedicati. Con l’Unità ci si prospetta una nuova avventura che potrebbe proseguire per tutto il 2013.Arturo è un bel prodotto, c’è interazione tra le redazioni e abbiamo molte cose da raccontare». «Una scelta coraggiosa - ha spiegato Corrado Azzolini, ad di Lt Multimedia - per dare ai lettori nuovi punti di vista, per interscambiare i ruoli».
unita.it

Confagricoltura insegna come fare l'orto in citta'

Corsi per realizzare orti in citta', ma anche giardini verticali, o per produrre in casa creme e prodotti di cosmesi. Sulla scorta del successo di Euroflora, Confagricoltura ha portato proposte innovative anche al SIT della Fiera di Genova. Successo per Food Village, dove i prodotti sono in vendita, ma anche per i laboratori interattivi.

Da segnalare quelli sul riciclo creativo e quelli in cui si insegna a creare in casa un prodotto naturale per la cosmesi utilizzando erbe, olii ed essenze.
ansa

Patatine e pizze fritte? Non fanno male

''Le fritture non fanno male, tanto meno le patatine fritte''. Lo dice uno studio della Facolta' di Agraria dell'Universita' Federico II di Napoli, tenuto nell'ambito del corso di laurea specialistica internazionale in Food Design. Il dato scaturisce da esperimenti sulla gastronomia molecolare condotti prima in laboratorio e poi con professionisti del mondo gastronomico, ai fornelli della scuola di cucina professionale Dolce & salato di Maddaloni, con lo chef Giuseppe Daddio. (ANSA).

Gusto in Scena: un dessert senza zucchero per non rinunciare al dolce

Un dessert senza zucchero per chi non vuole rinunciare al piacere di un dolce creato da un grande chef. A proporlo saranno i cuochi che si sfideranno sul palco della V edizione di Gusto in Scena, in programma il 17, 18 e 19 marzo 2013 presso la Scuola Grande di San Giovanni Evangelista di Venezia. Marcello Coronini, giornalista e critico eno-gastronomico ideatore e curatore dell’evento, negli ultimi tre anni ha portato chef di fama internazionale a riflettere e mettersi in discussione sostituendo, attraverso la ricerca e la creatività, un ingrediente di cui generalmente si abusa in cucina. Quest’anno il tema proposto da Coronini è il “Cucinare con… Cucinare senza... Zucchero”.
Tanti i grandi nomi della ristorazione italiana che si confronteranno durante Chef in Concerto - Il congresso di alta cucina. Tra loro c’è anche Nicola Portinari, che con il fratello Pierluigi fa brillare le due stelle Michelin del Ristorante La Peca di Lonigo (VI).
<> : è questa la ricetta che La Peca proporrà a Gusto in Scena. Il dessert ideale per chi durante le Feste natalizie, a Carnevale, ma anche durante tutto il resto dell’anno non vuole rinunciare alla dolcezza, pur in assenza di zucchero. Durante la kermesse, lo chef interpreterà infatti il tema di Chef in Concerto “Cucinare con… Cucinare senza... Zucchero”.
Nicola Portinari ha preso parte anche alle precedenti edizioni dell’evento. Nel 2011, a Lugano, la declinazione del tema erano i GRASSI. Il 2012 è stato l'anno della consacrazione del successo del Congresso con l'ottenimento del patrocinio del Ministero della Salute e un intervento di un suo rappresentante sul tema del SALE. Nel 2013 Gusto in Scena trasformerà ancora una volta Venezia nella capitale mondiale dell’enogastronomia italiana confermandosi come un laboratorio per l’alta cucina con il compito di conciliare il gusto e la salute, con proposte capaci di soddisfare anche gli appassionati gourmet più esigenti.

TRE EVENTI IN UNO
Gusto in Scena propone tre grandi eventi in parallelo: Chef in Concerto - Il congresso di alta cucina, i Magnifici Vini di Mare Montagna, Pianura e Collina e Seduzioni di Gola, dedicato alle eccellenze gastronomiche. Durante Chef in Concerto importanti nomi della ristorazione si confronteranno sul palco e condivideranno con la platea lo studio dei loro piatti. A I Magnifici Vini parteciperanno un centinaio di cantine e si potranno degustare vini scelti tra le eccellenze italiane ed estere contraddistinti dal simbolo delle quattro categorie - mare, montagna, pianura e collina - a seconda dell’ambiente di produzione. Questa classificazione ideata da Marcello Coronini ha ottenuto il riconoscimento europeo. Seduzioni di Gola è invece una selezione di numerose specialità gastronomiche italiane e europee a cura di Lucia e Marcello Coronini, basata sulla ricerca di prodotti di grande qualità e sulla valorizzazione del territorio: sfizi gastronomici che faranno conoscere sapori rari e prodotti preziosi.
teatronaturale.it

In viaggio con gusto: Acquacotta e pappa al pomodoro

Il Casentino è una delle quattro vallate principali a nord della provincia di Arezzo, in pratica una vallata ripartita in 13 comuni dove spiccano prodotti come la patata rossa di Cetica, la farina di castagne del Pratomagno, la mela nesta e poi il mitico prosciutto del Casentino. In verità il nostro Virgilio di questo prodotto è stato Simone Fracassi, che apre la sua macelleria a Rassina. Qui lavora carni come il Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale, la Chianina, i suini di Cinta Senese e il Grigio Casentino. Simone guida l'azienda facendo tesoro dell'esperienza e delle ricette trasmesse prima dal nonno Angelo, detto "Ghiaiolo", poi dal papà Franco. Così realizza i suoi superbi insaccati, tra cui l'impareggiabile Capocollo e la Finocchiona, ma il suo merito è di avere valorizzato la razza suina Grigio Casentino, allevata allo stato brado, da cui ricava uno straordinario prosciutto crudo.
Girovagando ancora per il Casentino, cercate le Selve di Vallolmo in località Vallolmo di Pratovecchio. Siete nel Parco nazionale delle Foreste casentinesi, una delle perle del patrimonio naturalistico e paesaggistico del nostro Paese, dove Claudio Orlandi alleva suini per la produzione dei suoi ottimi salumi: Finocchiona, prodotta usando carni con venature più grasse, poi aromatizzata con sale, pepe, finocchio selvatico e vino rosso, infine insaccata in un budello naturale; quindi il prosciutto che prevede una salatura di 3 settimane, una maturazione di 90/100 giorni, e una stagionatura non inferiore ai 18 mesi. Interessante anche il salame toscano, che viene realizzato con le parti magre impastate con sale, pepe e vino rosso e insaccate in budello naturale. In azienda è possibile degustare e acquistare i salumi prodotti e soggiornare in una rustica struttura in pietra con 7 camere, mentre a Porrena di Poppi, in via Erbosa 14, è stato aperto un nuovo punto vendita.
La cucina di questa area della Toscana è improntata a una ferrea tradizione e molto spesso, da queste parti si trova ancora un piatto di carni come la scottiglia, oppure i tortelli alla lastra.
Una ricetta sfiziosa è poi quella dell'Acquacotta casentinese, che è il tipico piatto povero della Toscana, insieme alla pappa al pomodoro. Veniva fatta, come tutte le ricette povere, con quello che c'era: per questo se ne trovano molte varianti.
Ipotizziamo, allora, una ricetta per 4 persone, con 400 grammi di funghi porcini, 80 grammi di pomodoro, un ciuffetto di nepitella, uno spicchio d'aglio, 3 uova, 30 grammi di parmigiano grattugiato, pane casereccio toscano, olio extravergine di oliva, sale e pepe.
Si inizia mondando accuratamente i funghi da tagliare poi a fette. In un tegame si fa scaldare dell'olio per soffriggervi l'aglio a cui unire i funghi e qualche rametto di timo. Una volta saltati per qualche minuto a fuoco vivo, si bagna il tutto con del brodo bollente aggiungendo il pomodoro. A questo punto si fa cuocere per circa 20 minuti a fuoco dolce. Spento il fuoco si lascia riposare mantenendo il tiepido. In una ciotola si sbattono le uova con il parmigiano da unire all'intingolo del tegame coi funghi. Quando il composto, continuamente mescolato, inizierà a diventare un po' più denso, si aggiunge una macinata di pepe. L'acquacotta andrà messa in un piatto fondo guarnito di olio extravergine a crudo e fette di pane tostate. Ottima una Vernaccia di San Gimignano per accompagnare il piatto.
avvenire.it

Un viaggio all'insegna dei sapori in Canton Ticino

( Di Ida Bini  )
In Svizzera il Canton Ticino, a due passi dal confine con l’Italia, è la patria della cucina a chilometri zero, del buon vino Merlot e delle eccellenze enogastronomiche – dai formaggi ai funghi, dalle castagne alla cacciagione - da scoprire nelle cantine, nelle fattorie, negli alpeggi e nei grotti, le caratteristiche cantine scavate nella roccia. L’autunno è un ottimo periodo per camminare nei boschi, tra i vigneti e nelle valli ticinesi alla scoperta delle tradizionali materie prime, tutte di ottima qualità, e dei prodotti genuini, realizzati artigianalmente secondo la tradizione gastronomica locale e portati direttamente in tavola, secondo la filosofia della cucina a chilometri zero. In questo periodo, inoltre, i paesaggi sono incantevoli con i caratteristici colori ramati, gialli e rossi e le cime che cominciano a imbiancarsi. Per promuovere le eccellenze del territorio ticinese e per scoprire i luoghi dove i prodotti di qualità vengono creati artigianalmente sono stati creati percorsi tematici e una serie di attività turistiche personalizzate.
Tra questi spiccano otto itinerari alla scoperta dei migliori formaggi del territorio con l’opportunità di essere accolti in fattorie, agriturismi e alpeggi; si potrà assistere alla lavorazione, arrivando entro le 9 del mattino; ci sarà poi la possibilità di assaporare e acquistare i prelibati formaggi d’alpeggio, nati solo da animali al pascolo, e in alcuni casi sarà possibile anche alloggiare nelle strutture. I formaggi lungo la valle di Blenio e nella Leventina profumano della flora alpina dei pascoli, che arrivano anche fino a 2.800 metri d’altezza: sono formaggi da tavola quasi esclusivamente a base di latte di mucca, buoni dopo quattro mesi ma eccellenti dopo un anno di stagionatura. Si possono assaggiare e acquistare nei tanti alpeggi e nei caseifici artigianali, assieme alle ricotte, al burro, alla panna, allo yogurt e alle specialità di ogni produttore: l’alpeggio Cruina, l’alpeggio Manegorio, Corte Cassina del Buco e Alpe Pontino.
Ad Airolo il caseificio del Gottardo ha una parte dimostrativa e un ristorante, dove si possono gustare diversi piatti a base di formaggio. Imperdibile è una sosta al grotto dei Due Ponti, nel paese di Giornico, su una piccola isola nel fiume Ticino, collegata alla Valle Leventina da due ponti romani che danno il nome al grotto. Anche la valle di Blenio, nelle vicinanze del passo del Lucomagno, ospita interessanti alpeggi come l’Alpe di Pian Segno a Olivone e il rinomato grotto Sprüch di Ludiano, che offre piatti squisiti della cucina tradizionale ticinese da gustarsi seduti davanti al camino. Nella zona intorno a Lugano gli alpeggi sono a bassa quota, a circa 1.200 metri, e producono ottimi formaggi di capra, formaggelle (formaggi ottenuti da latte scremato della panna che affiora in modo naturale) e misti di capra e mucca a pasta acida.
Nei pressi di Lugano, a Tesserete, è possibile fare merende e piccoli pranzi a base di salumi, formaggi e vino Merlot del Ticino e fermarsi per la notte sdraiati sulla paglia. Da non perdere è il grotto Morchino, immerso nel verde della strada per Carona, facilmente raggiungibile dall’uscita autostradale Lugano-Sud, prima di arrivare al paese di Pazzallo. L’accogliente locale è stato recentemente ristrutturato, mantenendo le caratteristiche architettoniche della sua struttura originale. Il distretto di Mendrisio presenta alpeggi a quote ancora più basse che producono le famose robiole, formaggi di latte misto; i büscion, formaggini gustosi da consumare freschi, e gli zincarlin, formaggi con aglio, prezzemolo tritato e pepe. Qui si possono ammirare le nevere, costruzioni in pietra, in parte interrate, dove si depositano i formaggi. In questa zona è possibile fare anche un itinerario con il trenino a cremagliera che parte da Capolago e raggiunge la vetta del Monte Generoso che offre una stupenda vista sulla regione dei laghi e sulla catena alpina, dal Gran Paradiso al Cervino, dal Monviso al Monte Rosa. All’uscita nord del borgo di Mendrisio si può percorrere la via delle Cantine che conduce all’antico grotto Bundi, rimodernato e con un’ottima cucina basata su specialità ticinesi; il grotto offre una vasta scelta di vini pregiati. Anche nella zona di Bellinzona gli alpeggi producono ottimi formaggi che si vendono direttamente al pubblico; tra i tanti presenti nella zona, i più rinomati sono l’alpeggio Giumello e l’alpeggio Mornera che si trova su un delizioso laghetto con ninfee. Tutto il territorio si presta a incantevoli passeggiate lungo sentieri segnalati che entrano nei boschi e passano accanto a baite e a fattorie invitanti.
La val Pontirone, per esempio, è un luogo incontaminato e selvaggio, bellissimo da scoprire: all’inizio del Novecento era famosa per una fiorente industria del ghiaccio e per la lavorazione della calce; oggi produce formaggelle grasse e una buonissima ricotta di siero, in particolare presso l’alpeggio Alpe di Sceng, dove si possono anche acquistare. La Vallemaggia è un’altra zona dove si producono ottimi formaggi (robiole, burro da siero e ricotta di latte misto), soprattutto il famoso e raro “formaggio della paglia”, molto ricercato e dall’inconfondibile sapore. Tutta la zona è coltivata a ortaggi e a cereali e in località Linescio si vedono ancora i numerosi terrazzi costruiti anticamente per coltivare segale, canapa e lino. Al bivio del borgo di Peccia, in fondo alla Vallemaggia, è bene seguire le indicazioni per il bosco e il grotto Pozzasc, situato sul fiume: originariamente era un antico mulino e oggi, dopo una sapiente ristrutturazione, è un grotto molto invitante e piacevole, anche grazie alla sua buona cucina casalinga con specialità di polenta e formaggio. Infine nella zona di Locarno si produce un formaggio bianco e leggermente piccante al latte di mucca e di capra; infine tanti sono gli alpeggi nella valle Verzasca e nella valle Onsernone - Fümegna, Mügaia e Saléi i più ricercati – che producono ottimi prodotti caseari.
ansa

A Taormina 5 ristoranti stellati

aormina, in provincia di Messina, è la cittadina con la più alta concentrazione di Stelle Michelin in Italia: cinque. Il rapporto si basa tra numero di ristoranti e popolazione residente. Il riconoscimento é andato alla Perla dello Jonio anche quest'anno, con l'assegnazione delle cinque stelle per l'edizione 2013 della Guida Michelin. Lo rende noto il giornale on line di enogastronomia "Cronache di Gusto", che suggella il traguardo con una manifestazione dal titolo "Il territorio prima di tutto", in programma lunedì prossimo a partire dalle 15 al San Domenico Palace Hotel. Il sindaco Mauro Passalacqua si dice orgoglioso del riconoscimento. "E' un motivo in più - spiega il primo cittadino - per venirci a trovare. Taormina si conferma non solo meta importante per la storia, per i suoi beni architettonici e per le bellezze naturali, ma anche luogo importante per l'altissima cucina. Questo faciliterà ancora di più quel turismo di target alto che ci porta risorse importanti. C'é un flusso di visitatori in tutt'Italia che insegue proprio la buona cucina. A Taormina hanno la possibilità di sedersi in quattro ristoranti stellati". (ANSA).

Stocco contro stocco, sfida gastronomica internazionale

Stocco contro stocco. Giovedì 22 novembre a Imperia torna la sfida gastronomica internazionale che si svolgerà alle 19 presso il ristorante Salvo Cacciatori: protagonista, il prelibato stoccafisso, alimento ricco di storia arrivato in Italia nel 1431 grazie al naufragio di un commerciante veneziano, Pietro Querini.
In gara le ricette proposte dagli chef di quattro delegazioni italiane e una straniera, che saranno valutati dalla qualificatissima giuria tecnica formata da esperti di gastronomia, giornalisti e maestri di cucina quali Alberto Lupini direttore di “Italia a Tavola” (rivista italiana dedicata al mondo della ristorazione prima per diffusione e seconda nel canale HO.RE.CA) e della FIPE Alfredo Pelle, Accademico Italiano della Cucina, Costantino Malatto, giornalista di Repubblica, collaboratore della Guida dell’Espresso “I Ristoranti d’Italia” e autore del libro “Tavola d’autore” Francesco Ammirati, Presidente italiano Ordine Internazionale dei Discepoli di Escoffier, Bartolomeo Marenco, professore e maestro di ristorazione, ideatore del progetto “Saperi&Sapori” del Comune di Taggia.
La novità di quest’anno riguarda l’apertura dell’evento al pubblico: circa 50 commensali avranno infatti l’opportunità, con il contributo di 40 euro, non solo di degustare le gustose ricette in gara accompagnate dall’Ormeasco di Pornassio doc della Confraternita dell’Ormeasco ma anche di votare il loro piatto preferito con un’apposita scheda di valutazione.
La manifestazione, giunta alla seconda edizione, è promossa e organizzata dall’Accademia dello Stoccafisso della Provincia di Imperia e delle Alpi Liguri e dal Comitato San Giovanni e tradizioni Onegliesi presieduti dal dinamico Sergio Lanteri. Con il patrocinio di Regione Liguria, Provincia di Imperia, Comune di Imperia, Camera di Commercio di Imperia e Reale Ambasciata di Norvegia. Partners tecnici Albigadus Snc, Confraternita dell’Ormeasco di Pornassio, ristorante Salvo Cacciatori F.lli Carli Spa, Grafiche Amadeo, Hotel Rossini al Teatro, Hotel Centro.
Partner tecnici Albigadus Snc , Confraternita dell’Ormeasco di Pornassio, ristorante Salvo Cacciatori F.lli Carli Spa, Grafiche Amadeo, Hotel Rossini al Teatro, Hotel Centro.
Info e prenotazioni ai numeri: 0183/27338; 338/9037416.
puntoimperia.it

Laboratorio dei Sapori. Riso con ricotta e zucca

Laboratorio dei Sapori. Riso con ricotta e zucca

Ingredienti
150 gr di riso;
100 gr di zucca arancione;
30/40 gr di ricotta;
Olio extra vergine d’oliva

Preparazione
Sbucciate con attenzione la zucca arancione e dopo averla ripulita dai suoi semini interni tagliatela a pezzetti e mettete questi pezzetti di zucca in un tegamino a fiamma tenue; pian piano si scioglierà e ne otterrete la vostra salsa di zucca alla quale potrete aggiungere un po’ di sale e un filo d’olio extra vergine d’oliva.
Cuocete il riso e, a cottura ultimata, lasciate un po’ della sua acqua; unite la zucca, la ricotta e …Buon appetito!

Alessia Minauda - ondaiblea.it

Le eccellenze gastronomiche locali al centro di un corso

“Selvatico di pregio: valli, pinete e mare nel ravennate” è il tema che apre il ciclo di incontri sui prodotti locali, organizzato dall’Accademia Italiana della Cucina. La presentazione dell’iniziativa, e del relativo programma, si è svolta ieri pomeriggio nella sala Nullo Baldini di Legacoop alla presenza dell’assessore alle attività produttive del Comune, Massimo Cameliani che ha sottolineato l'importanza del corso di formazione evidenziando il fatto che “si inserisce perfettamente nel percorso di  valorizzazione del prodotto tipico e di stagione che l'amministrazione comunale sta portando avanti attraverso il Madra, il Mercato Contadino e i Gruppi di azione locale in cui l'amministrazione ha aderito”.
Al tavolo dei docenti erano presenti Cinzia Tornese per Dinamica , Franco Chiarini, coordinatore del corso, Mauro Zanarini per Slow Food, e di Giancarlo Mondini per Ais.
Gli incontri preoseguiranno con il seguente calendario: 26 novembre ore 15, “ I prodotti della Romagna” con Mauro Zanarini (Consigliere Nazionale Slow Food) e Graziano Pozzetto (giornalista e scrittore gastronomico) nella sala Nullo Baldini di Legacoop; il 3 dicembre ore 15 l’appuntamento è dedicato alle erbe spontanee e ai pesci dell’Adriatico con Anna Badiani (Università Bologna Scienze Mediche Veterinarie e Vincenzo Cammerucci (CheftoChef emiliaromagnacuochi) a “Cà mì”, Savio di Ravenna.
Il corso riprenderà a gennaio, fino a febbraio, per affrontare temi quali: pesci dell’Alto Adriatico, eccellenze gastronomiche con Valentina Tepedino, Stefano Bartolini, Mauro Zanarini; razze romagnole, carni eccellenti, a cura di Emilio Antonellini (mora e pollo romagnoli), Locatelli (la ‘bianca’ romagnola), Paolo Teverini (cotture moderne); vini romagnoli e non solo con Marisa Fontana, Giancarlo Mondini, az. Sbarzaglia, Enrico Vignoli; la cucina d’autore alla Francescana di Massimo Bottura; le erbe spontanee di valli e pinete con l’Azienda Sperimentale Marani di Ravenna e Lorena Castellari il CRPV, percorsi produttivi e analisi sensoriale. A conclusione, in febbraio un meeting conclusivo da cui emergeranno le proposte per la gastronomia ravennate.
ravenna24ore.it

Viaggi & gastronomia: i migliori panini in Italia

Dove mangiare i migliori panini in Italia \Roma – Il panino è il pranzo per eccellenza di molti lavoratori e studenti, impossibilitati a tornare a casa per una pausa e costretti a mangiare pasti veloci in giro per bar e tavole calde. Non sempre però questo alimento deve essere bistrattato in quanto spesso può trasformarsi in una pausa culinaria di gran gusto….basta scegliere infatti il paninaro giusto! Viagginews.com vi propone una selezione dei locali migliori, sparsi in tutta Italia, in cui mangiare ottimi panini da condire con gli alimenti più vari, dal semplice formaggio e prosciutto fino alla carne e alle verdure, e da abbinare ad una buona birra o ad un bicchiere di vino.
  • Milano, Bar della Crocetta. In questo locale che si trova in Corso di Porta Romana 67 potrete scegliere tra 200 tipi di panini diversi. All’interno delle sale del bar che dispone di almeno 60 coperti avrete l’occasione di assaggiare panini alla francese traboccanti di salse, formaggi e salumi.
  • Torino, La Mangiatoia del Cutre. Prosciutto, mozzarella, verdure grigliate, tonno, hamburger e molti altri ancora sono gli ingredienti che si possono scegliere in questa paninoteca di Torino situata in Via Principe Amedeo, non distante dall’Università. Il posto giusto se siete colti da un’ improvvisa fame notturna in quanto il locale rimane aperto tutta la notte dal giovedì al sabato.
  • Trieste, TNT PUB. Grandissima scelta di panini, sia nella forma che nella sostanza, presso questo pub aperto tutti i giorni sia a pranzo che a cena e situato in Via Ginnastica, a due passi dal Teatro Stabile.
  • Venezia, Cantina Do Mori. In Calle dei Do Mori si trova questa tipica cantina veneziana, una delle più vecchie della città e frequentata, si dice, da Casanova.  Qui si possono gustare ottimi cicheti con affettato, formaggi, tonno e carne cruda ma anche favolosi panini tra cui il famosissimo francobollo, condito con affettato, gorgonzola e radicchio.
  • Genova, Panino d’autore. 120 possibilità di scegliere un panino. Vi sembra troppo? E’ l’offerta del Panino d’autore che si trova nel cuore del capoluogo ligure e più esattamente in Via XX Settembre.
  • Firenze, Nerbone. Nel cuore della città toscana, situato nella piazza di San Lorenzo, questo è il locale giusto dove assaporare il tipico panino toscano con lampredotto e salse.
  • Roma, Tricolore. All’interno della cornice del rione Monti si trova questa panineria in cui si può scegliere dal classico hot dog o pane ed hamburgher a veri e propri capolavori culinari come la baguette con il culatello di zibello ed il pane al nero di seppia con salsiccia e tonno.
  • Napoli, Sale e Pepe. In Via Belisario Corenzio si trova questo pub/ristorante famoso in tutta la città per i suoi panini realizzati con carne argentina cotta al sangue da affiancare a patatine fritte e birra.
  • Cagliari, Retroburger. Carne di agnello, di manzo, di cavallo ma soprattutto d’asino sono gli ingredienti dei panini di questo locale situato in Via Azuni e celebre non solo per le dimensioni maxi dei panini ma anche per gli ingredienti di prima scelta utilizzati.
  • viagginews.com
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Bon y Bel, guida gastronomica della Val Gardena

Oltre alle Dolomiti, alle bellissime piste da sci, ai paesi con architettura tradizionale, ai presepi e alle tradizioni secolari, tra cui quella scultorea, la Val Gardena è anche un luogo ideale per gustare la cucina ladina con le interpretazioni raffinate di alcuni chef.
E da quest'anno, per aiutare a scegliere i migliori ristoranti e le baite più “gustose”, è disponibile una guida gastronomica della valle, dal tipico nome "Bon y Bel", con ricette per ogni struttura citata..... scopriamone alcune.
Presso il ristorante Anna Stuben dell’Hotel Gardena a Ortisei, lo chef Reimund Brunner col suo collaudato team è in grado di proporre veri e propri capolavori del gusto. Reimund ha imparato la professione dagli chef più apprezzati dell’Alto Agide, della Svizzera e della Germania e ha maturato la convinzione che alla base di un’ottima cucina sia necessaria la ricerca di antiche materie prime. Oggi, Reimund utilizza ingredienti come la farina di pere per la preparazione di primi piatti e dessert e ripete spesso “non una cucina stravagante, ma piatti con pochi ingredienti di altissima qualità”.
A Ortisei, Rudi Pescosta, chef del Concordia, gestisce il ristorante che appartiene alla sua famiglia da oltre 30 anni. Nelle accoglienti “Stuben” tirolesi si respira l’atmosfera calda della tradizionale ospitalità gardenese e si gustano piatti preparati con cura e con prodotti naturali, rigorosamente freschi, come la pasta fresca fatta in casa o i piatti di selvaggina. Anche il pane segue antiche ricette ed è preparato ogni giorno in casa.
Sempre a Ortisei, Haymo Demetz segue il ristorante Tubladel, locale molto apprezzato per chi ama la tradizione e i piatti preparati seguendo antiche ricette. L’ambiente accogliente e rustico favorisce il piacere di assaggiare piatti tradizionali e alta gastronomia, un vero connubio fra aromi e sapori antichi, accompagnati da selezionati ottimi vini.
Una novità per il prossimo inverno sarà l’inaugurazione ufficiale del ristorante dello Smarthotel Saslong: Blue Restaurant. A Santa Cristina, infatti, il giovane chef Norbert Dejaco vuole creare un punto d’incontro per chi apprezza le specialità locali riviste in chiave moderna. Aperto tutto l’anno il ristorante, di proprietà di Ezio Prinoth, sarà anche teatro di creativi corsi di cucina, seguiti dallo stesso chef.
Passando a Selva, anche qui non mancano i ristoranti degni di menzione. Il ristorante Gourmet Nives si trova nel centro di Selva e nella sua romantica “Stuben” del 1859, si respira un'atmosfera speciale e si può partire per un viaggio culinario di altissimo livello, curato dallo chef Emanuele Mazzella.
Al Ristorante Gourmet Alpenroyal, invece, Felice Lo Basso, 1 stella Michelin, è instancabilmente alla ricerca di nuovi piatti a base di prodotti provenienti da tutto il mondo, per creare un'armonia fra la cucina mediterranea e quella alpina.
Ancora due consigli per Selva di Val Gardena: Villa Frainela e la Baita L’Muline. Per i dolci, tappa imperdibile la pasticceria Villa Frainela di Daniela Comploj, all’ingresso della bellissima Vallunga, parco naturale e patrimonio UNESCO. Facilmente raggiungibile anche con gli sci ai piedi, a Villa Frainela si possono mangiare solo dolci fatti in casa con prodotti locali, in un’ambiente dove si rivive la vecchia Val Gardena.
La baita L’Muline a Selva, gestita da Heidi Delazer propone una cucina tradizionale come il risotto al cirmolo, i ravioli di patate e papavero, la pasta fatta in casa, il ragù di selvaggina e funghi e, fiore all’occhiello, il “Kaiserschmarren”, frittata dolce a base di uova, e il “Herrengröstl”, con verdure o carne di manzo e patate.
Per chi ama la cucina “sci ai piedi”, non mancano le opportunità.
Il Rifugio Emilio Comici, a 2150 metri, direttamente sul mitico “Sellaronda”, è famoso per le specialità di pesce fresco, grigliate, tortelli all’astice, spiedini e zuppe di pesce. Inoltre, sono qui organizzate cene a tema “special nights”, seguite da una discesa notturna con gli sci.
La Baita Daniel, sul Monte Seceda a 2230 metri, è un locale tipico per specialità come i canederli, con spinaci, con formaggio o erbette, rotondi con funghi, speck o grano saraceno e dessert, come quello alla ricotta, ripieno di cioccolato o patate e prugne, fragole o albicocche.
La Baita Curona sulla pista la Longia, che dal Seceda conduce verso Ortisei con una vista spettacolare sull’Alpe di Siusi e lo Sciliar. Qui si gustano specialità di carne alla griglia del maso, speck e salsicce di produzione propria. Da provare i Krapfen con marmellata di castagne o papavero e il delizioso “Kaiserschmarren” caramellato.
La Baita Saslonch si trova, invece, all’imbocco della pista “3” che dal Ciampinoi porta a Selva. In stile tirolese e con terrazza panoramica, offre zuppe tradizionali di ogni genere e piatti di selvaggina. Per finire, i canederli di lievito di birra e la marmellata di mirtilli rossi.
La Baita Vallongia è sulla pista “5”, che dal Ciampinoi porta alla ski area Plan de Gralba e verso il Sellaronda. Qui un assoluto must sono le salsicce bianche bavaresi con senape dolce e il tradizionale “brezen”. Ogni giorno, dalle ore 15.00, omelette di cioccolato.
La caratteristica Baita Ciampac è fatta interamente di tronchi di legno e si trova all’imbocco della Vallunga. Raggiungibile a piedi da Selva o con gli sci dal Dantercepies. Nei pressi della baita si trova anche il centro fondo con 3 anelli, di cui uno lungo 12 km che porta all’interno del parco naturale Puez-Odle. Numerosi i piatti tradizionali “nella carta”, senza paragoni il “Kaiserschmarren” con diverse marmellate.
Infine, vini selezionati e champagne, a 2400 metri, presso la baita Sofie, sempre sul Monte Seceda. La cantina, regno di Markus Prinoth, offre una vastissima selezione di vini e specialmente di champagne. Molte le etichette altoatesine presenti come l’Arunda rosé, spumante prodotto nella cantina “Reiterer” di Meltina, a 1200m s.l.m.
a cura di Redazione
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Golosaria al Palazzo del Ghiaccio dal 17 al 19 novembre

In via Piranesi tre giorni dedicati a prodotti artigianali e vini. In calendario degustazioni, incontri, laboratori e showcooking. C'è anche il focus sul barbecue
Golosaria 2012 ai Frigoriferi milanesi
Golosaria 2012 ai Frigoriferi milanesi

Buongustai, siete avvisati. Da sabato 17 a lunedì 19 novembre, tre giorni dedicati al buon cibo e al buon vino a Golosaria 2012.
Ad ospitare la manifestazione saranno il Palazzo del Ghiaccio e dei Frigoriferi Milanesi (via Piranesi 10-12) dove troveranno posto tantissimi artigiani del gusto e - novità di questa settima edizione - anche 100 produttori di vini.
Tema di Golosaria 2012, l'irrinunciabile qualità. Promossa dal Club del Papillon, l'iniziativa è curata da Paolo Massorbio, giornalista autore del Golosario, guida composta da oltre 1000 pagine di indirizzi d'eccellenza gastronomica del nostra penisola.
Diamo uno sguardo agli appuntamenti delle tre giornate. Si parte sabato 17 dalle 15.00 alle 19.00 con Il barbeque si fa in quattro. La terrazza del palazzo del Ghiaccio sarà il palcoscenico dello showcooking per le quattro sessioni aperte al pubblico. Si impara a cucinare alla griglia quattro tipologie di alimenti. Ingresso: 5 Eu su prenotazione sul sito.
Sempre sabato alle 15.30 showcooking Le star nel frigo: cosa comprare, quanto conservare, come preparare per imparare dallo chef Giovanna Ruo Berchera, la sacra arte del riciclo. Ingresso: 10 Eu su prenotazione sul sito.
Alle 19.00 il talk Mangiare bene, spendere giusto, presentazione del manuale del consumo consapevole e conveniente. Ingresso libero su prenotazione.
Domenica 18 alle 11.30 c'è il workshop La domenica gourmand: paste lievitate e pasticceria mignon di casa. Ingresso: 10 Eu su prenotazione sul sito.
Alle 11.15 è l'ora di Finger Grill, ovvero come ti griglio l'aperitivo. Ingresso: 5 Eu su prenotazione sul sito, mentre  alle 13.00 Cena da tweet. Acquistare, cucinare, cenare... in 140 minuti con lo chef Danilo Angé. Ingresso: 10 Eu su prenotazione sul sito.
Alle 11.30 nell'Agorà in programma Appunti di viaggio a piedi nella periferia milanese alla scoperta di botteghe, luoghi storici e trattorie, talk con Marco Gatti, Paolo Massobrio che, insieme all'attore Marino Zerbin e al cantante Luigi Varisco, racconteranno la città attraverso i suoi quartieri e ai personaggi che li popolano. Ingresso libero.
Alle 16.00 Panettoni Decorati, con Il maestro pasticciere Davide Comaschi. Ingresso: 10 Eu su prenotazione sul sito. Alle 18.00 Di cotti e di crudi: i prosciutti del Golosario in veste insolita, impiattamento, degustazione e interpretazione con lo chef Paolo Citterio. Ingresso: 10 Eu su prenotazione sul sito.
L'ingresso alla manifestazione è gratuito - sono a pagamento laboratori e showcooking quando indicato - ma è necessario scaricare l'invito a golosaria.it dove si trova anche il programma completo degli eventi.
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Guida Michelin 2013. A Milano ci sono 11 stellati

New entry il Vun del Park Hyatt. Doppio riconoscimento per Cracco, Sadler e Aimo Moroni. Declassato il Trussardi. L'elenco dei ristoranti al top secondo i critici gastronomici
Guida Michelin 2013. Gli stellati di Milano

Lorenza Delucchi
La Guida Michelin 2013 ha parlato. Sono undici i ristoranti al top fra Milano e provincia. La rossa bibbia della gastronomia, giunta all'edizione numero 58, si prepara ad invadere gli scaffale distribuendo complimenti e qualche bacchettata.
Nel solo capoluogo lombardo sono 8 i luoghi del cibo premiati con una stella, fra loro una new entry, il Vun, ristorante dell'hotel Park Hyatt (via Pellico 3) guidato dal trentacinquenne chef Andrea Aprea.
Con due stelle a testa, si confermano Cracco (via Hugo 4), Il luogo di Aimo e Nadia (via Montecuccoli 6) e Sadler (via Ascanio Sforza 77). Tre location che, fin dal nome, esprimono la personalità dei loro chef, dalla tv star Carlo Cracco al vulcanico Claudio Sadler fino al decano, Aimo Moroni.
Numerosi il gruppo dei monostellati. Si tratta del Joia (via Castaldi 22) il vegetariano di Pietro Leeman; Innocenti Evasioni (via della Bindellina) che vede al timone il duo Eros Pico e Tommaso Arrigoni e Tano passami l'olio (via Villoresi 16) dello chef Tano Simonato.
Si prosegue con Unico (via Papa 30) di Fabio Baldassarre, Alice (via Adige 9) con Viviana Varese, unica chef donna della truppa culinaria milanese e Al Pont de Ferr (Ripa Porta Ticinese 55) in mano allo chef Matias Perdomo.
Meno buone le notizie che giungono dalla guida gastronomia al Trussardi (piazza Scala 5). Da due, il ristorante passa a una stella, complice il cambio al vertice della cucina che ha visto Luigi Taglienti prendere il posto di Andrea Breton.
Spostando lo sguardo dal centro città all'hinterland, troviamo un'altra conferma, il D'O (via Magenta 18 - Cornaredo) di Davide Oldani con una stella.
A chiudere la lista, con una stella, il Devero Ristorante (largo Kennedy 1 - Cavenago di Brianza) diretto dallo chef Enrico Bartolini al confine fra la provincia di Milano e quella di Monza.
Per conoscere l'elenco dei cinquanta ristoranti lombardi e delle migliaia di locali italiani giudicati al top, è possibile acquistare la guida Michelin 2013 al prezzo di 22 Eu.
Lorenza Delucchi - mentelocale.it

Il formaggio italiano: patrimonio gastronomico da valorizzare

È sicuramente uno dei prodotti gastronomici più presenti sulle nostre tavole. Ma quante volte abbiamo riservato al formaggio la giusta considerazione? Quante volte lo abbiamo gustato valutando la sua compattezza, il suo sapore, i suoi aromi, le sue caratteristiche? Quante volte lo abbiamo abbinato correttamente ad un buon vino? Quante volte siamo riusciti a conservarlo senza danneggiare le sue proprietà organolettiche? E quante volte abbiamo utilizzato il coltello più indicato per tagliarlo? Tutte domande che ci portano a riflettere e, soprattutto, ad arrivare ad una conclusione: il formaggio non è un alimento “qualsiasi”. Anzi. Per poterne parlare bisogna essere preparatissimi, bisogna conoscere la sua storia e saperlo raccontare. Il formaggio è un prodotto che ha origini molto antiche (sembra che le prime tracce siano state trovate in Asia e risalgano a circa 10mila anni fa), un prodotto che nel corso dei secoli si è “evoluto” ed è riuscito a diventare una realtà importante dell’intero sistema agro-alimentare del nostro Paese. Tanto che si va facendo sempre più pressante l’esigenza che in ogni buon ristorante ci debba essere un vero e proprio carrello di formaggi, come accade per i vini. Insomma, consentire ai clienti di poter scegliere fra le tante varietà che la nostra tradizione gastronomica mette a disposizione. Di questo ne è fermamente convinta la società “LatteItalia” che, con il sostegno del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, ha ideato e dato vita al progetto “Il Carrello dei formaggi italiani DOP”. Un’iniziativa tesa a far conoscere e valorizzare questo prodotto della gastronomia nell’ambito della ristorazione. Soprattutto dopo che l’Unione Europea ha riconosciuto la grandezza del nostro patrimonio caseario assegnando a 43 formaggi il marchio di Denominazione di Origine Protetta e ad uno il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta). Prestigiosi riconoscimenti che sono sinonimo di qualità e che premiano giustamente l’Italia come Paese con la maggiore varietà al mondo di formaggi. Un primato che, però, deve essere difeso dai continui attacchi portati da chi tenta di minare questo patrimonio attraverso volgari falsificazioni. Un concetto ribadito dal presidente di “LatteItalia”, il cavalier Giovanni Rossi, in occasione della presentazione del “Carrello dei formaggi DOP” tenuta presso la Masseria “Suite 801”, nelle campagne fra Noci e Putignano, in provincia di Bari.
In quella circostanza il cavalier Rossi ha posto in risalto come “la lotta portata avanti con determinazione dall’Italia contro i falsi a tavola inizi a dare i primi tangibili risultati. Una circostanza che consente ai nostri formaggi DOP di difendersi al meglio dalle imitazioni e contraffazioni e di valorizzare sempre più la propria presenza nei mercati esteri, dove da anni registriamo un successo crescente.” A tutela di prodotti caseari italiani entrerà in vigore (dall’inizio del prossimo anno) il nuovo regolamento sulla politica europea per la qualità. Uno strumento che andrà a creare numerose difficoltà a coloro che si dedicano alle imitazioni di questo tipo di specialità alimentari con la speranza di ingannare i consumatori. Purtroppo “le imitazioni e le contraffazioni sono un incubo per gli operatori del settore – ha proseguito Rossi- come ha dimostrato recentemente la ricerca del Censis che stima in oltre un miliardo di euro il fatturato del falso alimentare. E questo solo nei confini nazionali.” Appare quindi necessario favorire una spiccata cultura e conoscenza dei formaggi nostrani. E a tal proposito, il dott. Enrico Antonelli, direttore di “LatteItalia”, sostiene che ci sia bisogno “di un dialogo diretto con i consumatori, i quali spesso non conoscono le caratteristiche che ci sono dietro i migliori formaggi italiani. I ristoranti sono un luogo privilegiato dove, grazie alla speciale atmosfera ed al contatto diretto con il cliente, è possibile svelare i segreti alla base del successo delle nostre produzioni casearie.” Da qui la nascita del progetto del “Carrello dei formaggi DOP”, che vuole essere non solo un punto di riferimento per la valorizzazione gastronomica del patrimonio caseario italiano, ma anche uno strumento capace di aprire nuovi sbocchi di mercato.

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Pan fritto di segale ed erba cipollina

Attraversato dal fiume Talvera che bagna l'omonima valle, Sarentino è un Comune speciale, visto che vanta ben 27 frazioni e come superficie risulta essere, praticamente, il più grande dell'Alto Adige. Un comune che ancora oggi, d'inverno, ha poche vie di accesso e quindi si comprende bene come questa situazione, soprattutto in passato, abbia portato a una certa cultura della conservazione, anche a riguardo dei cibi. Ed è proprio per questo che fino a oggi questa valle ha saputo mantenere le sue tradizioni. Qui la vita agricola rappresenta una delle principali attività (anche quella vitivinicola), insieme all'artigianato. Curioso è ad esempio il ricamo su cuoio con le rachidi delle penne di pavone. Le specialità gastronomiche tradizionali sono innanzitutto i prodotti di malga (formaggi), ma rinomate sono anche le trote sarentine, i deliziosi ravioli al ripieno di ricotta ed erbe locali, la zuppa d'orzo e il pesto al pino mugo. Infine i Krapfen. La ricetta che merita una riscoperta corale, magari come preparazione per la visita ai mercatini di Natale che attirano turisti da ogni parte d'Europa (e moltissimi dall'Italia) è lo Striezl, che è poi il pane tipico sarentinese, fritto. Per ottenerne una ventina di pezzi, gli ingredienti prevedono 500 grammi di farina di segale, 25 grammi di lievito, 250 ml di acqua tiepida, 15 grammi di sale, 2 cucchiai di erba cipollina, olio o grasso per le fritture. La preparazione non è difficoltosa e prevede di mettere la farina in una ciotola, sbriciolando il lievito in una tazza d'acqua tiepida. La prima operazione sarà dunque quella di versare il lievito diluito al centro della ciotola, così da creare un piccolo impasto, che andrà lasciato a riposo per almeno 15 minuti. Dopodiché si aggiunge l'acqua rimanente e il sale per creare finalmente un impasto omogeneo. A questo punto lo si lascia riposare per altri 20 minuti (è una tipica ricetta casalinga, che si perfeziona man mano che la donna svolge altre mansioni nella propria casa). La fase successiva vuole che si tolga l'impasto dalla ciotola, aggiungendovi l'erba cipollina. Ed è qui che si crea un rotolo che dovrà avere un diametro di circa 6 centimetri. Occorrerà poi sezionarlo in fette di 5 centimetri. Per dare omogeneità a un prodotto della tradizione, le fette andranno a questo punto "stirate" per raggiungere uno spessore di 5 millimetri; i bordi andranno invece schiacciati con le dita, affinché il pane gonfi quando viene fritto. Ma non è finita: bisogna infatti lasciare riposare le forme su un panno infarinato per altri 20 minuti in un ambiente caldo. Prima di friggerlo, il nostro striezl va girato e inciso sul lato di sotto: è uno stratagemma per far sì che si gonfi bene. Cuocerà in un minuto in olio bollente, pronto per essere messo accanto a un generoso piatto di speck, con cui abbinare, secondo la legge delle similitudini, un aromatico Gewurztraminer. Un'idea per una serata fra amici.
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'Bollicine su Trento' e mercatini Natale

Nelle settimane che precedono il Natale, Trento è animata dai suoni e dai colori dei mercatini, che richiamano in città migliaia di visitatori. È in questo periodo che cade uno degli appuntamenti più attesi dagli appassionati di enogastronomia, “Bollicine su Trento. Incontri e suggestioni con sua eccellenza Trentodoc”. (www.trentodoc.com ).

Dal 22 novembre al 9 dicembre Palazzo Roccabruna (www.palazzoroccabruna.it ), nobile dimora cinquecentesca nel centro storico cittadino, restaurata dalla Camera di Commercio, rinnova l’appuntamento con la manifestazione dedicata al Trentodoc, che di anno in anno attira appassionati e addetti ai lavori. L’evento, organizzato dall’Ente camerale e dalla Provincia Autonoma di Trento, in collaborazione con Trentino Marketing, l’Istituto Trento Doc e con la partecipazione delle Strade del Vino e dei Sapori del Trentino, è l’occasione privilegiata per degustare le bollicine di montagna in compagnia di produttori, chef, sommelier, operatori dei media e consumatori. L’edizione 2012, che vede crescere la collezione con altri nuovi produttori, avrà come tema la montagna quale elemento unificante e qualificante le bollicine trentine, le cui caratteristiche organolettiche derivano proprio dalla natura del territorio e dal clima di questa provincia.

E proprio per sottolineare il connubio di sapori fra vino e gastronomia, Palazzo Roccabruna, dal 24 novembre al 9 dicembre, ospiterà ogni sabato e domenica (dalle 19 alle 22 e dalle 12 alle 15) “A tavola con il Trentodoc”, un’iniziativa che coinvolge chef di malghe, agritur e ristoranti trentini, che vivono la cucina di montagna con passione e sincera adesione, proponendola in forme tradizionali ma mai scontate. Per questa occasione si cimenteranno in menù del territorio, reinterpretati con originale creatività, abbinati alle bollicine. Per chi intenda approfondire i temi della manifestazione, “Bollicine su Trento” propone un irresistibile programma di laboratori del gusto (dal 24 novembre all’8 dicembre alle ore 18 su prenotazione, tel. 0461/7887101) condotti da esperti ed enologi delle stesse cantine spumantistiche. A completare il calendario anche due originali approfondimenti curati dalle sezioni AIS ed ASPI del Trentino: il primo sabato 24 novembre alle 18 dal titolo intrigante “Ballerine o tacco 12? Ad ogni prodotto la sua bollicina” in cui la vice presidente dell’AIS locale, Rosaria Benedetti, proporrà simpatici abbinamenti con il Trentodoc dedicati ad un pubblico femminile, e “A tutto tondo, a tutto pasto: istruzioni per l’uso” sabato 8 dicembre alle 18 in cui il presidente della sezioni ASPI provinciale, Marco Larentis, fornirà preziose indicazioni, oltre che sulla natura del metodo classico trentino, anche su un aspetto che suscita sempre interesse e curiosità, quello del servizio e della presentazione in tavola.
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Mumm riedita menu leggendario Orient Express. Champagne millesimato sposa sapori itinerario da Parigi, Vienna, Budapest, a Constantinopoli

Dall’allestimento alla mise en place, dal menu alla scelta delle musiche, tutto e' stato concertato per rievocare il mitico itinerario dell'Orient Express da Parigi, Vienna, Budapest, a Constantinopoli. Lo champagne Mumm rievoca, attraverso un viaggio tra i sapori, la leggenda dell'Orient Express. Mumm riedita lo storico menu che accompagnò l’Orient Express il 17 aprile 1884 per presentare le Cuvée R. Lalou Millésimé 1998 e 1999.

''Ispirata a René Lalou, presidente della Maison per oltre mezzo secolo, la Cuvée R.Lalou, prodotta tra il 1966 e il 1985 e rilanciata sul mercato internazionale nel 2007 con il millesimo 1998, rasenta la perfezione - ha detto Didier Mariotti, chef de Cave della Maison - alchemico risultato di un assemblage di uve selezionate tra dodici parcelle “storiche” all’interno di vigneti dei Grand Cru''. Giancarlo Morelli, chef del Pomiroeu, riedita lo storico menu – potage, poissons, filet de bouef, creme chocolat…– collegandolo virtualmente alle quattro città, le tappe principali del viaggio dell’Orient Express. A Parigi è di scena “Crème de pommes con ostrica Gilardeau Pousse en Claire Label Rouge”: la morbidezza della patata e la sapidità dell’ostrica esaltano l’estrema maturità delle uve di pinot nero e la generosità degli chardonnay di Cramant della Cuvée R. Lalou 1999. La magica Vienna incanta con il ‘Filetto di cervo su canederlo di pane, salsa al pepe bianco e composta di mirtillo’. L’intreccio di trame materiche e racconti liquidi continua. La musica fa da acceleratore-gustativo: salgono le note partendo da romantiche ballate parigine che presto diventano vivaci walzer austriaci.

  Fermata successiva a Budapest. La complessità aromatica della Cuvée R.Lalou 1998 avviluppa il palato e con la sua acidità e freschezza fa da controcanto all’opulenza del petto d’anatra in cottura morbida, paprika leggermente affumicata e blinis con mousse di foie gras. Gran finale a Constantinopoli: il cioccolato in otto differenti texture, in un gioco tattile-sensibile di composizione e ricomposizione con la morbida mou e la frutta secca. Intensità aromatica che si sposa con le note di frutta secca e i sentori di scorza di agrumi candita della Cuvée R. Lalou Magnum 1998. G.H.

Mumm, fondata nel 1827, e' un marchio di proprietà di Pernod Ricard. Le uve di questa cuvee hanno origine tra le 12 parcelle dei più antichi e migliori vigneti di G.H. Mumm. I grappoli sono raccolti a mano, poi 8 anni in cantina e liqueur de dosage invecchiato in botti di quercia.
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Giovanni Rana apre ristorante a New York. E' nel Chelsea Market, luogo piu' alla moda nella Grande Mela

E' stato inaugurato il ristorante 'Giovanni Rana - pastificio & cucina' a New York nel Chelsea Market, uno dei luoghi attualmente piu' alla moda nella citta' della Grande Mela. ''New York e' la sfida per chiunque voglia aprire un ristorante, ma anche una delle destinazioni strategiche per una proposta di ristorazione di qualita' e di successo'', commenta Gian Luca Rana, amministratore delegato del Gruppo Rana.

In 4 anni il gruppo ha aperto 28 ristoranti in Italia e 5 in Svizzera, oltre a Madrid, Londra e Lussemburgo. Il fatturato negli ultimi 4 anni e' cresciuto con un tasso medio ponderato del 138% arrivando a 20 milioni di euro, con un'occupazione di oltre 400 dipendenti.

''Aprire questo ristorante a Chelsea Market e' un sogno che si realizza e mi fa ancora piu' felice in quanto portiamo a New York non solo la nostra pasta fresca, ma anche tutta la nostra preziosa tradizione culinaria italiana'', aggiunge Giovanni Rana, presidente del gruppo alimentare. Il ristorante negli Usa si caratterizza con un laboratorio di produzione interno nel quale i clienti possono assistere al lavoro di un team di pastai che, utilizzando impastatrici e raviolatrici, producono in tempo reale piu' di 50 tipi di pasta a un ritmo di 250 chili al giorno.

'E' una grande soddisfazione'': cosi' Giovanni Rana, presidente dell'omonimo gruppo alimentare, ha commentato l'apertura del ristorante 'Giovanni Rana - pastificio & cucina', al Chelsea Market di New York, il primo negli Stati Uniti. Nel corso dell'evento di inaugurazione, il patron della pasta fresca ha detto all'ANSA che ''nonostante nella Grande Mela ci sia molta concorrenza, se si lavora bene i risultati arrivano''.

''E' un sogno che si realizza e mi rende ancora piu' felice perche' portiamo a New York non solo la nostra pasta fresca, ma anche la tradizione culinaria italiana'', ha aggiunto. Il ristorante al suo interno ha anche un laboratorio di produzione dove i clienti possono assistere al lavoro di un team di pastai, che prepara oltre 50 tipi di pasta fresca. Oltre ai 140 posti a sedere, e' previsto anche un servizio di 'takeaway' che permettera' ai clienti di ordinare pasta fresca, ravioli e lasagne da gustare a casa propria. Rana ha affermato che nonostante la crisi la vendita della pasta fresca e' in crescita, e l'azienda chiudera' anche il 2012 con un risultato positivo.
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Roma e' piu' vicina per i prodotti reatini Dop e Igp. Expo Olio Sabina e Prosciutto Amatriciano al Terminal Gianicolo

Parte la promozione ''a tappeto''  nella Capitale e nel capoluogo reatino dei sette prodotti della tradizione enogastronomica reatina certificati, a partire dall'olio extravergine Sabina Dop e dal prosciutto amatriciano Igp. Al Terminal Gianicolo, crocevia di milioni di turisti richiamati dalle udienze papali e dal vicino Castel Sant'Angelo, per due settimane i prodotti a indicazione geografica del reatino saranno promossi, attraverso una vetrina e degustazioni guidate al ristorante del Terminal, in una iniziativa finanziata dal ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, con l'obiettivo di tutelare e valorizzare le produzioni agroalimentari tipiche e di qualità, e di promuovere la cultura del consumo dei prodotti certificati.

La Sabina ha un patrimonio di 1,3 milioni di piante di olivo destinate alla produzione del rinomato olio. Il progetto prevede una serie di degustazioni guidate dal direttore del Consorzio Sabina Dop Arnaldo Peroni presso il Terminal Gianicolo fino al 30 novembre, presso tre ristoranti di Rieti dal 3 al 9 dicembre, presso l'Enoteca regionale Palatium di Via Frattina a Roma dal 3 al 9 dicembre e presso l'Oleoteca di Farfa in occasione della Fiera di Farfa dedicata all'olio Dop Sabina.

Da interviste ai consumatori romani, che dichiarano di acquistare per dieci euro la settimana (pari a 16% carrello spesa) prodotti Dop e Igp, e' emerso che, come sottolinea il presidente della Camera di Commercio di Rieti Vincenzo Regnini, ''il 99,4% conosce almeno un prodotto certificato reatino.

L'olio Sabina Dop è riconosciuto dal 77% d è 17/mo per notorietà nella graduatoria dei 32 prodotti e 16/mo in quella degli acquisti/consumi. Il 22,8% conosce il Prosciutto Amatriciano. Si rilevano ottimi livelli di notorietà per la Ricotta romana, e l'Abbacchio romano. Ci sono quindi ottime prospettive per i nostri produttori di qualità che vogliono affacciarsi sul mercato della Capitale. Per sfruttare il 'valore positivo del territorio' identificato nella genuinita' - ha aggiunto - e' necessario favorire la riconoscibilità della provenienza dei prodotti e diffondere le loro caratteristiche ed il rispetto degli standard di sicurezza alimentare, elemento indicato dai consumatore come 'fondamentale' nella definizione del concetto di "qualità" applicato ai prodotti alimentari".

Piermaria Saccani, segretario generale dell'Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche (Aicig) che rappresenta il 93% delle Dop nazionali che sviluppano un fatturato alla produzione di 9 miliardi di euro, ha infine ricordato come ''fortunatamente la qualita' continuiamo a farla noi italiani, e non e' delocalizzabile. Le Dop e le Igp sono il legame col territorio di questi sapori unici, ma anche i marchi di un sistema di controlli e dell'impegno dei Consorzi che investono in post-produzione e certificazioni''.
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E per finire... i dolci preferiti dal Santo

Un giorno Francesco fece chiamare i suoi compagni e disse: «Voi sapete come donna Jacopa dei Settesogli fu ed è molto fedele e affezionata a me e alla nostra fraternità. Io credo che, se la informerete del mio stato di salute, riterrà ciò come una grazia grande e consolazione. Fatele sapere, in particolare, che invii un po' di quel dolce che era solita prepararmi quando soggiornavo a Roma». Si tratta del dolce che i romani chiamano mostacciolo, ed è fatto con mandorle, zucchero o miele e altri ingredienti. Per questo, il 3 ottobre di ogni anno, in occasione del rito liturgico del Transito di San Francesco, nelle parrocchie francescane, a fine celebrazione, vengono distribuiti ai fedeli i mostaccioli tanto graditi al Santo. E vediamo subito gli ingredienti: 250 gr di farina 00, 250 gr di farina di mandorle, 150 gr di zucchero, 150 gr di miele, 2 cucchiaini di cannella, 2 cucchiaini di cacao amaro, 150 ml di acqua tiepida, 6 gr di ammoniaca, 1 arancia o limone grattugiato, 1 pizzico di sale. La preparazione è semplice giacché si procede amalgamando tutti gli ingredienti, senza lavorare troppo l'impasto, per ricavarne un composto consistente, ma non troppo duro. Messo a riposo per 15 minuti, lo si stende per ricavarne dei rombi di 7 centimetri. La messa in forno a 150°C, finché i rombi saranno dorati, chiude l'operazione. I mostaccioli sono pronti. Ad Assisi ci sono tante altre specialità, come al Caseificio Brufani in frazione Santa Maria degli Angeli, dove col latte di pecora nascono diverse tipologie di formaggi stagionati e freschi. I fratelli Rustici, Francesco, Ramon e Federico, in via Biagiano 7, invece, allevano semibradi circa 200 suini pesanti (fino a 18 mesi). Le loro carni sono poi affidate a un abile norcino locale per ottenere uno straordinario Prosciutto di montagna. E poi anche guanciale, lombo, salame crudo, capocollo e pancetta. La boutique del gusto in città è poi Gambacorta Bottega del Bongustaio, in via San Gabriele 17. Alla Macelleria Segarelli in località Capodacqua fanno il salame al tartufo nero, accanto a salame di toro, salame di pecora, filetto di cinghiale, capocollo. Per gli oli, il Moraiolo è la cultivar prevalente. Almeno nell'azienda Le Mandrie di San Paolo, di Alessandro e Andrea, che lavora in regime biologico. Quindi olive raccolte e subito portate in azienda per l'estrazione a ciclo continuo. L'extravergine Le Mandrie, Dop Umbria Colli Assisi Spoleto, è limpido, di colore verde brillante con intensi riflessi dorati; all'olfatto è inebriante nei toni vegetali del frutto e del cuore del carciofo. Così anche all'azienda agricola Saio in via della Passerella 9. Qui Frantoio, Leccino e Moraiolo sono le cultivar nell'oliveto della famiglia Mencarelli. L'extravergine Saio, dopo la decantazione si offre limpido, giallo con riflessi verdi; i profumi eleganti, con carciofo ed erba tagliata in evidenza; il gusto è dolce, asciutto, erbaceo, con piacevole piccante di chiusura. Imperdibile, sempre ad Assisi, la Pasticceria Sensi di corso Mazzini 14 per acquistare il Pancaciato (pane con formaggio e noci), la Rocciata con mele e frutta secca, la pagnotta francescana e il Brustengolo: una torta di farina gialla con mele e frutta secca. Non mancano ovviamente i mostaccioli.
avvenire.it

Gastronomia: Umberto Giraudo miglior maitre del mondo

L'Academie Internationale de la Gastronomie e' una influente associazione nella quale si ritrovano i principali 27 Paesi nella gastronomia mondiale.
  Ogni anno si riunisce per valutare i migliori rappresentanti per ciascuna categoria di attivita' di questo settore, e assegna 4 Grand Prix internazionali con un unico vincitore.
  Quest'anno il premio mondiale "Grand Prix de l'Art de la Salle e' andato ad Umberto Giraudo, Maitre del Ristorante La Pergola dell'Hotel Rome Cavalieri, che ha gia' collezionato molti altri riconoscimenti alla sua professionalita': Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, onorificenza ricevuta dal Presidente della Repubblica Italiana nel 2005; Miglior Maitre Premio Luigi Veronelli (2008); Al Miglior Gioco di Squadra Guida ai Ristoranti de Il Sole 24 Ore (2007); e Maitre d'Hotel dell'anno per la Guida dell' Espresso (2001).
  Il Prof. Giovanni Ballarini, Presidente dell'Accademia Nazionale della Cucina, consegnando il premio ha cosi' dichiarato: 'Umberto Giraudo ha ricevuto questo prestigioso riconoscimento per la sua eccezionale preparazione tecnica, per le sue capacita' di accoglienza e di servizio, e per la perfetta armonia con tutto lo staff del rinomato ristorante romano, primo fra tutti lo chef Heinz Beck'. Il Grand Prix, infatti, e' un riconoscimento non solo alla persona, ma anche alla struttura: solo un grande ristorante puo' rendere grande il suo Maitre di sala, cosi' come un ottimo direttore e' nulla senza una grande orchestra'.
  Umberto Giraudo, dopo una lunga esperienza all'estero, dal 1999 presta la sua insostituibile professionalita' al Ristorante La Pergola: "Sono onorato e felice di ricevere questo premio, che condivido con Heinz Beck e con tutta la squadra, che rappresentano la mia forza e l'entusiasmo che io ho per questo lavoro. Ringrazio il Managing Director Serge Ethuin, la proprieta' e mia moglie Laetitia per l'appoggio, il sostegno e l'incoraggiamento". Un riconoscimento che potrebbe essere di stimolo a molti giovani alla ricerca di un futuro, perche' quella degli "uomini di sala" e' un'attivita' impegnativa ma di profonda soddisfazione, una figura professionale fondamentale nella riuscita e nel successo di un ristorante.
  Oltre a vantare un ottimo presente, l'Italia ha anche un grande passato in questo settore, fatto di personaggi di valore e ancora indimenticabili, solo per citarne uno, del calibro di Luigi Carnacina.
AGI 

Se vuoi perder peso, ti conviene usare spesso questo ingrediente, che secondo gli esperti, brucia i grassi. Cos'è?

Se la vitamina C è l'arma più nota contro il raffreddore, è altrettanto segretamente l'arma più efficace contro la pancia. Almeno, secondo la celebre naturopata nordamericana Natasha Turner, fondatrice della Clear Medicine Wellness Boutique di Toronto, Canada.

Teorica di un regime alimentare rispettoso del ciclo ormonale e basato su una dieta che non affami mai il corpo — "Altrimenti è quella sbagliata" — la dottoressa sostiene che per cambiare stile di vita sia innanzitutto necessario un bel periodo di detox, cercando negli alimenti naturali quelli che contengono sostanze in grado di "ripulirci", come il magnesio o la vitamina C. Quest'ultima, nello specifico, sarebbe un brucia-grassi naturale e potentissimo, ma poiché ne assumiamo sempre troppo poca abbiamo spesso problemi a contenere pancetta e dintorni.

Per lo più siamo abituati a pensare la vitamina C solo come a un alleato contro i malanni del freddo, ignorando purtroppo "il suo ruolo chiave nel controllare il livello di zucchero nel sangue", scrive la naturopata. La spiegazione riguarda la composizione molecolare dei due elementi in gioco ed è di immediata comprensione: "Vitamina C e glucosio (lo zucchero nel sangue, per capirci) hanno una struttura chimica molto simile. Quando entrambe sono presenti a un livello elevato, fanno letteralmente a gara per entrare nelle cellule. Se invece il glucosio è prevalente, una minore quantità di Vitamina C riuscirà a penetrare nelle cellule creando per queste ultime una vera e propria mancanza".

Necessario agire su due fronti: da un lato assumere tanta vitamina C; dall'altro controllare il livello di glucosio con una dieta ipoglicemica".
Secondo studi recenti condotti su pazienti veri, la somministrazione di 1,000 mg di vitamina C ogni giorno per almeno sei settimane contribuisce a regolare i livelli di zucchero e insulina, trigliceridi e colesterolo.
Un poker che tutti vorrebbero centrare ai prossimi esami del sangue. Una curiosità, prima di correre a farci la prossima spremuta: non è l'arancia il frutto con la maggiore quantità di vitamina C, bensì l'uva (340mg/100g). A seguire guava, ribes, kiwi, papaia, fragole e clementine, e finalmente limoni e arance (50mg/100g).
yahoo